Rise – la setta delle tenebre

REGIA: Sebastian Gutierrez

CAST: Lucy Liu, Michael Chiklis, Carla Gugino, James D’Arcy
ANNO: 2007

TRAMA:

Una giornalista, Sadie Blake, indaga su una particolare setta a dir poco sospettosa. Si tratta appunto di vampiri che una volta scoperta la sua identità si vendicano uccidendola e trasformandola in una di loro. Sadie, incapace di uccidere gli altri per trovare sostentamento, decide di vendicarsi a sua volta di coloro che le hanno causato tanta sofferenza.

 



ANALISI PERSONALE

Un horror estivo che non vorremmo vedere nemmeno in una di quelle notti insonni passate a fare zapping tra i diversi canali regionali della nostra tv. Rise – la setta delle tenebre è un film talmente piatto e incolore da risultare assolutamente indifferente per quanto attiene alle emozioni o le sensazioni che ciascun film del genere che si rispetti dovrebbe trasmettere. Questa pellicola, invece, punta piuttosto sulla beltà della “malcapitata” (il cui talento qui viene totalmente sprecato e male utilizzato) Luciy Liu, mostrata più volte senza veli o, nell’incipit illusorio e fuorviante, in atteggiamenti erotici con un’altra donna in abiti succinti. Con una serie di fastidiosissimi e ripetitivi flashback ci vengono mostrate le vicende che hanno portato la bella giornalista a tagliarsi i capelli (ma perché quando qualcuno si imbarca in avventure di questo genere, deve accorciare la chioma?) e a vagare armata di balestra per la città, alla ricerca della famiglia di vampiri che le hanno permesso di vivere in eterno, nutrendosi del sangue altrui. Il film si regge solo su questo debolissimo binario, tralasciando qualsiasi introspezione e delineando i personaggi nel peggiore dei modi. Soprassedendo sul mancato approfondimento del mondo dei vampiri, che ormai tutti più o meno conosciamo a menadito, non si può passare oltre il fatto che tutti i protagonisti di questa pellicola appaiono e scompaiono sullo schermo senza che a noi interessi davvero qualcosa.
La povera Sadie, ad esempio, dopo aver scoperto di essere diventata una vampira tenta il suicidio lanciandosi da un ponte su delle macchine in corsa. A soccorrerla arriva un signore che si presenta come un alchimista e che l’addestra, in un batter d’occhio, all’uccisione dei vampiri, in primo luogo del suo stesso creatore (molto probabilmente a Tarantino sarà venuto il singhiozzo). Suddetto
personaggio si rivelerà essere in realtà un losco figuro, almeno a detta di una delle donne che aggredì cla povera Sadie (interpretata da Carla Gugino in un piccolo cameo che la vede prima mora e poi bionda), ma in realtà non si vedrà più se non in uno dei numerosissimi flash e scatti visionari che colpiranno la neo-vampira nella sua missione vendicativa. Ad essere affrontati in maniera superficiale sono anche tutti i cattivi, a partire dal capo della setta che non ha nessuna caratteristica particolare e che si destreggia in un duello finale eccessivamente scialbo ed affrettato.
L’omaggio tarantiniano, o se vogliamo dirla tutta, la scopiazzatura mal riuscita, non si limita alla raffazzonata sequenza dell’addestramento, visto che ad un certo punto che la giornalista si ritrova viva in un loculo dal quale tenta di liberarsi senza avere alcun mezzo a disposizione. Ma laddove c’era un forte senso di claustrofobia e di impotenza trasmessi magistralmente allo spettatore inquietato e coinvolto dalla messa in scena, qui abbiamo solo un’estrema ridicolizzazione della situazione con la donna che sbatte la testa sollevandosi e scalcia prepotentemente per vedere la luce. Come se non bastasse la medesima scena viene poi riproposta in un successivo momento, come a ricordarci che la pellicola è piena zeppa di scene mozzafiato, che in realtà il fiato lo fanno sprecare a furia di sbruffi. Con i soliti personaggi morti che in realtà non sono morti o che in qualche maniera ritornano a disturbare la protagonista e a metterle i bastoni tra le ruote, Rise non si distingue nemmeno per la qualità degli effetti speciali o per aspetti tecnici come la colonna sonora o la fotografia. Tutto rimane nell’anonimato, salvo poi scadere nella mediocrità più assoluta. La sceneggiatura, già di per sé zoppicante e poco originale, si avvale di dialoghi al limite del
sopportabile e oscenamente stereotipati. Cos’è un film dell’orrore che non fa paura, non fa sussultare, non ci fa confrontare con noi stessi e coi nostri limiti? Se alla mancanza di una messa in scena adeguata ci aggiungiamo anche un’estrema povertà di contenuti, che si limitano a porci il facile e abusato interrogatavo su cosa saremmo disposti a fare per sopravvivere e se saremmo capaci di fare del male al prossimo per assicurarci la salvezza, ecco che come risultato abbiamo un film come Rise.

VOTO: 2



CITAZIONE DEL GIORNO

"Non so niente di te!". "Sai che non porto le mutandine". (da "Basic Instinct")


LOCANDINA

20 commenti su “Rise – la setta delle tenebre

  1. io invece lo guarderò ^_^

    Ale, ma come??..

    non hai Buffy? io ho tutte le stagione di Buffy !

    dietro la lavagna ! 😀

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