Ragazzi miei




REGIA: Scott Hicks

CAST: Clive Owen, Emma Booth, Laura Fraser, George McKay, Nicholas McAnulty

ANNO: 2010

 

Joe, giornalista sportivo di successo, rimane vedovo di una moglie che amava moltissimo. Si ritrova solo a dover crescere il piccolo Artie e ben presto anche Harry, il figlio adolescente avuto dal suo primo matrimonio, arriverà a scombussolargli la vita. Insieme i tre riusciranno a trovare il modo di convivere e di superare i corrispettivi dolori.

 

I film sulla vedovanza, si sa, portano con se numerosi rischi, primo su tutti quello dell’eccessivo pietismo e patetismo. Non accade nulla di tutto questo in “Ragazzi miei” in cui, oltre al tema del lutto, a farla da padrone in realtà è la difficoltà dei rapporti padre-figlio e della genitorialità maschile in senso lato. Trattasi sicuramente di un dramma, ma non è uno di quei drammi pesanti, pur non essendo nemmeno totalmente leggero, nonostante ci sia molta freschezza nel racconto delle scorribande di questo padre distrutto e di questi figli da recuperare. Un perfetto equilibrio, dunque, è ciò che si ravvisa nel racconto di questa storia ispirata a fatti veri e tratta dal romanzo autobiografico del giornalista inglese Simon Carr. E’ questo quello che ci viene narrato da Scott Hicks nel suo film, o forse sarebbe meglio dire che a raccontarci la difficoltà di quest’uomo nel rimettere insieme i pezzi della sua vita e nell’affrontare compiti che solitamente sono affidati alle donne, sono in realtà le straordinarie musiche dei Sigur Rós e i magnifici paesaggi australiani incorniciati da una splendida fotografia. Elementi che contribuiscono ad innalzare il livello della pellicola, tenuta sulle spalle da un inedito ma apprezzabilissimo Clive Owen e dal piccolo Nicholas McAnulty nel ruolo non facile di Artie, bambino che apparentemente rimane indifferente alla morte della madre, ma che si ritrova nel bel mezzo di una bufera, letteralmente ed emotivamente parlando. Il papà in carriera, infatti, dopo le iniziali difficoltà nell’organizzazione della casa e della vita propria e del figlio, decide che forse meno regole ci sono e meglio è. Della serie poche ma buone, insomma. E’ così che la loro vita e la loro casa si trasformano in un vero e proprio “paradiso dei porci”, così come lo chiamano loro, in cui è possibile farsi i gavettoni in casa, correre all’impazzata tra i corridoi, scongelare polli nella vasca, non buttare mai la spazzatura, ma dove sono vietate le parolacce e la maleducazione. Il più grande Harry, primo figlio di Joe, si ritroverà in un mondo sconosciuto, oltre che a contatto con un padre che sostanzialmente l’ha abbandonato per la sua nuova vita. Sarà questo conflitto, oltre a quelli già accumulati dall’uomo, a dare una svolta al suo stile di vita, ma soprattutto al suo modo di essere genitore. Sicuramente non mancano i luoghi comuni, incarnati soprattutto nella figura della nonna materna che si oppone alla condotta del genero o della ragazza che si interessa al giornalista sperando che nasca qualcosa e che quindi cerca di aiutarlo in casa e con il figlio (quest’ultimo luogo comune però viene ribaltato dal fatto che alla fine l’uomo decide di non avvalersi dell’aiuto della donna e di continuare fieramente a fare tutto da solo, dimostrando che anche per i padri è possibile essere dei genitori a tutto tondo, cosa che spesso viene dimenticata). Forse evitabili anche le apparizioni della moglie defunta che suggerisce di volta in volta al marito come prendere il figlio più piccolo e come comportarsi nelle situazioni più complesse.

Ma al di là di questo in “Ragazzi miei” si può godere di una pacatezza di toni e di una semplicità narrativa che però ci riconcilia con la nostra parte più infantile e ci rasserena con dolcezza e raffinatezza, accompagnandoci soavemente in un viaggio emozionante fatto di momenti più dolorosi e commoventi e di altri più divertenti e spassosi. Esemplari al riguardo le speculari sequenze ad inizio e a fine film entrambe a bordo di un auto, entrambe raffiguranti i vari protagonisti in un momento di spericolatezza nell’incipit, e di consapevolezza e maturità nel finale.

 

VOTO:

 

 


Pubblicato su www.livecity.it

 

3 commenti su “Ragazzi miei

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.