Personaggi cult

UOMO DI FEDE, MA SOPRATTUTTO UOMO D’AZIONE

John Locke

Quando pensiamo a “Lost” non solo pensiamo ad uno dei più grandi e bei telefilm della storia della televisione, ancora nei cuori degli appassionati di serie tv, nonostante la sua commovente e indimenticabile conclusione avvenuta nel maggio 2010; ma andiamo subito con la mente ad uno dei suoi protagonisti più emblematici, se non il più importante in assoluto e cioè il mitico e insostituibile John Locke. 

Il vero stendardo di un telefilm fatto di misteri, passioni, sentimenti, tragedie e grandi eventi, è proprio quest’uomo letteralmente miracolato dall’isola e per questo decisamente convinto di farne parte in tutto e per tutto. Un uomo che dalla condizione di patetico e triste impiegato costretto tra l’altro su una sedia a rotelle, nonostante la grande voglia di avventura e conquista, si ritrova a rivestire i panni di abile e invincibile cacciatore, nonché di indiscutibile “prescelto” dall’isola, almeno apparentemente, riuscendo a camminare sui suoi piedi, nel momento stesso dell’”atterraggio” sul magico posto che fa da sfondo alla storia più fantastica e memorabile mai raccontata in televisione. 

Il vero e proprio uomo di fede, com’egli stesso più volte si definisce, nonostante i momenti di dubbio causati dalle diverse avversità, trova il suo contraltare nell’uomo di scienza, in quel Jack Shepard che solo alla fine del suo percorso si accorgerà di non aver riposto la giusta fiducia nell’uomo fin dall’inizio addentro nei misteri e nell’essenza magica e imperscrutabile dell’isola. Un uomo del quale seguiamo il prima e il dopo, riuscendo a comprendere i motivi della sua quasi innaturale affezione ad un luogo a tratti terrificante e pericoloso. Il mistero sull’identità di suo padre, tra l’altro, costituisce un valore aggiunto che dona al telefilm stesso una marcia in più, riuscendo anche a consolidare perfettamente quella fitta trama di coincidenze e legami che uniscono tutti i protagonisti della serie, rendendoli in qualche modo destinati a vivere questa mirabolante avventura.

E come se non bastasse è proprio grazie alla sua testardaggine e alla sua spasmodica sete di conoscenza che spesso abbiamo visto svelarsi davanti ai nostri occhi alcuni dei più grandi misteri che hanno accompagnato l’inimitabile serie tv, come quello della maledetta botola che tanto ha ossessionato in primis Locke stesso e, di rimando, anche lo spettatore più incallito. Incallito, è infatti, l’aggettivo che più si confà alla personalità dell’inizialmente imperscrutabile e anche un po’ sinistro Locke, che appare addirittura in una doppia veste, restituendo la grande maestria attoriale dell’interprete Terry O’Quinn chiamato ad impersonare diverse sfaccettature dello stesso personaggio, e poi addirittura due personaggi diversi, anche se “ingabbiati” nella stessa forma fisica. Un carisma e un magnetismo non indifferenti che, proprio grazie al grande attore, sono riusciti a fondersi alla perfezione con le debolezze, le miserie e le tristezze che altresì fanno parte dello stesso personaggio.

Altro grande rapporto, indispensabile per comprendere l’immensità di sfumature che compongono questa personalità complessissima, ma al tempo stesso molto fragile e commovente, è quello col mellifluo ed estremamente ambiguo Ben Linus, colui che per gelosia proprio nei confronti di Locke, che sembra essere ormai l’unico centro dell’attenzione dell’isola e di chi “la comanda” dall’alto, arriva a compiere dei gesti a dir poco impensabili. Vittima e al tempo stesso carnefice, lascerà spesso di stucco, infatti, per le sue azioni a tratti riprovevoli a tratti a dir poco sconcertanti, John Locke porta “Lost” a livelli davvero altissimi, aumentando la dose di mistero e avventura che lo contrassegnano e donandogli anche uno spessore umano non indifferente, dal momento che, alla fine del percorso, quando ormai tutto si dipana e appare più chiaro, ciò che emerge è la figura di un uomo che ha voluto credere nel proprio valore, nella possibilità di essere una persona migliore, nell’importanza del lasciare un segno su questa terra, piuttosto che abbandonarla non avendo lottato per abitarla nel migliore dei modi. Un uomo che mostra un’ambivalenza non indifferente, facendosi leader e poi seguace, guidatore e poi guidato, vivo e poi morto, dapprima codardo e indifeso e poi sorprendentemente coraggioso e combattivo.

E se anche l’inossidabile e cinico Jack Shepard alla fine lotta nel suo nome per salvare l’isola dalla quale inizialmente voleva disperatamente scappare, come può lo spettatore rimanere indifferente al suo enorme valore nell’economia del telefilm intero? E poi, come dice lui stesso, non c’è niente che egli non possa fare. Insomma “non ditegli che non lo può fare!”.

Pubblicato su www.supergacinema.it

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