Sette anime




REGIA: Gabriele Muccino

CAST: Will Smith, Rosario Dawson, Woody Harrelson, Barry Pepper, Michael Ealy
ANNO: 2009

 

TRAMA:

 

Ben Thomas, così dice di chiamarsi, si aggira nelle vite di alcune persone per scoprire se sono meritevoli o meno del suo aiuto. Spacciandosi per un agente del fisco, cerca di salvare la vita a sette persone per espiare una sua grande colpa e un suo enorme dolore. 

 

  


ANALISI PERSONALE

 

Nascono le polemiche sulla paternità di questa pellicola. Qualcuno asserisce che le si dà contro solo perché il regista è il tanto bistrattato Gabriele Muccino, caprio espiatorio di una certa critica decisamente insoddisfatta del cinema nostrano, e che quindi non si è oggettivi nella valutazione di un film solo perché non si riesce a digerire il regista. In realtà, escludendo polemiche, più o meno fondate, e dibattiti che riguardino chiunque abbia partecipato alla lavorazione di questo film, il problema vero e proprio è che Sette anime, indipendentemente da Muccino e da chiunque altro, è davvero un film indigeribile. E i motivi sono veramente tanti. Persino il solitamente apprezzabile e valente Will Smith, costituisce uno di questi motivi. Forse per colpa del regista che l’ha diretto, forse per tendenze proprie, la sua recitazione risulta oltremodo forzata, oltre che esageratamente drammatica, anzi melodrammatica. Ovviamente i problemi e i pensieri che affliggono il personaggio che interpreta in questa pellicola non sono di poco conto, ma dover assistere ad una serie infinita e sfiancante di primi piani con espressioni di sofferenza e con lacrime che sgorgano come cascate in piena, non è davvero il massimo. Un’atmosfera tristissima attraversa la totalità della pellicola che è basata su un unico avvenimento avvenuto nel passato del protagonista, reso palese da una serie di flashback fin troppo ripetitivi ed esplicativi. Ad inizio film veniamo catapultati nell’indeterminatezza, con il protagonista che telefona al 911 per denunciare un atto di suicidio e subito dopo afferma di essere egli stesso la vittima. Questo è l’unico momento degno di nota e di attenzione della pellicola, perché lo spettatore si incuriosisce e comincia a chiedersi come sia possibile una cosa del genere e per quale motivo l’uomo voglia togliersi la vita. Cinque minuti dopo vediamo l’uomo solcare le onde dell’oceano e affermare che se Dio ci ha messo sette giorni per creare il mondo, lui ha impiegato solo sette secondi per distruggere il suo. Cominciamo già ad avere il sentore di una pellicola oltremodo ruffiana, oltre che decisamente ed esageratamente strappalacrime, e il dubbio comincia a diventare certezza man mano che si prosegue con una serie infinita di guai che affliggono non solo il protagonista, ma anche altre persone che lui decide di aiutare a tutti i costi.

In questa pellicola non c’è personaggio che non versi lacrime, chiunque fa la sua comparsa davanti alla camera, dà ampio sfoggio di doti esageratamente drammatiche, a partire dal fratello del protagonista, fino ad arrivare al suo migliore amico (il bravo Barry Pepper) e ad alcune delle sette fortunate persone che ha deciso di aiutare: una ragazza malata di cuore (la bellissima Rosario Dawson di cui è impossibile non innamorarsi, tant’è che succede anche nel film); un uomo cieco che non conosce alcuna gioia nella vita; un’anziana signora maltrattata dal gestore dell’ospedale dove è ricoverata; una donna vittima degli abusi del suo compagno e via di questo passo. L’unico espediente che poteva tenere desto l’interesse dello spettatore era la natura dell’avvenimento che spinge il protagonista a decidere di togliersi la vita e ad aiutare così disperatamente altre sette persone; ma il grande problema è che lo si intuisce quasi immediatamente, rovinando anche il gusto della sorpresa o di un qualsivoglia colpo di scena. Ed è così che lo spettatore è costretto a sopportare inerme la serie infinita di tragedie e disgrazie che si susseguono senza sosta, per riuscire a capire dove in realtà il regista voleva andare a parare. Il vero e proprio finale è intuibile sin da quando un oggetto particolare fa la sua comparsa sullo schermo, richiamando alla mente un’altra pellicola melodrammatica, John Q., ma se la mancanza d’originalità e la prevedibilità non sempre sono danni insormontabili, il voler calcare la mano sulle corde emotive dello spettatore per “costringerlo” a commuoversi a tutti i costi, è un espediente che risulta irritante, oltre che decisamente sfiancante. Come superare, dunque, la delusione per questa pellicola a dir poco insopportabile? Pur rischiando di risultare frivoli e triviali, l’unica magra consolazione per gli spettatori è la visione estatica di due bellissimi e sensualissimi attori. Le donne potranno crogiolarsi nella visione dei muscoli di Will Smith e gli uomini potranno perdersi negli occhi da cerbiatta di Rosario Dawson. Quello che rimane alla fine è un semplice e salvifico insegnamento: mai utilizzare il cellulare mentre si sta guidando. 

