Saga dei Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo

UN JACK SPARROW ALL’ENNESIMA POTENZA


La compagnia delle Indie Orientali ha deciso di sterminare tutti i pirati esistenti sulla piazza. I pirati rimasti allora decidono di difendersi riunendo i Nove Pirati della Fratellanza. Tra questi però c’è Jack Sparrow, intrappolato ancora una volta a causa di una sorta di maledizione. Elizabeth e Barbossa decidono allora di andare a recuperarlo per riformare il gruppo della Fratellanza, mentre l’intento primario di Will Turner stavolta, è quello di liberare suo padre dalla prigionia da Davy Jones.

Se già con un solo Jack Sparrow ci siamo divertiti a più non posso, sorridendo e sogghignando alla vista delle sue movenze e delle sue fissazioni (le donne, il rum, la Perla Nera, l’essere chiamato capitano, e non solo), figuriamoci con un Jack Sparrow moltiplicato come quello che osserviamo all’inizio di questo terzo e non ultimo capitolo della saga.

Confinato a bordo di una falsa Perla Nera, il pirata è circondato da una serie di suoi cloni, delle vere e proprie allucinazioni che amplificano ed esaltano tutte le sue qualità comiche e non solo. Questa volta, addirittura, avremo una vera e propria dimostrazione di quello che fino ad ora era stato solo un sospetto accennato: il pirata ha davvero un alito cattivo, come dimostra il fatto che attraverso di esso riesce a far cadere Will Turner da una nave! Il tutto arricchito dalla presenza di nuovi entusiasmanti personaggi, come gli altri pirati della Fratellanza, tra cui un crudele Sao Feng, anch’egli creditore in qualche modo nei confronti di Sparrow (ma quanti debiti ha quest’uomo!?), un pirata francese, una donna giapponese e molti altri. Ma il migliore in assoluto (senza tralasciare i soliti Gibbs, Pintel, Ragetti e company, oltre che gli immancabili animaletti) è sicuramente il grande Keith Richards che appare in un succosissimo cameo nel ruolo niente poco di meno che del padre di Jack Sparrow, che si porta addirittura dietro un "feticcio" della moglie defunta. Ma anche i padri di Will ed Elizabeth assumeranno dei ruoli cruciali all’interno della narrazione.

Narrazione in cui le battaglie e le lotte saranno moltiplicate, così come le "personalità" di Sparrow e in cui, forse per la prima volta, i tre protagonisti principali soprattutto percorrono una strada di crescita e di formazione. E forse per la prima volta si dimostrano e ci dimostrano il valore dell’amicizia e del sacrificio, ognuno di loro rinunciando a parte dei propri sogni e obiettivi per aiutare l’altro nel raggiungimento del proprio, per poi arrivare a quello comune che riguarda non solo il salvarsi la pellaccia, ma anche l’eliminare i piratoni cattivi. Il tutto sempre coadiuvati dai fedeli aiutanti visti nel corso dei tre capitoli e guidati dall’immancabile bussola di Sparrow che punta sempre verso ciò che si desidera maggiormente (inutile rimarcare il fatto che quasi sempre quando a maneggiarla è Sparrow, la bussola punta su casse di rum, su donne succinte o su "elementi" di questo genere). Una volta liberato il pirata mattacchione dalla sua prigione da Davy Jones, i tre riusciranno a collaborare nonostante le avversità e a trionfare sul "male", questa volta rappresentato anche da una possente dea, Calipso, che si ergerà al di sopra delle parti e deciderà gli esiti dell’enorme scontro tra le varie parti in causa. E se per Jack Sparrow il desiderio più grande era finalmente quello di tornare a navigare come comandante della Perla Nera, e quello di Will ed Elizabeth è quello di poter vivere insieme la loro storia d’amore, non tutti riusciranno ad esaudire pienamente i propri desideri, anche se qualche soddisfazione riusciranno a levarsela.

La soddisfazione è anche quella dello spettatore, appagato da uno spettacolo cinematografico non impegnativo e nemmeno impegnato, ma del tutto confacente agli obiettivi per i quali è stato ideato e progettato: intrattenere nel migliore dei modi lo spettatore con uno spettacolo visivo e narrativo di alto livello. Ecco perché, nonostante qualche clichè di troppo e qualche lungaggine, la saga dei "Pirati dei Caraibi", può essere considerata a tutti gli effetti una imperdibile esperienza per chi dal cinema cerca anche l’occasione per evadere dalla realtà e per tuffarsi in mondi fantastici e mirabolanti.

Pubblicato su www.supergacinema.it

Link introduzione

La maledizione della prima luna

La maledizione del forziere fantasma

7 commenti su “Saga dei Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo

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  2. meglio del secondo a mio avviso, anche se la parte iniziale con depp e i suoi "cloni" all'inferno è quasi insostenibile, nel senso che dopo un pò stufa…

  3. nel complesso è il meno divertente e il meno bello
    francamente, il solo motivo per cui è valso andare a vedere i 2 sequel era il personaggio di Jack Sparrow.
    qui c'era il gradito ritorno di Geoffrey Rush/Barbossa, pirata fino al midollo, che riempie i vuoti di carisma dei comprimari.
    si lascia guardare, strappa una sufficienza, cosa che raramente riesce ai 3° capitoli delle varie saghe

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