Righteous kill – Sfida senza regole


REGIA: Jon Avnet

CAST: Robert de Niro, Al pacino, Carla Gugino, 50 Cent, John Leguizamo, Donnie Wahlberg

ANNO: 2008

 

TRAMA:

 

Turk e Rooster sono legati da un’amicizia trentennale e da un’altrettanto lunga collaborazione lavorativa tra i ranghi della polizia di New York. Arrivati quasi alla fine della loro carriera, pluridecorati e felici del loro lavoro, si ritrovano ad investigare fianco a fianco su una serie di omicidi ai danni di criminali su cui vengono sistematicamente ritrovati dei versetti in rima.

 



ANALISI PERSONALE

 

Se il mitico protagonista della serie televisiva Dexter fosse morto, per descrivere il valore di questo film si potrebbe utilizzare il famoso detto che lo vedrebbe “rivoltarsi nella tomba”. Per fortuna così non è, e dunque possiamo solo asserire che questo Righteous kill (inspiegabilmente tradotto in Sfida senza regole, titolo del tutto alieno ai contenuti della pellicola) è una scialba e malfatta riproposizione dei temi trattati nel noto e fortunato telefilm. La lotta tra bene e male, il non preciso confine di separazione tra le due entità, il ruolo che vengono ad assumere in un mondo sempre più crudele, sia i criminali che i tutori della legge e così via, queste le tematiche affrontate dalla pellicola di Jon Avent (regista dal talento e dai risultati altalenanti), nella quale un serial killer che ha ammazzato ben 14 persone, trova “conforto” nell’assassinare criminali che in un modo o nell’altro sfuggono alla legge, da assassini a stupratori, da pedofili a papponi, da spacciatori e delinquenti vari. Pur essendo un argomento ormai abusato e strautilizzato al cinema, così come in tv o in letteratura, si poteva sicuramente approfondire il discorso e renderlo non solo più interessante, ma anche più appetibile visivamente parlando. Cosa pensare di una pellicola che vanta come protagonisti due mostri sacri (non più così mostri e non più così sacri) del cinema di tutti i tempi come Robert de Niro e Al Pacino, se a spuntarla è invece il famosissimo rapper 50 cent, nel ruolo di Spider, un noto spacciatore? In realtà nemmeno lui ci fa una bellissima figura, ma perlomeno dal canto suo non destava nessun tipo di aspettative, mentre per quanto riguarda i due grandi attori, ultimamente sempre più fiacchi, imbolsiti per non dire quasi “bolliti”, la delusione è piuttosto cocente. Se qualcuno, pur ammettendo la scarsa qualità della pellicola, ha trovato comunque una nota positiva solo per la presenza dei due attori riunitisi nello stesso film dopo 13 anni

 

(l’ultima e unica volta in cui li abbiamo visti insieme in due o tre scene è stato nello splendido Heat di Michael Mann, film e regista totalmente superiori a quelli di cui stiamo trattando), in realtà questo è soltanto un altro punto a sfavore del film, proprio perché ci ha resi partecipi del netto calo artistico di due icone cinematografiche che negli ultimi anni molto probabilmente non hanno saputo scegliere con oculatezza i progetti migliori ai quali accostarsi. Stupisce maggiormente la notizia che i due attori si siano decisi a tornare finalmente insieme sullo schermo dopo così tanto tempo, proprio perché aspettavano la sceneggiatura migliore che gli potesse capitare. E se quella di Righteous kill, fiacca, scontata, piena zeppa di luoghi comuni, di dialoghi insostenibili e a tratti quasi ridicoli e di fastidiosissimi personaggi totalmente fuori contesto (l’avvocatessa drogata, per non parlare della poliziotta con istinti masochistici), risulta essere per loro una delle migliori, preferiamo non immaginare in cosa possano impelagarsi in futuro. Ed è così che oltre ad irritarci per una serie di scelte registiche a dir poco fuori luogo (una serie di sgradevolissimi e stucchevolissimi ralenty totalmente fuori contesto, così come infiniti slipt screen dei due protagonisti che sembravano più che altro le note interviste doppie delle Iene, scene totalmente inutili oltre che inconcludenti e via di questo passo), quello che più “ferisce” è proprio la recitazione stanca e autoreferenziale di de Niro e Pacino che giocano a recitare “loro stessi”, esibendosi (e divertendosi vistosamente) in tutto il loro repertorio di ben note smorfie e sguardi ormai abbondantemente sfruttati. Se a tutto questo, di per sé già abbondantemente insopportabile, ci aggiungiamo il sopravvento di un telefonatissimo e banalissimo colpo di scena, intuibile ad un bel pezzo della fine della pellicola e scongiurato sin dal suo inizio, la frittata è veramente fatta. A conti fatti, Righteous kill, un film d’azione con pochissima azione e con molte aspirazioni fallite di riflessioni metafisiche e psicologiche, risulta essere un film da dimenticare il più presto possibile con la speranza di rivedere un giorno i due grandi colossi del cinema hollywoodiano impegnati in qualcosa di più apprezzabile.

