Paradiso amaro

REGIA: Alexander Payne
CAST: George Clooney, Shailene Woodley, Beau Bridges, Robert Forster, Judy Greer
ANNO: 2012

Matt King, appartenente ad una ricca famiglia di ereditieri di una grossa fortuna immobiliare, a causa di un terribile incidente mortale capitato alla moglie, si ritrova a dover gestire le proprie figlie non sapendo come fare, dal momento che avendo dedicato la sua vita al lavoro, non ha mai svolto appieno il mestiere di padre. Dovrà, quindi, gestire la famiglia, un’importante decisione riguardante il destino delle terre di sua proprietà e un segreto decisamente destabilizzante.

Commedia agrodolce o dramma leggero, nonché storia di formazione forse un po’ tardiva e ritratto familiare tragicomico, tutto questo è “Paradiso amaro” (squallidissimo titolo italiano per “The Descendants”), film tratto dal romanzo “Eredi di un mondo sbagliato” di Kaui Hart Hemmings e diretto da Alexander Payne, regista del tanto acclamato “Sideways”. Cosa ha di diverso o di più soddisfacente questa pellicola rispetto a qualunque altra opera incentrata sull’elaborazione del lutto e su drammi individuali e corali? A primo acchito verrebbe da dire nulla, se non fosse per la splendida e irresistibile interpretazione di un imperdibile George Clooney in grande spolvero. In realtà, però, c’è molto di più, fermo restando il fatto che stiamo parlando comunque di un lavoro non eccezionale o estremamente originale. Questo di più è costituito dall’ottima ambientazione che si fonde alla perfezione con la narrazione, caratterizzando in maniera decisamente interessante e coinvolgente sia i personaggi in sé, sia le evoluzioni che li caratterizzano. Arriviamo quindi all’altro punto di forza costituito dalla sceneggiatura – composta da dialoghi brillanti, ironici e anche bizzarri – in grado di regalarci una storia triste, ma non patetica, intensa ma non troppo carica, commovente, ma non struggente, riuscendo ad essere a tratti anche divertente e spassosa. Scevro da patetismi, stucchevolezze o banalità, quindi, “Paradiso amaro” è arricchito anche da un parterre di personaggi di contorno molto consistenti, a partire dalla figlia maggiore (splendidamente interpretata da Shailene Woodley), ribelle ma matura; passando per il suo amico Stan, apparentemente idiota e superficiale, ma al momento giusto sensibile e decisivo; non tralasciando la tribù di cugini ricchissimi e rozzi; arrivando al nonno materno, acido e burbero, l’unico in grado di infierire come pochi sul povero protagonista. E’ proprio questo personaggio, infatti, il vero fulcro della narrazione, dal momento che è su di lui che si riversano tutte le conseguenze di una tragedia come quella capitata alla sua famiglia, con la rivelazione di un segreto che peserà come un fardello ancora più pesante dell’incidente stesso o dell’importante decisione sulla vendita dei terreni di famiglia. Partendo da questa inaspettata scoperta, Matt compirà un viaggio rivelatore in cui imparerà molto di sé e delle proprie figlie, il tutto raccontato cercando di sventare quanto più possibile la fitta trama di cliché che un racconto simile può scatenare. Payne riesce quasi completamente in questo risultato, girando anche delle sequenze stupende, come quella della corsa di Clooney post-rivelazione del suddetto segreto; quella che vede coinvolti il nonno e l’amico Stan in uno scambio di battute, e non solo, a dir poco assurdo; quella in cui la figlia maggiore scopre del destino della madre, immergendosi sofferente e urlante nella piscina in cui stava nuotando; quelle ambientate nella stanza d’ospedale dove giace la moglie, il centro di tutto, in fin di vita; o quella in cui da dietro una collina fa capolino la testa del protagonista che spia un altro personaggio decisamente importante. Con una colonna sonora perfettamente amalgamata al registro stilistico e narrativo è, insomma, un piacere accompagnare quest’uomo estremamente meritevole delle simpatie dello spettatore che si immedesima fortemente in lui, in un’avventura dolorosa, pericolosa e difficile, ma al tempo stesso estremamente necessaria e illuminante.

Pubblicato su www.livecity.it

10 commenti su “Paradiso amaro

  1. payne mi piace,reputo il suo “a proposito di schmidt” un gioiellino,sicuramente guarderò questa sua ultima prova.Mi piace la commedia agrodolce,la preferisco ai barocchismi sul dolore e altre menate alternative.

  2. Davide, sono d’accordissimo. I barocchismi sul dolore proprio no!!

    Lorenzo, Clooney è anche un valore aggiunto secondo me.

  3. Ennesima ottima prova d’un regista che fino adesso, per quel che mi riguarda, non ha sbagliato un film.
    Sembra “leggero” come film, in realtà è molto molto sincero e misurato.
    Il fatto che non sia originalissimo secondo me è un punto di forza del film, descrive la VITA. Punto. Mica facile farlo con questo gusto e tatto.
    Buon George e ottimo cast di comprimari come sempre nei film di Payne.
    Giustissimo l’oscar.

  4. alberto, sta roba dei titoli diventa sempre più allarmante…

    21, per me George è stato proprio ottimo. La nomination ci stava comunque.

  5. …non l’ho ancora visto…
    Ho già visto diversi film di Payne (Election, A proposito di Schmidt, Sideways) e Clooney non delude quasi mai !
    Speriamo in bene 🙂

  6. Clooney ultimamente lo trovo più adorabile del solito, non so perchè. Election mi incuriosisce molto, vorrei vederlo al più presto.

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