 

VOTO: 3

 


CITAZIONE DEL GIORNO

 

"Credo che mi piacciano di più i film!". "Di cosa?". "Della vita reale!". (da "Non bussare alla mia porta")

  


LOCANDINA

 

41 commenti su “Sette anime

  1. Sei stata addirittura più spietata di me nel giudizio finale… queste son cose che mi fanno commuovere, altro che Sette Anime… ti voglio bene

  2. Ahah, ma dai non è possibile veramente. Io ci speravo eh? Sono andata completamente priva di pregiudizi…ma anche con tutta la buona volontà…

  3. Andiamo bene. Se è addirittura peggio del peggior Muccino siamo pericolosamente sotto il livello della decenza.

    L’unica cosa buona è che ti sei “sacrificata” tu per tutti noi che lo eviteremo come la peste… 😉

  4. “Ed è così che lo spettatore è costretto a sopportare inerme la serie infinita di tragedie e disgrazie che si susseguono senza sosta,”

    a me pare che l’unica vera tragedia di fondo sia che quell’uomo ha perso tutta la sua famiglia ed ha distrutto la vita di altre 6

    poi le tragedie che si susseguono non sono nient’altro che il suo cammino per la “redenzione”.

    se vuoi un film spiccatamente ruffiano e dove lo spettatore deve sopportare ogni sorta di tragedia ai limiti del ridicolo (manca solo il vaso che cade in testa a bjork) devi vedere “dancer in the dark”.

  5. Eh cine, ripeto…io ci avevo sperato eh? Perchè Will Smith mi piace, Rosario Dawson mi piace, Woody Harrelson mi piace, Barry Pepper mi piace…però…

    Akiro, Dancer in the dark ancora mi manca…

  6. mah, per quanto sia vero che spinge troppo sull’elemento emotivo dare 3 a questo film significa che lo giravo meglio io, quando in realtà tecnicamente è molto valido. e la cosa più triste è che la gente scrive che non lo vedrà solo perchè l’ha letto da te!! allucinante!

  7. Ma infatti, lungi da me spingere la gente a evitare un film perchè lo dico io. A parte che io non ho detto di andarlo a vedere, ma ho dato solo un mio parere al riguardo e comunque gli ho dato tre, non perchè alla fine lo giravi meglio tu, ma per tutti i motivi che ho citato. Cioè a questo punto qualsiasi film vale più di 3, solo perchè io non lo saprei fare…

  8. beh non sottilizziamo… hai capito cosa intendo, dare 3 significa che il film non vale niente. invece io penso che sia molto profondo e tecnicamente molto valido. ma sono punti di vista, se fossimo tutti d’accordo non esisterebbero le corse dei cavalli.. 😉

  9. Ahah, bellissima la citazione.

    Comunque, in effetti il mio 3 è anche un pò provocatorio, perchè tutto sommato film che meritano 3 sono veramente rari. Però l’irritazione per tutta una serie di elementi che raramene riesco a sopportare in una pellicola, ha portato ad estremizzare il giudizio e di conseguenza anche il voto.

  10. Credo siano noti i miei pregiudizi su Muccino (purtroppo solo il nome mi scombussola lo stomaco). Forse esagero ma non riesco a seguire un film di Muccino per più di dieci minuti. Questo Sette anime però quasi quasi mi stava per incuriosire. Non so se lo avrei visto (al cinema no di sicuro), ma lo avrei tenuto in considerazione. Invece proprio non ci siamo. Lo eviterò.