 

VOTO: 3,5/4

 



CITAZIONE DEL GIORNO

 

Siete talmente vuoti che se mi affaccio su di voi mi vengono le vertigini. (da "La cena")

  


LOCANDINA

 

37 commenti su “Righteous kill – Sfida senza regole

  1. secondo me sei esageratamente critica: io ho visto un film (sicuramente non un capolavoro…) godibile. magari senza aspettative saresti riuscita ad essere meno delusa e catastrofica

    il goro

  2. Non concordo: per me passa la sufficienza. “Dexter” non l’ho visto, ragion per cui me ne sbatto anche giustamente.

    Sugli split screen: da notare come iniziano sì con l’intervista “stile Iene”, ma poi continuano e ci ritroviamo d’improvviso i due messi faccia a faccia frontal-laterale contro sé stessi, anziché l’uno contro l’altro. Mica male.

  3. Dovrei vederlo per poter commentare, ma ho come l’impressione che con questo film non volessero affatto accostarsi ad un buon progetto o raggiungere le alte vette artistiche di un cinema che li ha caratterizzati, quanto più accontentare quel pubblico che tanto ha desiderato vederli ancora una volta nello stesso film e senza tante aspettative. Dovrei appunto vederlo per stabilire alcune cose.

  4. Un voto basso. Sinceramente il film non mi attira (e inoltre sono “indietro” di almeno due film che voglio assolutamente vedere), ma credo che in qualche modo lo vedrò (magari sul DVD).

  5. Dome, puoi anche perdertelo tranquillamente.

    Goro, ti dirò, io avevo aspettative basse per questo film, ma non così basse…

    Weltall, io lascerei perdere, poi magari mi sbaglio eh?

    Gahan, quando sono lì contro se stessi mi sono piaciuti ancora meno di quando erano stile Iene…

    amos, per me invece è insufficiente proprio per la loro presenza, nel senso che se un film non risulta essere positivo nemmeno con la presenza di due così grandi attori, allora è proprio la fine…

    Fly, non so, magari potrebbe piacerti, io non detengo la verità assoluta, ci mancherebbe.

    Luciano, conoscendo un pò quelli che sono i tuoi gusti cinematografici, non penso che tu possa apprezzare la pellicola.

    Filippo, una delusione totale, ma soprattutto molto cocente.

  6. Mario, in effetti è vero…comunque può darsi che siano le uniche cose che gli propongono…

    Alè, indubbiamente in questo caso si, vince Al.

  7. Lol, l’ho visto anch’io.. Ma d’altronde in questo periodo o guardo questo o nient’altro visto che non mi sembra ci sia molta scelta in sala (burn after reading lo devo vedere con gli amici)..

    Dò la sufficenza stiracchiata perchè sono buono..

    De niro e pacino sono loro.. Non al massimo ma loro… Doppiati per me non si possono sentire, essendo abituato alle voci originali.. Infatti me ne sono andato a metà proiezione, anche perchè avevo già capito come andava a finire..

    Ma viste le aspettative basse pensavo peggio quindi…

  8. Noodles, in effetti non è che ci fosse molta scelta eh?

    Glore, se hai addirittura lasciato a metò proiezione, ti senti comunque di dargli la sufficienza??

