Rabbits

REGIA: David Lynch

CAST: Naomi Watts, Laura Harring, Scott Coffey
ANNO: 2002

TRAMA:

Tre conigli disquisiscono su un avvenimento enigmatico e segreto all’interno di una stanza con divano e asse da stiro.

 



ANALISI PERSONALE

8 cortometraggi diretti dalla mente geniale e malata di David Lynch. Solo questo basterebbe ad incuriosire il cinefilo più incallito, ma se ci aggiungiamo il fatto che in poco più di 42 minuti di pellicola abbiamo una mole impressionante di inquietudine e angoscia, oltre ad un mix imperdibile di alcuni dei temi più cari al regista, senza tralasciare numerosi rimandi al mitico telefilm Twin peaks, allora non possiamo che cadere nella trappola abilmente costruita dal grandissimo cineasta visionario. Una patina di surrealismo avvolge i cortometraggi contrassegnati da un apparente nonsense che dilaga nei dialoghi dei tre conigli e nei loro movimenti. Loro sono Jane (Laura Harring), Jack (Scott Coffey) e Suzie (Naomi Watts) e si muovono quasi meccanicamente all’interno della stanza, nascosta in una quasi soffocante penombra, trasmettendo un senso di ansia e di tensione non indifferente. In realtà scavando nelle pieghe più nascoste di questo fenomenale esperimento lynchiano, possiamo cogliere una serie di interessantissimi spunti di riflessione. I corti sono girati seguendo gli stilemi e le regole delle sit-com, ogni volta che entra un personaggio dalla porta il pubblico applaude e questi aspetta che l’ovazione sia finita, per cominciare a parlare; di quando in quando si sentono, oltre agli applausi, delle risate registrate che arrivano senza che sia stata pronunciata una frase spiritosa o una battuta, il più delle volte quando i personaggi si riferiscono al tempo o ad un fantomatico “esso”. Questo tipo di scelta comunica una determinata denuncia al tipo di televisione a cui ormai pubblico e addetti ai lavori si sono assuefatti, una sorta di denuncia che vuole spronare al cambiamento o perlomeno alla presa di coscienza di una determinata realtà. Cinema che parla di televisione, ma anche di cinema, meta-linguaggio che si serve delle metafore per comunicare. In realtà di comunicazione ce n’è davvero poca, visto che ciascun coniglio si rivolge all’altro pronunciando frasi sconnesse e senza senso e ricevendo ogni volta delle risposte assolutamente fuori luogo rispetto alle domande. Tutto ciò sta a rappresentare, a seconda delle interpretazioni molteplici che si vogliono e si possono dare a questo piccolo gioiellino cinematografico, l’incomunicabilità che ormai si è venuta a creare all’interno delle famiglie, ma anche tra persone vicine. Inseriti, e quasi nascosti, tra gli incessanti dialoghi privi di senso, ci sono dei momenti di lucidità nei quali i conigli ci fanno comprendere che molto probabilmente l’evento che li ha resi così instabili e preoccupati è un omicidio (quello di Laura Palmer?). I continui riferimenti ad una vita passata o futura (nel finale Jane dice: “Mi domando chi sarò”), fanno supporre che molto probabilmente i protagonisti si trovino in una sorta di limbo (a confermare l’ipotesi l’apparizione per ben due volte di una sorta di mostro che aleggia nell’aria e pronuncia frasi incomprensibili con una voce a dir poco minacciosa e paurosa). Uno per uno, a turno, i tre conigli ad un certo punto si esibiscono recitando una poesia, anch’essa apparentemente priva di senso, che in realtà però, molto probabilmente ci restituisce particolari importanti circa l’omicidio: “denti sorridenti” (basti ricordare la famosa foto di Laura Palmer), “sirene distanti”, “navi distanti” (il corpo della ragazza di Twin peaks fu trovato in mare), e via di questo passo. Alla fine di ogni lampo di “lucidità” una sigaretta arriva a bruciare la parte in alto a destra dello schermo, facendo ripiombare nel caos e nell’inquietudine, sia lo spettatore che i protagonisti. Ogni cortometraggio è suddiviso dall’arrivo di un tuono che scombussola i protagonisti o dall’aprirsi di una porta dalla quale entra uno dei tre conigli. Non ci sono stacchi di montaggio (se si esclude l’unica volta in cui la telecamera si concentra sul primissimo piano del telefono che squilla, particolare di capitale importanza), la telecamera è perennemente puntata sulla stanza (che rimanda per atmosfere alla famosa Loggia nera di Twin peaks) in una specie di unico piano-sequenza inframmezzato da qualche dissolvenza in nero o dai suddetti tuoni e lampi che creano confusione e scompiglio. Di interessante fattura, oltre all’ambientazione davvero inquietante e alla rappresentazione e messa in scena dei conigli, apparentemente legati da un rapporto famigliare, è la colonna sonora (firmata dal fidato Angelo Badalamenti) tutta incentrata sui rumori della pioggia e del vento che contribuiscono ad accrescere l’angoscia dei protagonisti, ma soprattutto dello spettatore sempre più spaesato, cortometraggio dopo cortometraggio.

VOTO: 9,5

 



CITAZIONE DEL GIORNO

Nicoletta Braschi: "Buono questo dolce! L’ha fatto sua moglie?". Benigni: "No, non sono sposato". Braschi: "L’ha fatto sua madre?". Benigni: "No, non sono nato". (Da: "Johnny Stecchino")


LOCANDINA

36 commenti su “Rabbits

  1. Ottima analisi complimenti. Non ho mai visto questa cosa, ma mi son già fatto un’idea grazie alla recensione. Magari la scelta dei conigli si riferisce proprio all’immagine che solitamente associamo a questa parola. Ho visto che si è beccato un 9.5 quasi quasi me lo guarderò. Fortunatamente nella mia famiglia non ci sono problemi di comunicazione. Ma immagino che certe realtà esistano.

