Rubber

REGIA: Quentin Dupieux
CAST: Stephen Spinella, Roxane Mesquida, Wings Hauser, Jack Plotnick
ANNO: 2010
 
Un gruppo di persone si reca in un deserto per poter assistere come spettatori ad una sorta di film “dal vivo” in cui il protagonista è uno pneumatico assassino che si aggira per le strade mietendo sempre più vittime.
 
Già dal plot ci rendiamo conto di trovarci di fronte ad una pellicola a dir poco assurda se non grottesca e allucinante. Una pellicola che, però, al di là dell’apparente dimensione surreale ed esagerata che la contrassegna, nasconde una forte idea di fondo, oltre che una serie di numerosi e interessanti riferimenti al cinema stesso e, in particolare, al rapporto tra spettatori e oggetto delle loro visioni. Si aggiunga anche la componente parodistica che deride e omaggia al tempo stesso molti degli slasher e splatter movie più cari agli appassionati dei sottogeneri in questione, con tanto di teste che scoppiano letteralmente, di motel abbandonati dove donne nude sotto la doccia vengono spiate dall’assassino di turno e dove i poliziotti sono più stupidi di quanto avremmo mai potuto immaginare. In questo modo avremo un quadro più completo di tutte le varie angolazioni e prospettive dalle quali poter guardare “Rubber”, esperimento inusuale, quanto coraggioso e per certi versi anche folle. Il regista-musicista, anche conosciuto come Mr. Oizo, ha deliberatamente esagerato per esprimere la sua idea di cinema, ma è riuscito nell’intento di sorprendere e far sorridere con questo horror atipico e parossistico, sicuramente poco equilibrato, ma decisamente comunicativo. Un horror inusuale all’interno del quale vediamo nascita, sviluppo e crescita di questo pneumatico che comincia a rotolare, dapprima con fatica, tra le strade polverose, allenandosi ad ammazzare bottigliette di plastica o di vetro, piccoli insetti o uccelli e conigli, per poi arrivare agli uomini, rimanendo però in fissa con una bella automobilista dai capelli neri. Un horror in cui al pubblico che osserva e commenta viene somministrato del cibo avvelenato pur di non dover trovare un finale degno alle avventure dello pneumatico assassino. I riferimenti alla tipologia di spettatori, quelli che vogliono il silenzio assoluto e quelli che continuano a chiacchierare imperterriti, e, soprattutto, i rimandi al lavoro di creazione di un film, con tanto di “materia principale” che a volte prende il sopravvento sul suo stesso creatore, sono davvero deliziosi, oltre che perfettamente riusciti. Altrettanto emblematica anche la figura dell’unico spettatore che sopravvive alla visione, rimanendo imperterrito ancorato al desiderio di conoscere l’epilogo del film.
Certo a volte si spinge un po’ troppo l’acceleratore, rischiando spesso di oltrepassare il confine tra genialità e stupidità, ma Dupieux in qualche modo riesce bene a dosare le due componenti, anche se si dilunga in alcune fasi per raggiungere il minutaggio necessario a formare un lungometraggio, laddove si sarebbe potuto raggiungere lo stesso risultato, forse in maniera più mirata e asciutta, anche con un onesto mediometraggio. Nonostante questo, però, “Rubber” si fa decisamente apprezzare anche perché accompagnato da una buona fotografia e da un’attenta regia che segue perfettamente i movimenti dello pneumatico riuscendo magicamente ad umanizzarlo, cosa che ha del delirante. Viene da chiedersi, insomma, perché mai un copertone dovrebbe girare per il deserto distruggendo oggetti ed esseri viventi? La risposta ci è data sin dall’incipit, con uno dei protagonisti-creatori della storia che fa un elenco di alcune pellicole chiedendosi e chiedendoci il perché di ciò che spesso avviene all’interno delle stesse. La risposta, per ognuna di esse, è sempre la stessa: “Per nessun motivo”. Abbiamo così tra le mani un ulteriore leitmotiv di “Rubber”: un inno ironico e canzonatorio al nonsense.

Pubblicato su www.livecity.it

7 commenti su “Rubber

  1. Bene, sono contento che anche tu abbia visionato questa follia cinematografica. Dire che siamo anche in buona sintonia riguardo al giudizio. 🙂

  2. è piaciuto molto anche ad angelo di psichetecne (che non riesco più a commentare da quando è passato a blogspot mortacci!) mentre è stato deliziosamente stroncato dai tipi di 400 calci.
    A me,come dicevano i TreTre – vedi un po' chi ti tiro fuori dalla mia memoria piena zeppa di file cazzate-, me pare na strunzata..Ma lo guarderò per farmi una mia idea!

  3. Alessio, veramente una follia!

    viga, i TreTre!!! Comunque può anche essere una strunzata, ma è una strunzata alquanto divertente, originale e tra l'altro con qualcosa da dire.

  4. Ahhha..il copertone assassino!
    Visto anch'io mesi fa, per curiosità…si lascia guardare ma nula di trascendentale….
    ahahaha…mi vien ancora da ridere!

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