  11. Luciano, ripeto, io non me la sento mai di dire a qualcuno di non andare o di andare a vedere un film. Io esprimo un parere, a volte molto forte, come in questo caso, però rimane pur sempre il mio parere. Magari qualcun altro ci può trovare qualcosa che lo coinvolge.

    Cine, eh bè…è un insegnamento basilare!!

  12. non capisco perchè lo criticano tanto solo perchè è di Muccino? ma andate a vederlo invece di parlare tanto e vedrete che bel film certo se vi aspettate bombe pistole e macchine ad alta velocità nn ci andata ma secondo me è un ottimo film che completa anche Will come attore il mio idolo

  13. Ci tengo a precisare che io non l’ho criticato tanto perchè è di Muccino, altrimenti non ci sarei mai andata a vederlo. Comunque Will Smith piace molto anche a me, qui non mi è piaciuto però, così come non mi è piaciuto il film. Ma alla fine è bello che ci siano anche pareri discordanti.

  14. a me ispirava finchè non ho visto il trailer… secondo me visto quello, visto tutto, ma una possibilità voglio dargliela (anche se sicuramente i miei soldi questo film non li avrà mai… chiamateli pure pregiudizi…)

  15. Mizza, una possibilità secondo me bisogna darla a qualsiasi film, perchè bisogna sempre vedere con i propri occhi. Comunque si, magari recuperalo in DVD o per altre vie ^^

  16. Purtroppo in Italia siamo legati ad una certa tradizione melodrammatica difficilissima da estirpare. Aivoglia ad andare ad Hollywood ed avere come attore Will Smith (che tra parentesi non mi è mai piaciuto come attore in ruoli seri…), quello è il DNA!

  17. A me la vena drammatica di Will Smith è piaciuta molto in Io sono leggenda per esempio (tralasciando il finale), in questo caso mi è sembrata talmente caricata, da risultare invece che drammatica, ridicola. Ma comunque ripeto, in Italia le eccezioni ci sono e a volersi impegnare, se ne trovano non di poche. Non è questione di anti-italianità o anti-muccinità, è proprio questione del film di cui stiamo parlando…

  18. Bè, di poco sopra la sufficienza è già un voto abbastanza alto, significa che il film ti è piaciuto. Io non mi lamento di un film a cui do 5, figuriamoci a uno a cui darei poco più che sufficiente. Fossi in te, mi riterrei soddisfatta ^^

  19. Concordo con la recensione. E’ un peccato sia per la stima che provo per Smith, sia perché “La ricerca della felicità” lasciava intravedere possibili segnali di un distacco dalla tronfia sovrastrutturazione tipica degli indifendibili film italiani di Muccino (ma era evidentemente tutto merito di Will). Invece qui siamo tornati all’origine, purtroppo.

    Davide DG

  20. Non è solo una questione di pregiudizi quando si parla di Muccino.

    La verità è che proprio il suo modo di fare cinema, moralista e ruffiano, ad essermi particolarmente insopportabile.

    Prima di convincermi di vedere un altro dei suoi film dovrei leggere tonnellate di opinioni positive e per anni.

    Il fatto che tu stessa Ale, che io inserisco nella corrente “buonista” (e non è una critica la mia), ne parli così male mi induce ancora di più a non cambiare rotta.

    Altra cosa… Mi parli di attori che ti piacciono e lo capisco. Ma, per la mia esperienza, difficilmente dei buoni attori riescono a salvare un film diretto da un regista cane.

    Mentre invece ci sono parecchi ottimi film (e alcuni capolavori) con attori modesti o scarsi ma diretti da un grande regista.

  21. questo lo voglio vedere assolutamente, e il tuo commento (e soprattutto il tuo voto) mi incuriosiscono ancora di più! ogni tanto i film superdisprezzati mi attirano in modo inspiegabile…

    ciao!

    alberto

  22. steutd, in effetti è un pò esagerato…ma è stato proprio il giudizio istintivo che ho avuto a fine visione.

    Cine, fammi sapere!

    Cine, concordo sull’affermazione finale. Però a volte io mi accontento di vedere film “minori”, magari apprezzando la recitazione degli attori che di solito mi piacciono.

    Alberto, quanto è vero! Anche io a volte sono morbosamente attirata dai film bistrattati da tutti!!

