Pride & glory – Il prezzo dell'onore




REGIA: Gavin O’Connor

CAST: Jon Voight, Edward Norton, Colin Farrell, Noah Emmerich

ANNO: 2008

 

TRAMA:

 

Storia di una famiglia di poliziotti all’interno della quale si scopriranno corruzioni e tradimenti. Cosa fare quando si viene a sapere che un proprio familiare in realtà è un delinquente in divisa? Perseverare il buon nome della famiglia e del distretto di polizia o seguire le linee della giustizia e denunciare chi fino ad un momento prima si considerava in maniera totalmente diversa? Questo il dilemma che dovrà affrontare Ray Tierney, protagonista della pellicola.

 



ANALISI PERSONALE

 

Gavin O’Connor, figlio di un poliziotto irlandese, gioca in casa e decide di raccontare la corruzione dilagante delle istituzioni americane (corruzione a sua detta amplificatasi e ampliatasi dopo il fatidico 11 settembre), prendendo come punto di riferimento proprio quella nella quale è cresciuto, la polizia appunto. Idea per certi versi lodevole, se non fosse che oramai il panorama cinematografico, americano soprattutto, non fa altro che sfornare pellicole su pellicole riguardanti lo stesso tema con nessuna variazione di fondo: è sempre all’interno della famiglia stessa che si nasconde il marcio e la corruzione. Così come ne I padroni della notte di James Gray, due fratelli e un padre, tutti appartenenti alla polizia, dovevano cercare in qualche modo di rimanere a galla nonostante numerosi avvenimenti che avevano portato alla scoperta di alcune “magagne”, in Pride & glory, sempre due fratelli, un padre e in più anche un cognato con qualche “amico”, si ritroveranno a spalleggiarsi e poi fronteggiarsi per risolvere un terribile caso di pluriomicidio (quattro poliziotti hanno perso la vita in circostanze sospette durante un’irruzione), che nasconde ben altro. Il padre è il grande Jon Voight (l’ambiguità del suo personaggio viene approfondita solo superficialmente, limitandosi a farlo entrare in scena per sparare sentenze che paiono più come motti predefiniti e molto retorici, che altro); i due fratelli sono Noah Emmerich (il capo della sezione di polizia sulla quale cominceranno a cadere i dubbi dell’altro fratello) e Edward Norton, forse il più riuscito dei personaggi (se non fosse che costituisce il luogo comune di quasi tutti i poliziotti protagonisti di una pellicola: si era ritirato a causa di una brutta esperienza resa lampante da un’enorme cicatrice sul suo volto, è divorziato da una moglie stanca del suo lavoro e di ciò che comporta); il cognato è Colin Farrell (personaggio dicotomico con comportamenti completamente opposti a seconda che si trovi in famiglia o sul posto di lavoro). Quando i quattro poliziotti, amici e colleghi di questi protagonisti, verranno trovati morti, apparirà subito chiaro che c’è qualcosa che non va e si scoprirà ben presto che dietro c’è una sporchissima storia di droga, soldi e corruzione. Chi sarà il colpevole tra i familiari?. La soluzione è a portata di mano, ma non è quello che conta, visto che l’intento principale è quello di scavare nelle psicologie di questi personaggi e nei meccanismi che li portano ad agire come agiscono.

 

Alla fine nessuno risulta essere totalmente “cattivo” e soprattutto nessuno può apparire ai nostri occhi totalmente “buono”. E’ giusto cercare di portare a gala la verità a tutti i costi, anche se a pagarne le conseguenze saranno le persone a noi più vicine? Si tratta di testardaggine o di onestà? Esiste un confine netto e preciso tra la menzogna e la verità? E’ plausibile mentire per proteggere quello di più caro che abbiamo, possa essere esso il lavoro o la famiglia? Questi e altri i numerosi, e se vogliamo già sentiti, quesiti che la pellicola ci pone.

Ma se dal punto di vista dell’originalità Pride & glory lascia un po’ a desiderare, perlomeno soddisfa da un punto di vista visivo e registico. Con una fotografia tendente al grigio e al blu, colori freddi che ci trasmettono tutta l’”oscurità” di questo mondo e dei suoi meccanismi a volte perversi, il regista ci regala alcune sequenze da mozzare il fiato. A partire dall’iniziale piano sequenza che segue passo per passo i protagonisti accorsi sulla scena del crimine: la telecamera a spalla segue febbrilmente senza sosta i personaggi che si arrampicano sulle scale di un fatiscente condominio newyorchese, facendoci entrare a viva forza in quegli spazi angusti e ristretti, pieni di cadaveri, di sangue e di disfacimento. Un’altra sequenza dal fortissimo impatto visivo ed emotivo è quella nella quale la famiglia di un delinquente viene minacciata proprio dai poliziotti e da un componente della famiglia Tierney che minaccia con un ferro da stiro un piccolo neonato. Lasciano un po’ a desiderare altre scelte, come l’ambientazione un po’ anonima (New York potrebbe essere un qualsiasi altro paese e nessuno se ne accorgerebbe), alcune altre sequenze di dubbio gusto (una scazzottata finale che nemmeno alle elementari) e alcuni personaggi di contorno a dir poco stereotipati.

A conclusione dei fatti, Pride & glory è il tipo poliziesco americano (discretamente recitato e girato), con sparatorie, lotte corpo a corpo, partite di droghe, poliziotti corrotti, soldi sporchi e via dicendo, che però non apporta nulla di nuovo o di particolarmente interessante al genere e al cinema in generale. 

 

VOTO: 6

 

 


CITAZIONE DEL GIORNO

  

Vedi questo artiglio puntato sul tuo occhi? Mi serve per sapere chi sei, da dove vieni e cosa vuoi. Puoi iniziare da qualsiasi delle tre. (da "Catwoman")

 


LOCANDINA

 

9 commenti su “Pride & glory – Il prezzo dell'onore

  1. Insomma, un film discreto. Lo dico basandomi su quello che riferisci tu ma anche basandomi sulle relative recensioni che ho letto…

    Comunque, bellissimo l’header: molto, molto romantico 🙂

    Bye! ^_^

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