St. Trinian's




REGIA: Oliver Parker, Barnaby Thompson

CAST: Rupert Everett, Colin Firth, Jodie Whittaker, Lena Heady, Talulah Riley, Russel Brand, Stephen Fry, Caterina Murino, Mischa Barton

ANNO: 2009

 

TRAMA:

 

Le irriverenti e anarchiche collegiali dell’istituto St. Trinian’s, gestito da Miss Camilla Fritton, dovranno escogitare un piano elaborato per evitare che la loro amata scuola venga chiusa per bancarotta.

 

 


ANALISI PERSONALE

 

Una pellicola che sulla carta prometteva più che bene questo “St. Trinian’s” soprattutto per il cast ben assortito, con un Rupert Everett nel doppio ruolo di un padre severo e di una direttrice d’istituto un po’ sui generis, e un Colin Firth nel ruolo di un’impettito ministro dell’istruzione con una figlia bulla e violenta. Purtroppo però le aspettative vengono totalmente disattese, trovandoci di fronte ad un film per certi versi irritante nella sua esagerazione di toni, situazioni, gag e interpretazioni. Tutto in questo film appare ridondante, dalla descrizione al limite del macchiettistico di ciascun personaggio, alla colonna sonora insistita e piena zeppa di brani decisamente insopportabili, alla regia che fa uso e abuso di espedienti come il ralenti, l’animazione, lo spleet-screen risultando più che altro confusionaria invece che originale. Poco apprezzabile anche la caratterizzazione di questo universo di piccole e grandi donne che popolano l’istituto, ognuna appartenente in maniera “luogocomunista” ad un gruppo sociale ben definito (in realtà espresso e raccontato solo tramite facili e semplicistici effetti di trucco e parrucco): le secchione, le emo, le pin-up, le guerriere, ecc… Senza tralasciare il fatto che i due protagonisti sfiorano il ridicolo involontario destreggiandosi tra cani in calore che si attaccano alle gambe o foluard variegati che incorniciano un parruccone biondo. Non è un caso, infatti, che la protagonista “femminile” interpretata da Ruper Everett, si chiami Camilla e somigli incredibilmente alla nota duchessa di Cornovaglia. Citazione sicuramente voluta, ma non per questo di buon gusto o anche solo lontanamente divertente. A nulla vale nemmeno la partecipazione del brillante Colin Firth, qui costretto ad affacciarsi seminudo su una piazza gremita di giornalisti, a fare un volo in piscina completamente vestito o a liberarsi del suddetto cane insistente in maniera a dir poco esageratamente kitsh. A completare il mezzo disastro arrivano anche le professoresse e il personale dell’istituto, anch’essi relegati ad essere delle vere e proprie insopportabili macchiette: la professoressa di letteratura nerd, la bomba sexy con tanto di occhiali e tailerr attillato (la nostra Caterina Murino), il contabile imbranato, la segretaria sciatta e incapace con onnipresente mp3 a seguito e via di questo passo.

Il tutto si concentra sul piano rocambolesco che le studentesse – tra cui la protagonista Annabelle iscritta a viva forza nella scuola di sua zia Camilla, dal padre che non vede l’ora di liberarsene per spassarsela (sempre Rupert Everett in questo caso truccato quasi peggio che da donna) – studiano per evitare la chiusura della scuola che comporterebbe per loro l’iscrizione in un istituto “normale”. Il piano è ovviamente un’azione criminosa, come la maggior parte di quelle compiute di giorno e di notte dalle collegiali, e vedrà coinvolto anche l’affascinante Flash (intepretato dal simpaticissimo ma in questo caso sprecato Russel Brand), innamorato della capo-gruppo delle studentesse, ma decisamente snobbato proprio da lei.

Il tutto si concluderà, ovviamente, a “tarallucci e vino”, come era scontato e prevedibile che fosse e nemmeno la presenza di due guest-star come Mischa Barton e Stephen Fry, contribuisce a salvare la baracca, anzi in questo caso sarebbe più opportuno dire il “baraccone”.

 

VOTO: 4

 

 


CITAZIONE DEL GIORNO

 

"Questa non era una prigione. Era una scuola del crimine, entrai con un laurea in Mariujiana, ne uscii con un Dottorato in Cocaina" (Blow)


LOCANDINA

 

2 commenti su “St. Trinian's

  1. Effettivamente, un po’ di calze e reggicalze sbandierate sulla locandina mi sembrano un po’ poco per convincere persino un vecchio maiale come me a seguire la “trama”.

    L’Orsomajale.

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