Rec 2




REGIA: Paco Plaza, Jaume Balaguerò

CAST: Manuela Vaelasco, Johnatan Mellor, Vicente Gil, Juili Febragas, Pep Molina

ANNO: 2010

 

All’interno del condominio nel quale erano stati intrappolati dei pompieri e dei giornalisti di una trasmissione televisiva, vengono mandati dei poliziotti facenti parte di un corpo speciale per scoprire se ci sono sopravvissuti, accompagnati da un medico che dovrebbe prevenire il diffondersi del virus che apparentemente aveva dato vita allo scoppio di “rabbia” tra gli abitanti del palazzo. Ovviamente anche per loro uscirne vivi non sarà facile.

 

La differenza sostanziale tra il primo “Rec”, horror apprezzabilissimo e sicuramente molto interessante sotto molti punti di vista, e questo suo sequel sta soprattutto nel fatto che se il primo assolveva al compito primario di ogni film horror che si rispetti, cioè faceva veramente paura impressionando particolarmente lo spettatore, in questo caso l’obiettivo non è minimamente raggiunto. Non solo “Rec 2” non fa paura, ma molto spesso cade quasi nel ridicolo involontario, proprio perché alla brillante idea iniziale che tutto fosse cominciato in seguito ad una sorta di virus che si era sparso nel condominio, si è sostituita la difficilmente giostrabile motivazione sulla natura dei terribili avvenimenti basata su possessioni demoniache in puro stile “esorcistico”. Il risultato è che i “rabbiosi” che nel primo episodio suscitavano tanta angoscia e particolare terrore, in questo caso cominciano a parlare e ad esprimersi in maniera eccessiva, riuscendo nell’intento opposto da quello voluto. Come se non bastasse non abbiamo la minima caratterizzazione dei personaggi, se non fosse per il sedicente medico che si rivela essere “qualcos’altro”, in modo tale che ogni volta che muore qualcuno per mano delle terribili creature assetate di sangue allo spettatore non importa poi molto, anche perché più volte stenta a riconoscerne l’identità. All’unità visiva del primo capitolo, rirpreso solo ed esclusivamente da un’unica telecamera appartenente al cameramen della trasmissione televisiva che stava seguendo i pompieri di Barcellona per documentarne il lavoro, viene sostituita una pluralità di strumenti visivi che ci rendono partecipi degli orrori che avvengono nel condominio, visto che il tutto viene ripreso dalle varie telecamere posizionate sugli elmetti dei poliziotti e poi anche da quella di tre ragazzini in cerca di forti emozioni e di eclatanti immagini da diffondere su youtube o simili (la presenza di questi tre personaggi sullo schermo ha l’unico compito di stordire lo spettatore con le loro incessanti e fastidiosissime urla). Ormai sta diventando chiodo fisso di un certo cinema questo riferirsi alla pratica di diffusione delle immagini e dei video attraverso internet, ma se in molti casi questo genere di espediente narrativo porta con sé delle interessanti e profonde riflessioni sul tema, in questo caso (soprattutto considerando che già col primo capitolo si era raggiunto pienamente e in maniera soddisfacente lo stesso risultato), non si riesce a coglierne il senso, anche perché l’utilizzo di questo espediente narrativo sembra molto forzato e più campato in aria rispetto al primo “Rec”, in cui era meglio giustificato. Al di là di questi difetti sui quali si potrebbe tranquillamente soprassedere di fronte ad una pellicola dal forte impatto emotivo o visivo, quello che non funziona in “Rec 2” è il fatto che di “orroristico” c’è veramente poco, visto che non solo le creature non fanno più paura, ma perché i registi cercano di impressionarci facendo ricorso a facili espedienti e mezzi come lo scoppio improvviso di rumori assordanti o l’apparizione dal nulla delle strane creature, elementi ormai abusati ed usurati che alla fine ottengono il risultato di sfiancare lo spettatore piuttosto che catturarlo nella sua rete. Al di là del fatto che in realtà i momenti puramente horror sono veramente irrisori, sia numericamente che qualitativamente, delude anche la spiegazione sulla genesi delle creature e il tutto risulta non solo molto noioso e difficile da seguire con interesse, ma anche, come suddetto, quasi risibile anche a causa dei vari esorcismi che un protagonista più odioso che mai diffonde qui e lì all’interno del palazzo.

Soprassedendo al terribile doppiaggio (difetto anche della prima pellicola), qualche momento di seppur scarso interesse è possibile ravvisarlo come quando ci imbattiamo in una “vecchia conoscenza” che fa la sua comparsa lasciandoci col dubbio sulla sua sorte e con degli interrogativi che poi troveranno risposta. Una risposta insoddisfacente, ma pur sempre una risposta.

 

VOTO:



 

8 commenti su “Rec 2

  1. Credo che il peggior virus diffuso dentro quel condominio sia l’idiozia che colpisce tutti quelli che ci entrano e che li porta ad agire nelle maniere più stupide possibili cosa che, in fondo, in un film horror siamo portati anche a tollerare.
    Si può anche capire la necessità di Plaza e Balaguerò di dare al film una spinta diversa peccato che gliela diano nella direzione sbagliata…e da quando in qua le preghiere hanno sostituito il classico e mai tramontato "head shot"? ^__*

  2. Vedo che più o meno ci troviamot tutti d’accordo…un peccato perchè anche per me il primo è stato veramente un gran bel film.

  3.  sponsorizzando il mio secondo blog…
    …voglio semplicemente dirvi di diffondere la notizia, poiché è nato sulla rete un nuovo spazio indipendente che cercherò di rendere interessante il più possibile…
     
    questa la presentazione:
     
    "Turn Out The Lights" è un verso di "When The Music’s Over" (1967), scritta da Jim Morrison, voce e anima dei Doors [in una live performance nell’immagine di sopra], a cui è appunto tributato questo modesto spazio sul web.


    Nel seguente blog, io, Vision, posterò solo videoclips musicali, a casaccio, senza un ordine ben preciso, intenzioni filosofico-esponenziali o capacità di revisioni misteriose…
    …quindi, in sostanza, quando non avrò un cazzo da fare, dipingerò i pezzi migliori del mosaico multiforme in cui si impregna uno dei connubi più affascinanti dell’arte moderna: quello tra musica e fotografia.


    …naturalmente invito tutti i lettori/spettatori a seguire il blog, con commenti sensazionali ed emozionali…

  4. anche secondo me il primo "rec" non era male, ma tra i film che, come dici tu, si basano sulle riprese amatoriali stile youtube (cinema diffuso?), che da "blair witch project" sono quasi una moda, un filone, secondo me il capolavoro è "colverfield". che gran film.
    comunque questo "rec2" mi sa che non andrò a vederlo, a ‘sto punto.
    ciao!
    alberto

  5. Vision, grazie mille, verrò sicuramente a darci un’occhiata.

    Alberto, il primo a me era piaciuto parecchio. Con questo hanno sforato di brutto, almeno secondo me. Cloverfield è sicuramente uno dei migliori  esponenti del "genere" (perchè ormai è un genere). Io per esempio gli ho preferito "Diary of the dead" di Romero o anche, seppur non si tratti di un horror, "Redacted" di de Palma che per me è un vero e proprio capolavoro.

  6. Di "forte impatto visivo" ho trovato solo i giochi di luce/ombra nella scena finale, nella "prigione dimensionale" (o qualsiasi cosa fosse, non ho ben capito… -_-). Il resto, sono d’accordo, è inutile quando va bene. Esilarante la scena con il prete contro il bambino posseduto… XD
    (ma la possessione demoniaca allora è una malattia ematica?!)

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