The fighter

REGIA: David O'Russell
CAST: Christian Bale, Mark Wahlberg, Melissa Leo, Amy Adams
ANNO: 2011

Dicky Eklund è un’ex campione locale di boxe, diventato famoso per aver steso al tappeto Sugar Ray, campione del mondo degli anni ’70. Adesso, però, è caduto in disgrazia, passa il tempo fumando crack e allenando il fratello minore, Micky, aiutato dalla madre in qualità di manager. Nel frattempo si diletta a farsi riprendere dalla HBO per un documentario a lui dedicato. Micky è più docile e posato del fratello maggiore e continua a farsi guidare dalla sua famiglia nelle scelte più importanti riguardanti la sua carriera pugilistica. Qualcosa però comincia a spezzarsi, fin da quando lo fanno combattere contro un avversario molto più pesante di lui, mandandolo praticamente al macello per un pugno di dollari, ma soprattutto da quando Dicky si fa arrestare coinvolgendolo in una rissa coi poliziotti nei quali viene ferito ad una mano. Impossibilitato a combattere, Micky, nel frattempo innamoratosi di Charlene, che cerca di fargli prendere una strada tutta sua, ha tutto il tempo per pensare alla sua famiglia e alla sua carriera.

Dai margini del ring ai margini della periferia, “The Fighter” è un solido film sulla boxe, così come molti altri che  appartengono alla stessa categoria, che in realtà prendono questo particolare sport, che debilita il fisico, ma in qualche modo fortifica la mente, come pretesto per raccontare storie di riscatti, affermazioni personali, vittorie e sconfitte nella vita.
Ci riesce benissimo questo film formato da un cast di attori di punta che riescono a rendere più che credibili tutti i protagonisti, ognuno alle prese con le proprie delusioni e le proprie rinunce. Svetta su tutti l’impressionante Christian Bale, davvero straordinario nella sua trasformazione fisica (cosa a cui del resto ci aveva già abituati), ma soprattutto nella sua completa immedesimazione nel ruolo di questo perdente che cerca in tutti i modi di riscattarsi tramite il fratello che sembra promettere ciò che lui non è mai riuscito a fare e ad essere. Grande performance anche da parte di Melissa Leo nel ruolo della madre ingerente e sfruttatrice che cerca in tutti i modi di succhiare tutta la linfa vitale del figlio più piccolo per rivedere un briciolo di felicità negli occhi di quello più grande.
E’ proprio la famiglia e tutte le dinamiche che la rappresentano ad essere in realtà il nucleo centrale della narrazione, così come dimostrano i rivolgimenti che avvengono tra madre e figli, comprese le nove sorelle che si muovono quasi all’unisono e si esprimono tutte alla stessa maniera. Una famiglia non proprio discreta quella di Micky Ward, giovane pugile fin troppo leale che si ritrova a fare i conti con una scelta di non poco conto: continuare per la sua strada per evitare di farsi affossare da scelte che in realtà non tengono conto di ciò che è meglio per lui o rimanere fedele ad una famiglia che, nel bene e nel male, è l’unica della quale si fida?
Nel mezzo si pone Charlene, la bravissima Amy Adams, che tenterà di allontanare Micky dalla sua famiglia che sembra non tenere conto dei suoi bisogni, ma solo dei propri e lo porta verso una vita più equilibrata e tranquilla. Qualcosa però tiene ancora legato il pugile al fratellastro, ormai distrutto non solo dall’arresto ma anche dalla constatazione che in realtà la HBO stava girando un documentario sulla degradazione dell’uomo a causa dell’uso di crack e non sul fatto che fosse la leggenda di Lowell.
Ed è questo legame a costituire la parte più coinvolgente e suggestiva della pellicola, riuscendo ad emozionare lo spettatore che si trova ad assistere a difficili incontri sul ring, ma a ben più insormontabili battaglie nella vita. Battaglie combattute da chi ha perso tutto o non ha mai avuto niente, battaglie che si possono vincere solo da chi conosce bene i propri limiti, riuscendo a farsi da parte per lasciar spazio a chi ha più possibilità di vincere. Quello che conta, però, è che non si vince mai da soli.

VOTO:

Pubblicato su www.loudvision.it

10 commenti su “The fighter

  1. Concordo con la tua analisi. Christian Bale dimostra ancora una volta una grande talento ed una formidabile capacità di modellare il proprio fisico in funzione del personaggio interpretato…

  2. Ciao Ale55andra, scusa se ti scrivo qui, ma non ho avuto risposta come messaggio privato. Per poter creare un nuovo post dovresti invitarmi al blog Cinebloggers. Perché avrei già le recensioni di Holy Water e I ragazzi stanno bene. Mi fai sapere? Grazie!

  3. Amos, ora mando un messaggio privato a Kekkoz, perché proprio ora mi sono ricordata che è lui che deve invitarti. Non facevo questa cosa da molto tempo e l'avevo dimenticato, ti chiedo scusa, anche per le risposte tardive, ma è un periodo un po' complicato.

  4. Ho sentito parlare molto bene del film e la tua bellissima recensione mi convince di più a non perderlo e di correre in sala a vederlo.

  5. Non ho visto il film in lingua originale, ma Bale non mi sembra questo gran talento – salvo che la colpa sia del doppiatore italiano.
    Comunque, in generale il film non è proprio piaciuto. Monotono, noioso, apatico e a tratti troppo prevedibile.
    Il finale, poi, è un dramma. Ma forse è la vita di questo pugile che non mi ha attratto più di tanto…
    Ciao a tutti e alla prossima!

    Francès

  6. Questione di gusti, ovviamente. Per me Bale è un bravissimo interprete, quasi sicuramente l'avresti apprezzato maggiormente in lingua originale, anche perché è tutto il film a perderne, dato che i protagonisti si esprimono in un accento molto particolare.

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