The departed

REGIA: Martin Scorsese

CAST: Jack Nicholson, Leonardo Di Caprio, Matt Damon, Mark Wahlberg, Martin Sheen, Alec Baldwin,
ANNO: 2006

TRAMA:

Billy Costigan è un poliziotto infiltrato nella malavita. Colin Sullivan è un uomo della malavita “infiltrato” nella polizia. I loro destini di talpe segrete e nascoste non possono non incrociarsi nel tentativo di rincorrersi e scoprirsi a vicenda…

 



ANALISI PERSONALE

Dopo tanti anni, il grande Scorsese torna a regalarci un film dai sapori antichi, come quelli che permeavano le sue storiche pellicole alla Goodfellas. Abbandonando le magiche storie di aviatori o di antiche gang, Martin ritorna per strada, non più a New York ma a Boston, raccontandoci una storia allo stesso tempo struggente e profondissima ma anche accattivante e adrenalinica.

Il piccolo Colin Sullivan (il sempre professionale Matt Damon) viene tirato su dal boss della malavita di quartiere, tale Frank Costello (un Jack Nichsolon in grandissimo spolvero) che lo fa studiare sodo per farlo entrare nella polizia di Stato, come suo infiltrato. Inseritissimo, Colin, svolgerà con diligenza il suo “falso” lavoro di poliziotto, compiendo contemporaneamente il suo compito di spia per conto di Frank.
Frank Costello è un boss che non guarda in faccia a nessuno e che continua a perpetrare liberamente la sua "professione" di criminale senza nessun ostacolo fino ad arrivare ad organizzare una grandissima transazione d’"affari" con i cinesi consistente nella vendita a costoro di numerosi microchip utili alla costruizione di armi.
Billy Costigan (un Leonardo Di Caprio da standing ovation) è un giovane proveniente da una famiglia non proprio ortodossa: da parte di padre una lunga serie di delinquenti a partire dallo zio, dai cugini e dal padre stesso. Ma lui ha preso dalla madre (di famiglia bene) e ha deciso di combattere quella criminalità che contrassegna parte della sua famiglia, tentando di entrare anch’egli nella polizia di Stato.
Il capitano Queenan (Martin Sheen) e il sergente Dignam (un sorprendente Mark Wahlberg) decidono di sfruttare la situazione familiare di Billy per reclutarlo come infiltrato nella banda di Costello. Data la discendenza “mafiosa” da cui proviene, è più facile farlo passare per un criminale, cacciato dalla polizia per insubordinazione e ricacciato per le strade a fare il delinquente. Per Billy sarà davvero difficile accettare questa condizione: proprio lui che voleva staccarsi da quella parte della sua vita per essere una persona onesta e ligia al dovere, si vedrà costretto a ricalcare le stesse strade percorse da suo padre e dai suoi parenti. Costretto a passare un periodo di tempo in prigione (per rendere più veritiera la sua falsa identità), Billy farà ritorno nel mondo criminale che ha in parte contrassegnato la sua infanzia. Comincerà a farsi strada nel mondo della criminalità, spacciando cocaina con suo cugino che lo porterà a fare la conoscenza di Frank Costello. Costui, inizialmente diffidente nei confronti del ragazzo, non tarderà a reclutarlo tra le sue file anche se ben presto si renderà conto (avvertito da Colin) che tra i suoi uomini c’è una talpa.

