Revolutionary road




REGIA: Sam Mendes

CAST: Leonardo Di Caprio, Kate Winslet, Katht Bates, Michael Shannon

ANNO: 2009

 

TRAMA:

 

April e Frank Wheeler, si trovano a dover affrontare a viso aperto tutte le questioni irrisolte del loro matrimonio, pervenendo a delle verità sconvenienti e dolore.

 

  


ANALISI PERSONALE

 

Tacciato, giustamente, come progenitore della fortunata opera prima di Mendes – quell’American beauty che però per trasmettere lo stesso genere di sensazioni e di riflessioni faceva ricorso ad eccessivi orpelli narrativi e visivi oltre che a marcati “suggerimenti di interpretazione” – questo Revolutionary road, riesce nel difficilissimo intento di comunicare allo spettatore il disfacimento di una determinata fetta di società (la middle-class americana degli anni ’50), tramite la storia personale di una coppia di coniugi, senza strafare in soluzioni registiche eccessivamente particolari (anche se ci sono dei momenti davvero memorabili) e lasciando allo spettatore la possibilità di immergersi totalmente nella storia per trarne le proprie conclusioni . Il tutto facendo ricorso solo ad una serie di dialoghi decisamente profondi ed incisivi e ad un utilizzo delle atmosfere e degli spazi di narrazione davvero magistrale: la casa bianca dei Wheeler è in realtà una prigione dorata che tra le mura apparentemente confortevoli nasconde tutte le frustrazioni di una vita vissuta nella maniera dovuta, ma non voluta. I moralismi della società condizionano molto spesso chiunque ne faccia parte, fino a quando i muri della propria prigione non cominciano a soffocare le aspirazioni di un’esistenza più vera, più sincera, anche se fuori dai canoni prestabiliti. April, dopo una furiosa lite col marito a seguito di una serata in teatro andata decisamente male, si rende conto di non voler più vivere nella menzogna, di applicare la verità assoluta al proprio matrimonio e alla propria vita. Il probabile distaccamento affettivo e sentimentale dal proprio marito la spinge a desiderare una vita fuori dai canoni prefissati (andare a vivere a Parigi dove lei lavorerà per mantenere la famiglia e lui cercherà di trovare sé stesso e le proprie aspirazioni, sembra la soluzione migliore), nella speranza di riaccendere dentro di sé una fiamma che molto probabilmente si era spenta troppo in fretta.

Le difficoltà vissute da April, attrice con aspirazioni represse, e da Frank, impiegato che svolge il proprio lavoro per inerzia senza sapere in realtà cosa voler fare della propria vita, sono un saggio preciso ed esplicativo di una società racchiusa in una gabbia fatta di convenzioni sociali (la famiglia, i figli, la casa con giardino e annaffiatoio, i vicini cordiali e sorridenti, il lavoro in ufficio per portare il pane a casa, le uova strapazzate la mattina, la cena con gli amici la sera, ecc…), una società dalla quale è impossibile prendere le distanze per evitare di apparire pazzi, così come succede al personaggio più intenso ed incisivo della pellicola, il figlio di un’insistente agente immobiliare (la stessa che ha venduto ai Wheller l’appartamento dove vivono), che in una sequenza dal fortissimo impatto emotivo, sputerà in faccia ai due coniugi delle verità scottanti e scomode, ma decisamente necessarie e rivelatrici. Ad undici anni di distanza dal tanto acclamato, ma diversissimo Titanic, la coppia Winslet-Di Caprio non delude le aspettative, anzi le supera decisamente, offrendo uno spettacolo interpretativo davvero unico ed appagante. Entrambi riescono a toccare le corde emozionali dello spettatore che si ritrova ad interrogarsi e ad impegnarsi nella traduzione delle loro espressioni, delle loro parole, dei loro sguardi e movimenti, in concetti e considerazioni. Difficilmente si riesce ad entrare a viva forza nelle logiche difficilissime e uniche della vita di una coppia, ma l’alchimia tra i due attori (ascrivibile sicuramente anche alla grande amicizia che li lega) è talmente forte da riuscire a coinvolgere lo spettatore senza che questi se ne accorga, come se i due fossero davvero una coppia in preda al caos più totale: le liti furiose seguite dalle riappacificazioni repentine e inaspettate, costituiscono lo sfondo di questa sorta di rappresentazione teatrale della vita di coppia, che si fa  metafora e simulacro di una realtà che riguardava, e riguarda, tutti. La società del tempo è descritta in maniera perfetta non solo grazie all’ottima fotografia, ma anche grazie a soluzioni registiche e non, che ci rimandano a viva forza negli anni ’50 (l’invasione di colletti bianchi alla stazione per esempio), oltre che alla colonna sonora perfetta e misurata.