  9. Ma sì dai, mi sento magnanimo XD

    E poi fino a quel momento me l’ero goduto, non mi era parso così pessimo come me l’ero immaginato…

  10. Si, ma a parte che non puoi avere una visione complessiva della pellicola se non la guardi per intero, a me per esempio non è mai capitato di abbandonare la sala, nemmeno per i film più ignobili…

  11. No no, ma vabè, alla fine ti sei risparmiato un finale che faceva piangere…però era tanto per dire…nonostante tu te ne sia andato gli dai comunque la sufficienza, è un pò stramba come cosa, ecco.

  12. Citi DEXTER e bisogna cogliere la palla al balzo per sottolineare come, nella media del genere, le sorprese arrivino ormai tutte dal piccolo schermo! Dispiace che a questi film morti in partenza, partecipino vecchi leoni ormai allo sbando!

  13. Dexter, pur essendo un prodotto televisivo, è di gran lunga nettamente superiore a questo film, il che dà modo di pensare, ai ragione.

  14. Ok il film non era un granchè ma tutto questo accanimento mi sembra davvero eccessivo, sembra proprio essere il risultato di quell’eccessiva seriosità che prima o poi finisce per colpire quasi tutti i cineblogger.

    A furia di parlare e discutere di cinema si finisce per pontificare alla kezich e a sezionare ogni film come se ci si trovasse di fronte a un film di Eisentein.

    Sono sempre più convinto che un po’ di leggerezza aiuterebbe a mettere tutto nella giusta prospettiva.

    E quasi sicuramente questo mio commento scatenerà le proteste di molti…

  15. Ma qui non si tratta di leggerezza o di eccessiva seriosità che coglie quasi tutti i cinebloggers che alla fine si mettono a “pontificare”. Perlomeno io non la vedo così. Il mio essere “eccessiva” (pensare che ad alcuni sono sembrata anche fin troppo buona), non dipende dal fatto che io “mi prendo troppo sul serio”, ma dal fatto che la delusione per la scarsezza del film, è stata ancora più grande proprio perchè da due dei miei attori preferiti, di certo non mi aspetto una cosa del genere. Al di là di questo, io amo moltissimi film più “leggeri” e non sempre mi accosto alle pellicole con fare “critico”. Anzi il più delle volte mi abbandono al lato emozionale piuttosto che a quello critico, altre volte se mi diverto, pur non trovandomi di fronte ad un filmone, riesco comunque ad apprezzare la pellicola e via di questo passo con vari esempi. In questo caso, il film non mi ha dato nessun appiglio per poterci andare “alla leggera”.

  16. E poi, e non è per fare polemica (assolutamente) ma per esprimere un mio parere, non è che se ad una persona un film piace, nonostante i difetti, mentre ad un’altra proprio non va giù (non riesce a passare sopra quei difetti), non vuol dire che la prima persona è rimasta “umile” e la seconda invece si crede il Kezich della situazione. Potrebbe capitare anche la situazione inversa: un film sicuramente non molto valente dal punto di vista visivo, o tecnico, o narrativo (o di qualsiasi altro aspetto), può colpire la seconda persona dell’esempio precedente per qualche motivo, mentre la prima persona che era apparsa più indulgente nel primo caso, in questo potrebbe ritrovarsi dal lato opposto. Con questo ragionamento contorto, e sicuramente poco chiaro, intendo dire che secondo me ogni film suscita sensazioni diverse in ciascuna persona, non per questo chi non apprezza una pellicola da tutti apprezzata è un ignorante o chi apprezza una pellicola che tutti denigrano è un sempliciotto. Se poi però queste, che sono eccezioni, diventano una regola, allora forse si può parlare di “snobismo” “umiltà” e altri aggettivi che si possono affibiare ai cineblogger o a chi comunque si interessa in qualche modo di cinema.

  17. Per fare un esempio (e scusami se mi dilungo), per quanto attiene al film E venne il giorno (non ricordo se l’hai visto o ti è piaciuto, magari dopo controllo nel tuo blog), a me piacque davvero molto, anche se non eccessivamente (quei difetti che tutti hanno ravvisato, taluni sopportandoli talaltri meno, erano comunque fin troppo vistosi), mentre ci furono un sacco di cineblogger che lo tacciarono come un film “schifoso” (senza usare mezzi termini). In quel caso io non ho mai pensato che questi ultimi si fossero accaniti perchè colpiti da un’eccessiva seriosità, ma semplicemente che avevano avuto un approccio diverso dal mio, dettato da vari aspetti, che possono essere soggettivi od oggettivi (gusti personali, intransigenza nel trovarsi di fronte ad una sceneggiatura di scarsa qualità e via dicendo) e che possono toccare anche sfere “extracinematografiche” (come ad esempio “l’odio” per un determinato attore, o regista o l’aspettativa che ci si crea e che poi viene del tutto ribaltata, ecc…).

