Taxi driver

REGIA: Martin Scorsese
CAST: Robert De Niro, Jodie Foster, Cybill Shepherd, Harvey Keitel, Peter Boyle
ANNO: 1976

TRAMA:

Travis Bickle, ex veterano della Guerra del Vietnam, soffre di insonnia acuta e per questo si mette a fare il taxista di notte, cosa che lo porta ad osservare un mondo dal quale si sente completamente escluso ed estraneo, un mondo fatto di prostitute, papponi e delinquenti. Ma anche quando si confronta col resto dell’umanità, come la bella Betsy, aiutante del senatore Palantine, le cose non sembrano andare meglio, anzi. Quando conoscerà la tredicenne Iris, prostituta di professione maltrattata dal pappone Sport, tenterà in tutti i modi di salvarla e riscattarla, arrivando ad un epilogo a dir poco sconcertante.

 


ANALISI PERSONALE

Taxi driver, come dire, il cinema, anzi il Cinema. Taxi driver un cult per ogni generazione, sia quelle coeve all’uscita del film che le nostre. Un film che si adatta benissimo ad ogni epoca, luogo, tempo e spazio. Un film che rimane e rimarrà nella storia della cinematografia per la sua estrema bellezza e perfezione. Un film che ho visto da piccola, ma che sono riuscita a comprendere e ad apprezzare solo durante visioni successive. Taxi driver, un piccolo grande gioiello di regia, di recitazione, di sceneggiatura. Uno Scorsese al meglio di sé e un De Niro strepitoso, quasi geniale. Taxi driver, un capolavoro.

Mai come in questo caso sono stati comunicati ed espressi sentimenti e situazioni così forti e così difficili da raccontare, come la solitudine, l’alienamento, l’emarginazione, la depressione, l’insonnia. Mai come in questo caso l’attore si è calato talmente tanto nella parte da sembrare davvero Travis e non più Robert, da sembrare davvero il taxista solitario e un po’ fuori di sé che ammiriamo nel corso della pellicola, mentre trasporta prostitute come la piccola Iris, mentre mangia solo nel suo squallido appartamento, mentre fa esercizi per migliorare il proprio corpo, mentre si allena con la pistola davanti allo specchio pronunciando una delle citazioni cinematografiche più originali e più famose al mondo:

 «Ma dici a me? Ma dici a me? … Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Eh, non ci sono che io qui. Dì, ma con chi credi di parlare tu?»

 La curiosità sta nel fatto che questo dialogo con se stesso, non era presente nel copione dove c’era semplicemente scritto: Travis si guarda allo specchio, ma De Niro per rendere il suo personaggio reale e per calarsi ulteriormente nella parte diede questo tocco in più che poi il regista ha trovato talmente bello da lasciarlo nel montaggio. Prova, questa, dell’assoluta genialità e maestra di uno degli attori più “mostruosi” che il cinema abbia mai conosciuto. Ogni singola movenza ed espressione, il tono e la forza di significato che dà alle parole, rendono Travis uno dei personaggi cinematografici più caratterizzati e meglio riusciti. Un personaggio che incarna sentimenti quali l’alienazione e la completa estraniazione dalla società, molto comuni tra coloro che parteciparono alla guerra del Vietnam, ma tutt’ora attuali e validi per moltissime persone che si sentono escluse o che si autoescludono da un mondo che non li accetta o che loro non accettano.

«Vengono fuori gli animali piu’ strani, la notte: puttane, sfruttatori, mendicanti, drogati, spacciatori di droga, ladri, scippatori. Un giorno o l’altro verrà un altro diluvio universale e ripulirà le strade una volta per sempre»

 Ma Travis, aveva ancora una speranza, credeva che non tutti fossero come la “spazzatura” che inonda i marciapiedi di notte. Quando, però, si innamora della bella segretaria Betsy che sembra invece avere quasi paura di lui, dentro il nostro “eroe” scatta la molla del disagio fino ad arrivare al punto di non ritorno. Si taglia i capelli in stile Mohawk (come solevano fare alcuni soldati durante la guerra in Vietnam) e tenta di ammazzare il senatore Palantine durante un’orazione pubblica. Tutta la sequenza della preparazione dell’attentato, poi sventato dalle guardie del corpo, è di una bellezza memorabile, piena di pathos, di ansia e di adrenalina.

 


Travis, comunque, non si fa scoraggiare e una volta conosciuta Iris, decide di salvarla a tutti i costi dal terribile Sport (un impedibile Harvey Keitel con tanto di parruccone nero), tentando di farla tornare dai suoi genitori e soprattutto agli studi. La ragazza, all’inizio consenziente, si farà nuovamente intortare dal pappone che le promette mari e monti dicendole di amarla e decide di non voler essere più “salvata”, ma il taxista è ormai deciso a porre fine a tutto quel sudiciume e a quella corruzione e in uno dei finali più fortemente visivi e di grande impatto della storia del cinema, si reca alla casa di Sport, uccidendo prima lui, poi altre persone tra cui un cliente della piccola e indifesa Iris (Jodie Foster all’epoca tredicenne ricorda ancora la straordinarietà di quella scena).