Alla fine quello che rimane è la solitudine di un uomo che per mancanza di coraggio e per comodità, allontanandosi dai desideri e dai propositi ardimentosi della moglie ben più temeraria e desiderosa di emancipazione da una società opprimente, non ha accettato di intraprendere una “strada rivoluzionaria”.

 

VOTO: 8/8,5

 


CITAZIONE DEL GIORNO


L’amore è come la fascia di ozono! Ti accorgi di lui solo quando non c’è più! (dal film "Una pallottola spuntata 2 e ½")

 


LOCANDINA

 

29 commenti su “Revolutionary road

  1. Ancora non l’ho visto, ultimamente sono super impegnata con l’univesità (sessione d’esami) che a visione di films non rimasta indietro.. ma questo 8 e mezzo me lo ricorderò!

    ely

  2. Bella recensione. ancora non l’ho visto ma è un film che attendo con ansia, soprattutto per Kate, ovviamente. Alla critica americana non è piaciuto granchè, tant’è che è stato ignorato agli Oscar. Ma si sa, loro preferiscono ron howard…

  3. Adele, grazie mille!!

    Cine, a chi lo dici!! Impegni a go go, ho un sacco di film arretrati infatti!!

    Cine, l’hanno scorso gli Oscar, bene o male ci hanno dato un bel pò di soddisfazioni. Quest’anno mi sembra di vedere degli esclusi meritevoli e dei nominati immeritevoli…

  4. L’ho visto ma non mi ha trasmesso nulla… mi ha quasi infastidito.

    Troppo teatrale e statico nella messinscena (Mendes viene dal teatro, e spesso questo è un male per un regista), pochi slanci creativi: deve tutto agli attori e al lato formale.

    Mendes è senza dubbio un regista sopravvalutato.

    Bye.

  5. Non so se sia un regista sopravvalutato, di sui ho visto solo American beuty che mi è piaciuto anche se non l’ho osannato come molti, Era mio padre che mi è parso perlomeno dignitoso e ora questo che mi ha colpita molto profondamente.

  6. Mmm come già detto in “Altri posti” il film non mi è assolutamente piaciuto. Il problema è…ma cosa vuole dire davvero?? La risposta che è rimasta confermata: chissà. Brutta delusione di questo Gennaio.

  7. Mah, secondo me cosa vuole dire davvero è fin troppo palese. Può non piacere il modo in cui lo dice, ma cosa dice si capisce eccome…

  8. “Era mio padre” dignitoso??? solo per questo ti meriti un altro scherzone di quelli come si deve. Stai in guardia.

    🙂

    Condivido tutto quello che hai scritto nel post. Grandissimi Leo e Kate. Gran lavoro di Mendes e del direttore della fotografia. Ottime scelte sulla colonna sonora. Film ignorato agli Oscar ma, tanto, sappiamo come vanno le cose.

    Salutoni 🙂

  9. Ahah, no!! Non ci cascherò mai più! Comunque a me era parso dignitoso (non ho capito se per te dignitoso è troppo o è troppo poco per il film). Il mio comunque voleva essere un complimento, ahah!