Ma anche Billy molto presto si renderà conto che Frank ha una sua talpa all’interno della polizia e non tarderà a riferirlo alle uniche persone al mondo che conoscono la sua reale identità: il capitano Qeenan e il sergente Dignam. I due metteranno al corrente di questa scoperta, il capo della sezione investigativa, Ellerby (un sempre più gonfio Alec Baldwin), che ordinerà ai suoi uomini, tra cui Colin, di scovare la talpa di Costello. Colin, insomma, dovrà scovare se stesso nel tentativo di svelare l’identità dell’infiltrato di Queenan e Dignam.
Il film si basa proprio su questi giochi psicologici che vedono il delinquente giocare al poliziotto e il poliziotto giocare al delinquente. Il primo ci prende gusto (nel frattempo instaura anche una relazione con la psicologa del dipartimento che si occupa di poliziotti e criminali vari), il secondo costretto ad assistere alle peggiori nefandezze (a cui è obbligato per forza di cose a prendere parte) crolla ogni giorno di più, finendo in cura dalla stessa psicologa che esce con Colin. Mantenere una doppia vita però non sarà affatto facile per nessuno dei due, entrambi rischiano di essere scoperti da un momento all’altro e per entrambi ciò significherebbe la fine di tutto, soprattutto per Billy che dovrà vedersela col temibilissimo Costello che gioca con le mani delle sue vittime a tavola o che si diverte ad ammazzare chiunque gli si pari davanti. Col passare del tempo per Billy l’unica vera cosa importante sarà riacquistare la sua identità, per Frank scovare la sua talpa e per Colin tentare di cavarsela a buon mercato.
Le due talpe continueranno a muoversi sulla scacchiera del doppio gioco, rincorrendosi ad oltranza senza mai riuscire a vedersi o a scoprire le reciproche identità, fino ad arrivare ad un finale inevitabile, tragico ma sicuramente, non dico giusto, ma quasi.
La particolarità di questa pellicola sta proprio nell’interessantissima e riuscitissima introspezione psicologica che viene data a ciascun personaggio, in primis a quello combattuto e sofferto di Billy Costigan (con questa interpretazione Leonardo Di Caprio avrebbe meritato non uno, ma una caterva di Oscar) che combatte ogni giorno con la sua vera natura di uomo onesto, fingendo (sempre per dovere) di essere una persona totalmente opposta; ma anche a quello opportunista, crudele, insensibile e doppiogiochista di Colin Sullivan, cresciuto da criminale in giacca e cravatta. La forza del film, oltre agli strepitosi personaggi di contorno a partire da Queenan e Dignam, fino ad arrivare a Ellerby e Costello (tutti interpretati da attori validissimi a partire dal grandissimo Nicholson che ci mostra i suoi consueti ghigni da psicolatico fino ad arrivare al rabbioso Wahlberg che connota alla perfezione il suo personaggio combattuto tra la lealtà al suo superiore e l’odio nei confronti di alcuni
"colleghi"), sta proprio in queste due intensissimi protagonisti, ricchi di risvolti e sfaccettature di cui si potrebbero dare numerose chiavi di lettura.
Se a tutto questo ci aggiungiamo l’abilissima mano del maestro Scorsese che riesce ad ambientare la sua storia in una Boston a dir poco caratteristica e a dare voce e spessore a due sentimenti e visioni della vita così opposte, e una meravigliosa sceneggiatura non originale tratta dal film di Hong Kong Internal affairs, non possiamo che applaudire soddisfatti.


Regia: 9
Sceneggiatura: 8,5
Recitazione: 9
Fotografia: 8
Colonna sonora: 8
Ambientazione: 8
Voto finale: 8,5

 


CITAZIONE DEL GIORNO

Io sono troppo serio per essere un dilettante, ma non abbastanza per diventare un professionista. (Steiner in "La dolce vita")


LOCANDINA


18 commenti su “The departed

  1. martin è martin, c’è poco da fare

    gran film anche questo, ma non certo il suo migliore (anche perchè altrimenti mi sarei strappato i capelli durante la visione) 🙂

    applaudiamo soddisfatti, sì sì

  2. Dome Scorsese ha sicuramente fatto di molto meglio il che significa che ha sfornato numerosi capolavori ^_-

    Luciano, gentilissimo come sempre ^^

  3. L’ho visto al cinema, ma lo vorrei rivedere (cmq mi è piaciuto)…secondo me il migliore di Scorsese rimane Quei bravi ragazzi…

  4. Taxi Driver è stupendo…ma quei bravi ragazzi esercita su di me un enorme fascino…ogni volta che lo rivedo mi viene voglia di diventare mafioso…^^

  5. ciao, mi piace il tuo blog, bellissime le copertine dei film a lato, ho letto le tue recensioni molto dettagliate, il film visto a suo tempo al cinema e’ stupendo, un ritorno di Nicholson in grande forma come ai vecchi tempi,

    un saluto

  6. Karn non poteva essere altrimenti ^_-

    Grazie Thelastdream, lo sfondo di questo blog è stato fatto dalla mia amica Brigitte, le recensioni sono opera mia ^^

    A presto!

  7. sotto con i cinque film più belli di scorsese, in ordine sparso:

    taxi driver

    toro scatenato

    quei bravi ragazzi

    casino

    the departed

    vabbè, poi l’ultima tentazione di cristo, mean streets, fuori orario……

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