 «State a sentire stronzi figli di puttana io ne ho abbastanza, ho avuto anche troppa pazienza e non ho intenzione di… State a sentire stronzi, figli di puttana io ne ho abbastanza, ho avuto anche troppa pazienza, ho avuto anche troppa pazienza, ho avuto troppa pazienza con voi sfruttatori, ladri, drogati, assassini, vigliacchi. Ho deciso di farla finita, ho deciso di farla finita, ho deciso di…»

Quello che segue, e cioè il finale vero e proprio, è ancora aperto al dibattito e a varie chiavi di lettura. Vediamo Travis in ospedale e appesi al muro una lettera dei genitori di Iris che lo ringraziano per la sua buona azione e degli articoli di giornale che inneggiano all’eroismo del taxista che ha sfidato la criminalità. Inoltre, assistiamo ad un ultimo incontro con la bella Betsy, subito dopo il quale vediamo il taxista aggiustare nervosamente lo specchietto del suo taxi. In realtà, non si capisce bene se questa sia solo una visione di Travis in fin di vita o se sia la realtà. Nel primo caso possiamo quasi intuire la persistenza del “problema” di Travis non affatto guarito dalle sue patologie nel secondo caso, invece, possiamo riflettere su come sia ironico e inaspettato il destino: se Travis avesse ucciso Palantine sarebbe stato considerato un criminale, uccidendo dei criminali invece, viene considerato un eroe dai mass media. L’alienato, l’escluso, il depresso è diventato quindi un salvatore di giovani donzelle in pericolo.

"In ogni strada di questo paese c’è un nessuno che sogna di diventare qualcuno. E’ un uomo dimenticato e solitario che deve disperatamente provare di essere vivo."
«I giorni non finiscono mai»

Inutile dire che il film è tecnicamente quasi perfetto. Una colonna sonora, firmata Herrmann, davvero da brivido, una sceneggiatura ispirata a Dostoevskij, del fidato collaboratore di Scorsese, Paul Schrader, davvero profonda e ricca di bellissime citazioni e riflessioni sull’esistenza e un’ambientazione a dir poco perfetta, con queste strade notturne piene di prostitute e criminali e la casa di Travis così spoglia e incolore, proprio come lui, testimonianza dell’immensa solitudine e tristezza che contrassegna la sua vita.

Taxi driver è insomma, un film straordinario, unico nel suo genere, che ha fatto innamorare chi davvero è appassionato di cinema, quello vero, quello forte, quello bello.

Taxi Driver fu un successo commerciale, ricevette diverse nomination al Premio Oscar e fu premiato al Festival di Cannes con la  Palma d’Oro. Negli anni successivi è stato inserito al 47° posto nella lista AFI’s 100 Years… 100 Movies redatta dall’ American Film Institute. É stato inoltre inserito tra le pellicole storiche da salvaguardare del National Film Registry.

Consigliato agli amanti di Scorse e De Niro, nonché a tutti gli amanti del Cinema, sconsigliato alla gente “leggera”.

 

Regia: 9
Sceneggiatura: 9
Recitazione: 10
Fotografia: 8,5
Colonna sonora: 9
Ambientazione: 9
Voto finale: 9,5

 

«La solitudine mi ha perseguitato per tutta la vita, dappertutto. Nei bar, in macchina, per la strada, nei negozi, dappertutto. Non c’è scampo: sono nato per essere solo»

 


CITAZIONE DEL GIORNO

Siamo in missione per conto di Dio. (dal film "The Blues Brothers")

 


LOCANDINA

 

22 commenti su “Taxi driver

  1. Sicuramente il mio film preferito. Capolavoro dei capolavori, anche se neanche questa volta sono d’accordo con te, perchè non è un film da 9,5 ma da 10++++. Regia 9? Come te permetti! Gli hai messo lo stesso voto de Forman, non va bene! 😛

  2. Ahahhha, su su Geegee nun fa così che me fai piagne! Cmq 9.5 e nn 10, perchè a 10 ce sta Otto e mezzo e C’era una volta in America che per me so insuperabbbbili!!!

  3. L’ho visto l’altra sera… regia divina!

    Robert De Niro anche!

    Purtroppo non penso che avrò il tempo di scrivere qualcosa..

    Ciao!

  4. L’unica cosa che mi disp è di non essere ancora nato alla sua uscita…sarebbe stato bello vederlo al cinema…un capolavoro unico e assoluto..diretto con un talento unico da Scorsese e interepretato senza aggettivi validi per la descrizione da un Robert De Niro che va oltre ogni limite psicologico del personaggio…direi eccezionale..ma svaluterei ciò che è veramente “Taxi Driver”..

  5. è come se il film fosse il personaggio stesso: ogni inquadratura è travis bickle, la sua solitudine, l’alienazione…mi fa impazzire! travis che si punta la mano alla tempia e “spara” la ripresa interminabile della carneficina con quella musica snervante…travis che prova allo specchio, ripete la stessa frase, si gira lentamente e poi di nuovo…travis che si perde nelle bolle nel bicchiere, e la scena finale…lo sguardo nevrotico di travis nello specchietto,con un suono ascoltato al contrario…da brivido…un capolavoro, ma non apprezzabile dagli spettatori più frivoli

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