Severance – tagli al personale

REGIA: Christopher Smith

CAST: Danny Dyer, Laura Harris, Toby Stevens, Claude Blakley, Tim McInnerny, Andy Nyman, Babou Ceesay, David Gilliam
ANNO: 2007



TRAMA:

Un gruppo di sette impiegati della Palisade Defense, azienda produttrice di armi, viene spedito in Ungheria per passare un week-end con l’intento di accrescere la coesione del gruppo e di rilassarsi soggiornando in un lussuoso lodge. Una volta arrivati, si perderanno tra i boschi dove verranno attaccati da uno strano individuo accompagnato da altre “presenze”.

 



ANALISI PERSONALE

I paesi dell’Est Europa ormai sono teatro di vicende orrorifiche e spaventose, la qual cosa dà ampio modo di riflettere. Dopo la saga di Hostel firmata Eli Roth, Christopher Smith continua la tradizione dell’horror est-europeo, ambientando la sua pellicola in una fantomatica cittadina, Szeveranz (che ovviamente richiama il titolo che a sua volta è un gioco di parole, Severance vuol dire tagli, come quelli che arrivano ad amputare e ferire i protagonisti della pellicola, ma anche licenziamenti in tronco il che si ricollega alla tematica principale del film, in questo caso indicatissimo il sottotitolo italiano “tagli al personale”), al confine tra l’Ungheria e la Serbia. In realtà non siamo di fronte ad un vero e proprio horror puro, visto che il regista gioca e giostra abilmente diversi registri narrativi e generi cinematografici, primi su tutti la commedia e lo splatter, senza tralasciare di quando in quando la parodia e la citazione. Numerose le pellicole che vengono in mente durante la visione, prima su tutte sicuramente quella che ha fatto da apripista a questa tradizione di “ibridi” e cioè quel Shaun of the dead firmato Edgar Wright, pellicola che prendeva ampiamente in giro tutta una certa tradizione di cinema orrorifico. Anche in questo caso dall’Inghilterra arriva una perfetta commistione tra tipico humour anglosassone (con qualche esagerazione di comicità soprattutto per quanto attiene ad uno dei protagonisti dedito all’uso di disparate sostanze stupefacenti) e horror vero e proprio con alcune punte di sano gore, apprezzabilissime dagli amanti del genere. La prima parte della pellicola è quella che ci regala il maggior numero di risate, soprattutto grazie alla presentazione delle sette personalità del tutto diverse da loro, sicuramente e volutamente stereotipate nei loro comportamenti e atteggiamenti. Abbiamo la secchiona bruttina e attivista, l’uomo di colore dimesso e ligio al dovere, il bello e antipatico, il fattone sopra le righe, la bella e coraggiosa, il capo severo che si dimostra poco intraprendente e lo sfigato di turno che non fa altro che cadere o fare brutte figure meritandosi lo sberleffo e le prese in giro di tutto il resto del gruppo. Interessante, anche se fin troppo palesata, la vena politica che percorre le vicende surreali nelle quali si ritrovano invischiati questi impiegati in viaggio premio, visto che verranno attaccati, sotto l’insegna di una sorta di legge del contrappasso, proprio da uomini che utilizzano le armi da loro prodotte e vendute sul mercato per combattere a tutti i costi il terrorismo.