  2. …ti dico solo che all’uscita dal cinema dopo aver visto questo film dissi:che roba era???…e con questo ho detto tutto….

  3. Non sapevo neppure che esistesse questa cosa!!! *__*

    da fan di lynch è imperdonabile.. Ho visto solo qualcosa di questo in Inland Empire.. Recupero subito..

  4. Fly, certe realtà esistono eccome!!

    Cryptik, ma alla fine ti è piaciuto o no?

    mario e utente anonimo, io ho visto Rabbits proprio per prepararmi alla visione di Inland empire

  5. è da un bel po’ di tempo (ovvero da quando ho visto quel capolavoro assoluto che risponde al nome di “inland empire”) che voglio vedere questo film. più che altro per un’autolesionistica attrazione che mi spinge verso ciò che mi spaventa: penso che le scene coi conigli di “inland empire” siano la cosa più terrificante mai vista sul grande schermo.

    alberto

  6. Decisamente imprescindibile per chi ha amato “INLAND EMPIRE” dove sono proposti alcuni spezzoni di Rabbits..ho amato la tua analisi personale e i rimandi a Twin Peaks!

  7. Alberto, io non vedo l’ora di vedere Inland empire!!

    Damiani, per un fan accanita di Twin peaks come me, era impossibile non cogliere quei rimandi ^^

  8. stupendo e inquietante. oltretutto per quanto un esperimento gratuito, l’idea malata di mischiare le battute dei dialoghi poteva venire solo a un folle come lynch. e bello il tuo rimando a twinpeaks.

    ma quindi ti stai preparando a INLAND EMPIRE? paura vera.

  9. mi sembrava che per i dialoghi sia stato usato il cut up burroughsiano, dialoghi normali poi tagliati a fettine e reincollati in posizioni diverse, mi pare

  10. Eh, no… Mi duole dirlo, ma io e Lynch non ci siamo mai trovati troppo. Probabilmente è troppo “oltre” per i miei gusti (ed ho il sospetto che neppure lui abbia capito del tutto i suoi sogni/incubi) 🙂

    Comunque, Lynch a parte, ero passato anche per dirti che ho un po’ modificato l’elenco delle persone chiamate ad esprimersi riguardo i propri luoghi oscuri. Credo la cosa ti riguardo direttamente… 🙂

    Ciao,

    Mr. Hamlin

  11. STUpendo, STUpefacente, diSTUrbante! Un “film” parodia della sit-com ma anche riflesso del mondo reso attraverso la stanza di un altrove reso catatonico da certo cinema e sopratutto da molta tv, ma dove comunque “tutto scorre” (ed è spesso uno scorrere adibito al male – o al malessere?) anche se non sappiamo bene cosa cavolo sta succedendo. Non ci resta che ridere a caso. Bellissima recensione!

    P.S. Ottima preparazione prima del tuo post su INLAND EMPIRE (dovrei recensirlo a Settembre)^^

  12. Ops… me l’ero perso! Recupero subito.

    Invece per Lynch… nulla da fare, magari in un’altra vita… 🙂

    Ciao,

    Mr. Hamlin

  13. L’utete anonimo dei primi post ero io.. Recuperato.. E sono estasiato.. Mi ha lasciato con una voglia incredibile di riguardare Inland Empire.. E siccome mi sto riguardando di nuovo tutta la sua filmografia (per vedere se questa volta mi riesce di piacermi Fuoco cammina con me) ci arriverò soltanto alla fine… Cmq condivido perfettamente il voto…

    E adoro leggere le diverse interpretazioni in giro per internet dopo aver visto Lynch… Mi ha interessato particolarmente la teoria dei tre uomini in un limbo, che si sono reincarnati in conigli… E l’urlo finale come segno che c’è un nuovo arrivo nel limbo.. Più tanti altri particolari…

  14. Quell’urlo finale è a dir poco agghiacciante e si, conferma l’ipotesi che i tre conigli si trovino in qualche “strana dimensione”.

  15. Allora, cosa dire? Prima di tutto anche per me “Rabbits” è un piccolo capolavoro, poi complimenti per la recensione così appassionata e appassionante! Si sente che “Rabbits” ti ha proprio coinvolto, e hai fatto benissimo a repuperarlo prima di “INLAND EMPIRE”, così entri nello spirito giusto. Sono sicuro che non ti deluderà, per me è stato IL film del 2007 🙂

    Interessantissimi inoltre i collegamenti con Twin Peaks!

    Ciao,

    Lore

  16. Alla fine come voto gli ho dato NC…non classificabile…perchè non riesco a capire se è un capolavoro o una cavolata…sto ancora comprendendo…ihihi qualche volta passa anche da me…ciao

  17. Torno dalle ferie e trovo questa interessantissima analisi di un piccolo ma preziosissimo gioiello, regalo di quel geniaccio di David Lynch! Complimenti ^__^

    Rabbits è un tassello fondamentale da vedere prima o dopo INLAND EMPIRE ^__^

  18. Azz, sei il primo che mi parla male di quel film…ovviamente parlo dei cinebloggers, visto che comunque in giro ne ho letto malissimo. Io ho ancora delle ottime speranze, visto che ho amato moltissimo questi corti, così come amo il geniale regista.

  19. Tutti i cinebloggers si sono entusiasmati per IE; io l’ho detestato.

    [e difatti non mi sono mai reputato un vero e proprio cineblogger, visto che parlo anche di altre cose]

    Sono curioso di sapere cosa ne pensi, ma a intuito ti piacerà molto!

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