Robin Williams

Quando si parla di recitazione, quella vera, sentita quella di mestiere vero e proprio, quella non patinata e "seria" non si può fare a meno di parlare di Robin Williams uno dei più istrionici attori Hollywoodiani, che passa dal comico al grottesco, dal drammatico al thriller all’horror senza problema alcuno, e riuscendo a risultare credibile e perfetto per ogni sua interpretazione. Quando si parla di cinema, ben fatto e ben recitato non possiamo fare a meno di ricordare alcune tra le sue migliori prestazioni di sempre come quella in Risvegli accanto ad uno strepitoso De Niro o in Insomnia accanto al grande Pacino o forse la migliore di tutte quella in Will Hunting accanto all’ispiratissimo Damon. Ovviamente, come capita quasi sempre in una lunga carriera, non mancano delle macchie o partecipazioni a film non propriamente definibili tali, ma sono peccati che si possono tranquillamente perdonare ad uno dei migliori attori che Hollywood ci abbia mai offerto.



Robin Williams – Pagliaccio ribelle

Nome: Robin McLaurim Williams

Data e luogo di nascita: 21 Luglio 1951, Chicago, Illinois, USA

È uno degli attori più turbolenti della storia del cinema, ma non certo per la sua vita spericolata! Robin Williams è un portento multiforme, è un flubber che muta la sua voce, il suo volto e il suo corpo per diventare qualcosa che offra al pubblico un sorriso in più, una sana risata.

Trasferitosi a San Francisco all’età di 16 anni, figlio di una modella e di un impiegato della Ford Motor Company, Robin Williams frequenta prima la Redwood High School in California, a Larkspur, poi successivamente entra nel Claremont Men’s College (dove ha un posto fisso nella squadra di calcio) dove studia Scienze Politiche, corso che poi lascia per seguire i corsi di recitazione al Marin College. In seguito, entra nella prestigiosa Julliard School, sotto gli insegnamenti dell’attore John Houseman e accanto a colui che diverrà il suo migliore amico, l’attore Christopher Reeve.

Alla fine del corso di studi, comincia a mettersi a lavorare nei night club come cabarettista, intrattenitore e imitatore ed è proprio in una di quelle notti che viene scoperto da un direttore di casting che vuole assolutamente inserirlo nei contenitori televisivi. Williams esordirà così nel telefilm "Laugh-In" (1977), sarà la spalla di Andy Kayffman e Billy Crystal, scriverà i testi di Richard Pryor, ma sarà presente anche ne "La famiglia Bradford" e soprattutto il fortunato episodio che lo vede debuttare nel ruolo dell’alieno Mork ne "Happy Days" (per la quale audizione si è presentato coi piedi in alto e in bilico sulla testa). Quell’alieno così strambo piacque così tanto che Joe Gluaberg, Dale McRaven e Garry Marshall crearono per lui la seria "Mork & Mindy" (1978-1982) che gli fecero vincere il primo di tanti Golden Globe (come miglior attore in una serie comica). Anche cantante, realizzerà l’album "Reality… What a Concept", mentre nel privato, dopo una relazione con la pornostar Christy Canyon, prenderà in moglie la ballerina (oggi produttrice televisiva) Valerie Velardi dalla quale avrà il suo primo figlio, Zachary.

Il talento comico di Robin Williams viene subito notato da Hollywood che, nella persona di Robert Altman, lo sceglie come protagonista di Popeye – Braccio di Ferro (1980), accanto a Shelley Duvall. Notevole nei ruoli drammatici, è affascinante vederlo ne Il mondo secondo Garp (1982) di George Roy Hill, Mosca a New York (1984) di Paul Mazursky e Good Morning, Vietnam (1987) di Barry Levinson, nella performance di un disc jockey sconcio e disinvolto che intrattiene le truppe americane a Saigon. Il ruolo fu così ben recitato che Williams vincerà il suo secondo Golden Globe come miglior attore protagonista in una commedia e si guadagnerà una candidatura agli Oscar nella stessa categoria.



In costante sintonia con l’ex Monty Python, Terry Gilliam, appare ne Le avventure del Barone di Munchausen (1988) nel ruolo del re della luna. Conclusosi il matrimonio con la prima moglie, sposa (dopo una breve relazione con la cameriera di un bar), la sua assistente personale Marsha Garces, che diventa ufficialmente la signora Williams e dà alla luce due figli: Zelda e Cody. L’attimo fuggente (1989) di Peter Weir è la sua nuova occasione per mettersi in mostra nel ruolo, questa volta, di un insegnante anticonformista arricchendo il suo curriculum di un’ulteriore nomination all’Oscar. E dopo Risvegli (1990) di Penny Marshall, arriva un altro Golden Globe per il suo ruolo ne La leggenda del Re Pescatore (1991) di Terry Gilliam, ovviamente accompagnata dalla nomination all’Oscar. Arricchiranno il suo curriculum Steven Spielberg, Barry Levinson, Kenneth Branagh, ma soprattutto le sue attività di doppiatore, in particolar modo dopo aver prestato la voce del Genio di Aladdin (1992), ricevendo un Golden Globe speciale.