    Questo mio approfondire la questione potrebbe far pensare che mi sento colpita e punta nel vivo (della serie, “perchè ti giustifichi così affannosamente se non hai fatto niente?”), in realtà dipende dal fatto che amo molto discutere (nell’accezione positiva del termine), soprattutto quando ci sono punti di vista differenti.

  18. Grazie Ale per l’articolata risposta, come sempre so di poter contare su di me per una bella discussione.

    Anche perchè giustamente non prendi mai troppo sul “personale” le mie parole.

    In questo caso ancora di più il mio era un ragionamento piuttosto generale su come questo film sia stato liquidato in maniera piuttosto sommaria, limitandosi a prendere del film solo l’aspetto più immediato.

    E la causa è proprio quell’atteggiamento troppo “cinefilo” per un film assolutamente poco “autoriale” e di conseguenza estraniando le valutazioni dal “contesto” qui come mai davvero la chiave di lettura del film.

    Per usare un semplice termine di paragone questo film sta agli interpreti come il pane alla nutella: ne è soltanto il “supporto”, il solo veicolo fisico che ne permette la fruizione.

    Paradossalmente il valore del film non sta nel suo (mediocre) contenuto ma nella sua rappresentazione portata avanti da due interpreti che a viso aperto giocano a “fare” sè stessi, non prendendosi mai sul serio, giogioneggiando, sdrammatizzando e contemporaneamente riflettendo su ciò che sono diventati.

    In questo senso un atteggiamento troppo “serioso”, troppo legato alle normali categorie interpretative impedisce di cogliere il motivo per cui questo film (bruttino) merita di essere visto.

  19. Si, l’avevo intuito 🙂

    Comunque, la questione è come la poni tu, tutto sta a vedere come ci si pone ognuno di noi di fronte a questa questione. Io sono andata al cinema con la consapevolezza che molto probabilmente non avrei visto un bel film, ma perlomeno avrei assistito alla performance di due che sono attori che io amo moltissimo. Poi però, il film è risultato più scadente di quello che pensavo e le interpretazioni, proprio perchè di due attori di tal calibro, mi hanno delusa particolarmente.

  20. La trama e l’ambientazione non brillano per originalità, ma come è possibile dire qualcosa di veramente nuovo di fronte all’overdose di telefilm ruotanti intorno ai vari Dipartimenti di polizia che il piccolo schermo sforna quotidianamente? Di positivo qui c’è che la regia non punta sui soliti effetti speciali, sulle trite e ritrite scene carambolesche, sull’inverosimile azione a tutti i costi, sul super-eroe che combatte l’odioso cattivo di turno: l’attenzione è rivolta ai personaggi, alle loro psicologie, alle loro motivazioni, al loro chiedersi quale sia il senso della giustizia. E naturalmente tutto ruota intorno alla presenza magnetica di due giganti come De Niro e Pacino, leggende viventi che da soli esprimono buona parte della storia del cinema. Si è rimproverato loro di non impegnarsi eccessivamente, sbagliando a mio parere. I due ormai non hanno bisogno di dimostrare nulla: sono talmente grandi che basta essere loro stessi (e qui con una apprezzabile lieve ironia verso i rispettivi ruoli, due veterani pluridecorati a un passo dalla pensione) per riempire lo schermo, catturare l’attenzione di qualsiasi pubblico, rendere meritevole di essere visto qualsiasi lavoro in cui compaiano (il finale amaro e crepuscolare, centrato sul confronto diretto tra gli sguardi dei due, è difficilmente dimenticabile).

  21. Bè io spero, da estrema amante di entrambi, che non siano poi così prossimi alla pensione, visto che potrebbero tranquillamente continuare a recitare per altri 15-20 anni. Detto questo io sto film l’ho proprio mal digerito…

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