  23. io continuo a dire che l’unico motivo valido per vedere questo film è Woody Harrelson.

    Quell’uomo buca lo schermo, non capisco perchè gli vengano offerti così pochi ruoli.

    Will Smith invece è da un po’ che mi sta sui maroni. Da quando ha distrutto il capolavoro di matheson e da quando ha annunciato di voler produrre un remake di karate kid come regalo di compleanno per il figlio (che si merita l’oscar come interpretazione più odiosa per Ultimatum alla terra).

    Io dico che l’amicizia con Tom Cruise l’ha segnato. Tra un po’ si mettera a saltare sui divani pure lui?

    Mah…

  24. Vabè ma il capolavorodi matheson (che ancora non l’ho letto) casomai l’avranno rovinato il regista e lo sceneggiatore…a me la sua interpretazione in quel film convinse parecchio invece.

  25. Prima volta che passo da qui, ho cercato sul motore di ricerca un commento a questo film che ho visto giusto ieri sera, arrivando a rimpiangere gli 8 euro del biglietto. Speravo, infatti, di andare al cinema a vedere un film: un realtà, dopo poche battute mi è apparsa subito l’aria da fiction televisiva (di lusso, peraltro, se è vero che è costato 55 milioni di dollari, che per quanto svalutati…).

    Concordo in pieno col tuo giudizio, ed aggiungo che, come spesso mi succede con le regie di Muccino, sembra costruito già prevedendo i momenti delle inserzioni pubblicitarie; gli attori non sanno infondere quella drammaticità espressiva che la storia richiedeva, tutto è così pulitino e politicamente corretto da apparire scontato, ed il clima complessivo è quello della grande occasione sprecata, sotto il profilo artistico. Tempi dilatati ad arte, ma non per creare pathos, al contrario l’effetto si stempera e diluisce creando i presupposti per anche uno sbadiglio. Sono uscito dal cinema pensando, per confronto -perdente per la coppia Muccino/Smith- al grande clima da tragedia greca di un grande film come “21 grammi”: che, nello specifico dell’arte cinematografica, pesano assai più delle “sette libbre” di questo.

  26. In realtà mi trovi un bel pò d’accordo, soprattutto sugli sbadigli…a me è capitato spesso durante la pellicola. Però vabè, a qualcuno è piaciuto, quindi qualcosa di positivo ci sarà eccome…

  27. Finalmente l’ho visto! Che dire? Non è poi così male, anche se l’ho trovato fin troppo criptico. Malgrado si intuiscano già dall’inizio le modalità con le quali il protagonista avrebbe compiuto il suo gesto finale, ritengo che il film getti troppi “ami” sterili, senza mai dare spiegazione (se non nel finale) dei rapporti che intercorrono tra l’uomo e gli altri personaggi. E questo metodo non sempre paga.

  28. In effetti era volutamente criptico per creare quell’attenzione dello spettatore che rimane incollato allo schermo per capire come va a finire. Peccato che si intuisca a 10 minuti dall’inizio…

  29. Ciao. Innanzitutto, complimenti per il blog. Io mi inchino! Fantastico…

    Riguardo al film, Woody Harrelson e Barry Pepper mi sono piaciuti, e anch’io ho trovato insopportabili tutti quei primi piani agonizzanti di Will Smith. Cmq non è male il modo in cui decide di togliersi la vita, anche se prevedibile, è vero.

    “Se Dio ci ha messo sette giorni per creare il mondo…” Ridicolo.

    Complimenti ancora e a presto, Adele

  30. E poi, scusate, ma come si fa a dire che Dancer in the dark è un film “spiccatamente ruffiano”?

    Alessandra devi vederlo e vendicare questa terribile onta 😉

    Adele

  31. Grazie mille Adele!! Anche a me sono piaciuti Barry Pepper e Woody Harrelson, comunque prima o poi lo vedrò Dancer in the dark ^^

  32. Il mio giudizio è positivo. Mi è piaciuto molto il montaggio, il taglio delle scene. Molto interessante l’espediente di far conoscere allo spettatore la storia del protagonista per gradi, incuriosendolo ma allo stesso tempo incutendogli ansia.

    La scena finale è una delle più commoventi che abbia mai visto. Ammetto senza problemi di essermi messo a piangere come un bimbo.

    Drewes.

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