Considerato per il ruolo di Joe Miller nella pellicola di Jonathan Demme Philadeplhia (1993, che poi andò a Denzel Washington), è stato incoronato re dei box office grazie alla commedia Mrs. Doubtfire – Mammo per sempre (1993) di Chris Columbus che, oltre a fargli guadagnare il suo quinto Golden Globe, lo affiancherà spesse volte a Colombus in pellicole come Nine Months – Imprevisti d’amore (1995) e L’uomo bicentenario (2001). Dopo aver rifiutato il ruolo dell’Enigmista ne Batman Forever (1995, che andò a Jim Carrey), si ritrova nel cast di A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar in una parte no accreditata, poi viene scelto come protagonista per Jack (1996) di Francis Ford Coppola. Divertente il suo remake del nostro Ugo Tognazzi ne Il vizietto (Piume di struzzo, 1996), ma ancora più intensa e spettacolare la sua parte in Will Hunting – Genio ribelle (1997) di Gus Van Sant. Il ruolo del professore, che evidentemente gli porta fortuna, gli fa stringere (finalmente) nelle mani la tanto sfiorata statuetta dello zio Oscar.

Woody Allen, Christopher Nolan, Danny DeVito, Chazz Palminteri gli danno altre occasioni di guadagnarsi nel 2005 il premio Cecil B. DeMille, che lui dedica all’amico scomparso Christopher Reeve. Ancora doppiatore per Robots (2005) e per Happy Feet, oggi Robin Williams è the Man of the Year, tornando alla regia di Levinson, interpreta un intrattenitore televisivo che arriva alla Casa Bianca. La storia di Robin Williams è tutta qui, in un continuo alternarsi fra poesia e gag, dalla quale ultimamente emerge anche una certa anima nera. Istrionico e ilare, ma a volte anche un po’ pateticamente strabordante e sentimentale, Williams è considerato il pagliaccio ribelle di Hollywood. Una sorta di Gianburrasca del cinema americano.

di Fabio Secchi Frau

(www.mymovies.it)


FILMOGRAFIA

Come mi capita sempre quando si tratta dei miei attori preferiti, ho visionato quasi tutte queste pellicole e l’ho amato tantissimo oltre nei già citati film Insomnia, Will Hunting e Risvegli, anche ne L’uomo bicentenario, in Jakob il bugiardo, in Al di là dei sogni, in Cadillac man e in Mrs Doubtfire. Ovviamente in questo caso si parla solo ed esclusivamente della sua prestazione e della sua recitazione, perchè alcuni di questi film non sono prorpiamente nelle mie corde. Uno dei miei preferiti in assoluto però rimane sempre e comunque La leggenda del re pescatore insieme al grande Jeff Bridges. Ma si sa il grande Robin riesce a farti andare giù qualsiasi cosa.


10 commenti su “Robin Williams

  1. E’ un grande attore ma fa sempre lo stesso tipo di personaggi (salvo rare eccezioni). Infatti da un po’ di tempo mi ha stancato, come pure Denzel Washington (isuoi personaggi sembrano fatti con lo stampino!)

  2. Ah sì, è vero eh? Ha fatto centomila ruoli diversi però ha sempre la stessa faccia! Possibile che uno abbia sempre la sua faccia e mai quella di un altro? Non è professionale, dai

  3. Io l’ho trovato diverso da genere a genere…che poi abbia un suo “personaggio” questo è vero, ma per me resta un grande attore.

  4. io ho scritto “fa sempre lo stesso tipo di personaggi”. E’ chiaro che fa 1000 ruoli diversi, dato che ogni film è un ruolo. E’ normale anche che abbia la stessa faccia, dato che è la sua. Leggi meglio la prossima volta prima di rispondere come capita!

  5. mai sopportato R W.

    Tutta questa esasperata umanità, positività … troppo.

    Infatti l’ho apprezzato di più nella veste morbosa in film come One hour photo

  6. Attore che mi piace molto. Io son andato a vedere ils uo ultimo fil, l’uomo dell’anno. Devo dire che son andato con l’idea di andare avedere un brutto film, invece si è rivelato l’opposto! Certo non un capolavoro ma comunque un film da 7!

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