Divertentissima la sequenza iniziale del viaggio in pullman verso la destinazione prefissata, nel quale viene mandato in onda un video pubblicitario recitato proprio dal loro datore di lavoro, con tanto di bombe e armi che scoppiano alle sue spalle. Finite le risate però, comincia anche la parte seria, o meglio semi-seria visto che il regista riesce abilmente a creare false tensioni che poi sfociano in un non nulla per far scoppiare la suspance nei momenti meno sospettabili. Ed è così che ciascuno di loro andrà incontro ad una morte perfettamente indicata per la sua personalità. Molte le scene che oltre ad inorridire i più deboli di stomaco e i più impressionabili, strappano anche numerosi sorrisi, come quella della tagliola che trancia la gamba ad uno di loro, o quella nella quale una testa si stacca dal proprio corpo e poi sorride tronfia del fatto di aver avuto ragione su una discussione precedente al riguardo. Divertentissimi e impedibili molti altri momenti della pellicola, una gamba che stenta ad entrare in un frigo bar, delle bionde tettone cadute in un fosso che si salvano grazie ai loro reggiseni e che ci regalano un finale a dir poco esilarante esibendosi in una sparatoria al ralenty con mitra, un lanciarazzi che viene puntato contro il nemico ma che raggiunge un obiettivo inimmaginabile, un dente trovato in un pasticcio di carne, lo sdoppiamento del corpo del fattone che continua ad avvertire altre presenze ma non viene creduto dagli altri, il passaggio inaspettato di un orso tra i boschi e si potrebbe continuare a lungo. Brillanti i dialoghi che contribuiscono ad arricchire la di per sé povera sceneggiatura, e riuscitissime le interpretazioni di ciascun personaggio recitati in semplicemente e macchiettisticamente, anche se non in maniera esagerata. Lode anche alla fotografia e alla regia che si avvale di alcuni squisiti mini-racconti (a chi non è venuto in mente quell’altro mini-gioiello che è Cabin fever?), contrassegnati ognuno da un genere cinematografico diverso: il film muto espressionista con tanto di omaggio al Nosferatu di Murnau, il film di guerra a basso budget girato come un documentario, il semi-porno con tanto di infermiere nude che si sollazzano in una clinica per anziani fino all’arrivo di un “coglione qualunque” che risolleva le loro sorti. Sicuramente non siamo di fronte ad un capolavoro, ma il divertimento e perché no, a tratti anche l’angoscia e la suspance sono assicurati grazie ad un prodotto ben confezionato che non fa confusione tra i generi ma li amalgama in maniera sapiente e calibrata, rendendo il risultato finale oltre che godibile, anche apprezzabile.

VOTO: 7/7,5

 



CITAZIONE DEL GIORNO

"Ho una cosa per te". "Se possono averla tutti non mi interessa". (da "O come Otello")


LOCANDINA

13 commenti su “Severance – tagli al personale

  1. morti calibrate sulla personalità…non c’è che dire. avevo pensato di passare su questo film…poi ho visto l’ultima foto che hai postato e…ho cambiato idea 🙂

    mario

  2. Io ho adorato questo film! Nel suo genere è un vero e proprio gioiellino: tantissima ironia e un mix ben calibrato di horror e commedia. Il gioco di parole del titolo è geniale, e geniale è la scena in cui a turno i vari protagonisti provano ad immaginare il grande mistero dietro agli eventi 😀

    Speravo che “Shrooms – Trip mortale”, attualmente nelle sale, fosse dello stesso genere. Invece è una schifezza galattica 🙁

    Ciao,

    Lore

  3. Ciao sn Luca quello ke hai confuso x Antonio ti dv dire la verità il film me lo sn visto stamattina e nn mi è piaciuto un grankè forse xkè è il genere ke nn mi piace ma lo ritenuto un po sotto la media anzi sekondo me sta nella lista dei sufficienti regalati……Cmq è una mia opinione e nn è detto ke sia quella giusta!

  4. Ben trovata Alessandra, sono di nuovo in pista anch’io. spero tu abbia passato buone vacanze, anche se vedo che il tuo blog è rimasto ben in vita in queste settimane…

    Severance non mi ispirava granchè, ma a leggere la tua rece sembra discretamente interessante, se riesco lo guarderò.

  5. A dire il vero ho letto recensioni che ne parlavano maluccio, ma ora – lo ammetto – hai solleticato la mia attenzione…

    Stammi bene, a presto ^^

  6. Lore quello dei trip a me faceva ridere solo il trailer, pensa te…comunque non so, magari gli darò un’occhiata ^^

    Luciano, non ti aspettare chissà quale grande film, però secondo me è alquanto discreto.

    Gahan, sarei curiosa di leggerne una tua analisi.

    Luca, non è questione di giusto o sbagliato, ma solo di gusti.

    Cine, bentornato!! Finalmente potrò tornare a leggere il tuo blog ^^

    Giovanni, fammi sapere poi eh?

    Damiani, ti ringrazio…sempre gentilissimo!

  7. A me mi ha lasciato un po’ freddino.

    Ci sono delle cose molto buone ma per il resto, bah. Il regista comunque è da tenere d’occhio.

  8. Leonard Gahan, dicevo infatti che non è nulla di eclatante, però ci sono due o tre sequenze che per me valgono la pena di essere viste.

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