  10. Come hai giustamente scritto da me, stavolta non siamo d’accordo.

    A me ha profondamente infastidito.

    Salvo giusto la fotografia di Roger Deakins, ingiustamente ignorato agli Oscar.

    Mentre mi sembra decisamente generosa la candidatura di Michael Shannon. Tanto per il ruolo (interessante ma non così stravolgente), quanto per la sua interpretazione.

    Riguardo Mendes ribadisco che, a mio parere e dal punto di vista strettamente cinematografico, non è un autore ma un malinteso.

    Buona serata,

    Mr. Hamlin

  11. Bè, come avrai letto dalla mia recensione, non credo che sia così. Mendes ha fatto prima di questo due film sicuramente apprezzabilissimi. Dovessi fare una classifica metterei questo al primo posto, Era mio padre al secondo e American beauty al terzo. Mi manca Jarhead, ma ho come l’impressione che andrebbe a finire al quarto posto. Detto questo, definirlo addirittura un malinteso mi sembra eccessivo, però alla fine rimane che è questione di opinioni personali ^^

  12. condivido pienamente la tua recensione. a me R.R. è piaciuto molto, anche perchè non avevo grandi aspettative: l’ho apprezzato in particolare perchè, pur trattando lo stesso tema di American Beauty, lo fa (come hai scritto) in maniera più sottile e meno tendenziosa, lasciando più libertà interpretativa allo spettatore.

    E qui, a differenza che in A.B., la linea tra conformisti e “rivoluzionari” è molto sottile (basta vedere le reazioni di amici e colleghi alla notizia della loro partenza), come credo che sia anche nella realtà: insomma, sono tutti consapevoli della gabbia, poi che non abbiano voglia di piegare le sbarre è un altro discorso.

    E non sono completamente d’accordo sull’interpretazione finale: lei ne esce male quanto lui, a mio parere, e non è meno egoista.

    Fabio

  13. Fabio, innanzitutto grazie per il commento. Comunque io con quell’ultima frase non ho voluto mettere in luce lei, ho semplicemente sottolineato la solitudine di lui a causa di determinate scelte. Con questo non voglio dire che uno avesse totalmente ragione e l’altro no. In effetti i torti e le ragioni stanno da entrambe le parti, come quasi sempre del resto ^^

  14. Magnifico e commovente.

    Il miglior film di Mendes, senza dubbio (ah, per me ROAD TO PERDITION è abomibevole), gonfio di melodramma (quello indimenticabile dei ’50) e di struggente partecipazione.

    Performance eccellenti (Kate da Oscar, non voglio immaginarmi cosa avrà combinato di meglio in THE READER!) e regia intelligente e raffinata.

  15. Ma no dai Era mio padre secondo me è un’ottimo film! Comunque concordo col fatto che questo sia assolutamente il migliore di Mendes ^^

  16. Ciao Adele, purtroppo ultimamente non ho tempo manco per respirare. Tra studio e lavoretti vari, mi rimane pochissimo tempo per guardare film e scriverne. I telefilm (a parte Lost e qualche altro che seguo settimanalmente), li ho lasciati un pò in secondo piano, anche se me ne dispiace moltissimo. Comunque Mad men è sicuramente in cima alla lista di quelli da recuperare ^^

  17. Già, anch’io ho poco tempo, purtroppo… seguo Lost, da poco ho iniziato con Twin Peaks e con Mad Men, ma ho un’immensità di film da vedere e di libri da leggere (e di esami da dare).

    Uff… buona giornata, va’ 🙂

  18. Eh non parliamo dei libri poi…con tutti questi impegni il tempo per leggere per puro piacere si riduce veramente a zero ed è una cosa di cui mi dipiace moltissimo dato che io adoro molto anche leggere, oltre che guardare film e telefilm.

    Comunque Twin peaks è un capolavoro assoluto, poi mi dirai!!

  19. La sceneggiatura mi ha deluso. Il resto è pregevole, ma non è bastato ad evitare di tradire le mie aspettative.

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