Scuola per canaglie




REGIA: Todd Phillips

CAST: Billy Bob Thornton, Jon Heder, Jacinda Barret, Michael Clarke Duncan, Sarah Silverman, David Cross, Luis Guzman

ANNO: 2009

 

Roger è una sorta di sfigato, sempre accompagnato da una sfortuna incredibile, che non riesce a correlarsi col prossimo a causa della sua enorme timidezza. Per uscire dal suo stato di uomo mediocre decide di frequentare il corso del Dottor P., un uomo cinico e arrogante che dovrebbe insegnare ai suoi allievi ad avere una forte personalità. Ben presto tra i due sarà guerra aperta per conquistarsi il cuore di Amanda, vicina di Roger all’oscuro del rapporto intercorrente tra i due.

 

Dopo l’enorme successo, in parte meritato, di “Una notte da leoni”, ci viene proposta quest’ulteriore pellicola del giovane regista Todd Philips, uscita in America tre anni fa e distribuita in Italia solo adesso. La differenza lampante tra le due pellicole è la mancanza in “Scuola per canaglie” di quell’ironia e demenzialità spassosa e intelligente presente nella prima pellicola. Qui abbiamo, invece, una sorta di mediocrità che contrassegna sia l’impasto umoristico del film che quello più serioso. Praticamente  la pellicola non riesce ad essere né abbastanza divertente, né sufficientemente interessante per quanto riguarda la tematica principale che sarebbe poi una sorta di rivisitazione del tema Davide contro Golia o meglio ancora della legge del contrappasso o per essere più precisi del “chi la fa la spetti”.

Lo spettatore intuisce sin da subito che tra i due contendenti ovviamente ad avere la meglio non sarà il cattivo professore che si spaccia per dottore e fa di tutto per mettere i bastoni tra le ruote del giovane ragazzo recatosi da lui in cerca di aiuto per emergere nella società, trovando invece un rivale invidioso dei suoi repentini progressi pronto a soffiargli la donna dei suoi sogni. Ma non è nella prevedibilità il difetto più vistoso di “Scuola per canaglie”, dato che tutto sommato la maggior parte delle pellicole di questo stampo non riesce a liberarsene. Quello che fa scadere il livello, altrimenti sufficientemente apprezzabile, del film è proprio la riproposizione stanca e per niente ispirata di una serie di gag piuttosto banali e poco sferzanti (come ad esempio l’”aggressione” di due rapper più macchiettistici che mai ai danni di Roger che, in veste di ausiliario del traffico, ha fatto loro una multa) e di una sceneggiatura che, tralasciando l’ovvietà con la quale ciascun personaggio è tratteggiato, si fa malvolere a causa di un susseguirsi di dialoghi costituiti da frasi fatte o battute fin troppo abusate.

Tutto sommato, però, “Scuola per canaglie” non è un completo disastro anche grazie all’interpretazione del protagonista, Jon Heder, perfetto nell’incarnazione del “nerd” che si prende più di una rivincita e di un, seppur fin troppo gigione, Billy Bob Thornton nel ruolo del mefistofelico e sornione professore. Nel mezzo una serie di camei più che apprezzabili a cominciare da quello dell’ormai onnipresente Luis Guzman (meriterebbe ben più onori e meriti per la mole infinita di pellicole alle quali partecipa), fino a giungere a quello quasi assurdo e grottesco di Ben Stiller nel ruolo di un ex-studente del professor P., finito in disgrazia proprio a causa della sua condotta poco ortodossa (addirittura farà passare il povero Roger per uno psicopatico, intrufolandosi in casa della donna che ama, Amanda, mettendo tutto sottosopra in modo da far credere che sia stato il ragazzo a farlo). Per gli amanti delle sit-com intelligenti ed esilaranti al tempo stesso, saranno delle chicche le apparizioni di David Cross (lo stralunato e imperdibile Tobias di “Arrested development”) e di Jim Parsons (l’inimitabile e magnifico Sheldon di “The Big Bang theory).

Altro pregio della pellicola, elemento comunque incapace di sollevare il film oltre una certa soglia di gradimento, è la colonna sonora arricchita con brani interessanti come “Blue Orchid” dei White Stripes, “Set me free” dei Kinks, “No more Mr. Nice guy” di Alice Cooper che contribuiscono a dare ritmo e vitalità ad alcune sequenze che altrimenti risulterebbero piatte e incolori.

Al contrario del suo protagonista che riesce a risollevarsi dalla sua mediocrità grazie ad intelligenza, furbizia, coraggio e imprevedibilità, “Scuola per canaglie” fallisce il tentativo rimanendo incastrato in una mediocrità non troppo eccessiva, ma pur sempre insufficiente a farsi apprezzare totalmente dallo spettatore.

 

VOTO:


 

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