Rubrica Remake-mania su Superga cinema


Sin dalla nascita del sonoro, dunque quasi agli albori della settima arte, molte pellicole considerate dei veri e propri capolavori o dei cult, hanno ispirato nuovi registi (o magari gli stessi che le avevano girate) a girarne dei remake con l’intento di omaggiare la grandezza non solo del film in sé per sé, ma anche di chi l’aveva girato, interpretato, sceneggiato, fotografato, ecc… Questo modo di accostarsi alle pellicole è divenuto ormai costume ben radicato nel mondo della cinematografia con risultati più o meno altalenanti e soprattutto valenti. Molti di questi progetti cinematografici hanno successo indipendentemente dal filo rosso che li unisce ai loro capostipiti, altri trascinano le masse proprio in quanto figli di un cinema del passato a cui si guarda con nostalgia e con affetto. Non tutti riescono nell’intento prefissato che non è solo quello di omaggiare, ma anche di ricreare le atmosfere e le emozioni suscitate dagli originali; solo in qualche caso si riesce a raggiungere la grandezza e i risultati dell’”antenato” e in rarissime volte addirittura a superarli. Fatto sta che, tranne qualche rara eccezione, queste operazioni incontrano sempre una fortuna di botteghino, di preferenze da parte del pubblico, proprio in quanto accompagnati dall’etichetta di remake. Ecco dunque perché, dato l’aumento e l’espandersi del fenomeno, ci sembra giusto dedicargli una rubrica che metterà a confronto con recensioni incrociate i mitici “padri” con i propri “figli” riconosciuti o non riconosciuti.

1) WESTERN: UN GENERE ORMAI MORTO?

Dai deserti ai saloon, passando per ranch e prigioni, i cavalieri erranti da sempre protagonisti dei film western, armati di postole e cappelli e accompagnati da un fidato cavallo, si muovono quasi sempre solitari tra la polvere e il calore del sole, per mostrare la loro superiorità in duelli, per conquistare il cuore di qualche donna, per cimentarsi in qualche avventura dal sapore esotico, per vivere alla macchia o seguendo la legge, nel ruolo di assaltatori e rapitori di treni o in quello di sceriffi dal sangue freddo. Che lottino contro gli indiani per appropriarsi delle frontiere o che tentino di spodestare qualche terribile criminale giunto a sconquassare la pace dei villaggi, gli eroi western seguono sempre un proprio codice d’onore che il più delle volte va al di là della legge stessa. La stessa legge che arriva inesorabilmente a regolare qualsiasi conto in sospeso, con la storia, col progresso, con le morali. Grandi protagonisti dei western sono anche i paesaggi che non fanno dunque solo da sfondo alle vicende avventurose dei protagonisti ma si fanno simbolo degli stati d’animo degli stessi, oltre che del rapporto dicotomico e spesso contrastante tra uomo e natura. Contenitore di numerosi sottogeneri (western epici, spaghetti western, western sparatutto, commedie western, parodie western), da tempo era stato dimenticato dagli addetti ai lavori, forse considerato un po’ troppo desueto e fuori moda, oltre che anacronistico con la società odierna. In realtà, però, negli ultimi anni ci si è prodigati in una riscoperta del filone cominciata con registi che li hanno letteralmente omaggiati come Kevin Costner in Balla coi lupi e Clint Eastwood in Gli spietati e proseguita anche con remake che ne hanno ricordato la grandezza. Ma la “moda” del remake in relazione al western non è assolutamente recente, dato che anche registi come Hawks si sono imbarcati in operazioni del genere, omaggiando i loro stessi film. Inutile rimarcare l’importanza del western che ha dato modo al grande pubblico di affezionarsi ad attori come John Wayne o Gary Cooper, anche se con questa rubrica si tenta di rispolverare, ed è questo proprio il caso di dirlo, la grande passione per un genere che è tutt’altro che morto.


Rubrica a cura di Alessandra Cavisi

Prossimamente sulle pagine di SupergaCinema e anche di C’era una volta il cinema


4 commenti su “Rubrica Remake-mania su Superga cinema

  1. Praticamente da sempre l’industria hollywoodiana rispolvera vecchi successi, proponendone nuove versioni (da “La mummia” -1934, 1999- a “I dieci comandamenti” -1923, 1955-; da “King Kong” -1933, 1976, 2005- a “Il postino suona sempre due volte” -1946 , 1981), ma oggi si tende un po’ ad esagerare.

    Le idee scarseggiano ad Hollywood ed i remake non si contano piu’.

    Di remake che hanno fatto piangere ogni buon cinefilo l’elenco è piuttosto lungo. Basti citare “Sabrina” (1954, 1996), “Delitto perfetto” (1954, 1998), “E’ nata una stella” (1954, 1976 ), “Il pianeta delle scimmie” (1968, 2001), “Gloria” (1980, 1998), “La guerra dei mondi” (1953, 2005).

    Raramente, ma accade, una nuova versione è migliore della precedente: penso per esempio a “La mosca” di Cronemberg e a “Un amore splendido” di Leo McCarey (ma di quest’ultimo film Warren Beatty ne fece una nuova orrenda versione).

  2. Claudio, aggiungerò al più presto il tuo nuovo blog tra i miei link ^^

    Cinemaleo, in effetti ho cominciato col western ma proseguirò anche con altre sezioni.

    Adele, io non l’ho ancora visto, stasera lo farò sicuramente!!

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