The millionaire




REGIA: Danny Boyle

CAST: Dev Patel, Anil Kapoor, Freida Pinto, Madhur Middal, Irfan Khan

ANNO: 2008

 

TRAMA:

 

Jamal, un diciottenne cresciuto nelle baraccopoli e impiegato in un call center, partecipa al noto quiz televisivo Chi vuol essere milionario? e a sorpresa di tutti vince dieci milioni di rupie arrivando alla penultima domanda senza mai sbagliare. Il cinico e invidioso presentatore decide allora di consegnarlo alle autorità per indagare in caso di imbrogli ed è così che Jamal si troverà a dover raccontare alcuni momenti salienti della sua vita, quelli da cui ha tratto ispirazione per le risposte del quiz.

 

 


ANALISI PERSONALE

 

Sorprende Danny Boyle per l’eterogeneità assoluta tra le sue varie pellicole, non tanto in quanto a stile, ma soprattutto per quanto riguarda le storie narrate. Cominciò con dei “piccoli omicidi tra amici”, fino ad arrivare ad una combriccola di drogati, per poi passare a degli zombie famelici e ad alcuni scienziati “affamati” di sole. Ognuno di questi personaggi, protagonisti di pellicole sempre molto particolari e la maggior parte delle volte anche più che apprezzabili, correva sempre per raggiungere il proprio obiettivo. Ed è così che anche Jamal, il protagonista di questa pellicola, corre verso il suo sogno che apparentemente può sembrare essere costituito dai soldi, dato che partecipa ad un quiz a premi, ma in realtà è l’amore profondo per una ragazza conosciuta sin da bambina e poi persa durante il corso degli anni in seguito ad alcune tristi vicende. Esposto così, il film potrebbe sembrare la solita trita e ritrita storia d’amore sofferta che termina con il banalissimo e stucchevolissimo happy-ending che vede i due amanti finalmente ricongiungersi dopo mille peripezie, lasciandoci con una massiccia dose di denti cariati e di delusione per un regista che mai si era “abbandonato” a questo tipo di soluzioni. In realtà in parte è proprio così, sta in questo particolare vistoso e pressante l’unico vero grosso difetto di The millionaire, che per altri versi però riesce a colpire per la sua delicatezza e garbatezza e per uno stile visivo e narrativo davvero molto delizioso. I momenti più interessanti, più emozionanti e più coinvolgenti della pellicola sono quelli iniziali, che ci mostrano l’infanzia di Jamal e del suo pestifero fratello Salim, che corrono e si divertono all’impazzata tra le baraccopoli che li hanno visti nascere e crescere. E’ Mumbai l’altra protagonista di The millionaire, con la sua storia e le sue fasi di crescita che l’hanno vista diventare da baraccopoli ad ambitissima meta turistica (le sequenze girate al Taj Mahal sono al tempo stesso molto divertenti ed emozionanti), fino ad arrivare ad essere lo sfondo di una crescita economica non indifferente che vede al centro del boom criminali in giacca e cravatta che si improvvisano costruttori. Il rapporto tra i due fratelli, anch’esso non esente da stereotipi tipici di certe pellicole a sfondo sentimentale, è comunque molto ben costruito, soprattutto durante gli anni della pre-adolescenza dove si divideranno per sempre, ognuno seguendo la propria vocazione e il proprio destino. Ed è così che domanda dopo domanda (poste da un Gerry Scotti indiano più antipatico e sornione che mai), Jamal continua la scalata verso i venti milioni di rupie, sperando solamente di essere guardato in tv da Latika finita chissà dove e nelle mani di chi, dopo averla persa di vista più volte nel corso della sua esistenza. I piani narrativi in realtà sono tre: il quiz vero e proprio, l’interrogatorio violento subito dal ragazzo dopo aver terminato la prima puntata con dieci milioni di rupie in saccoccia e dove deve dare spiegazioni a due guardie a dir poco crudeli (che magicamente spiegazione dopo spiegazione si rivelano più indulgenti che mai) e i flashback riguardanti il passato di Jamal. La parte migliore, ovviamente, è costituita dai fantastici ricordi di questo diciottenne che nella vita ha avuto moltissime esperienze, la maggior parte delle quali estremamente negative e peggiora col proseguo della pellicola solo quando si trasforma in una serie di corse e rincorse tra Jamal e Latika.  Altro grande pregio di The millionaire è quella di trasmettere un messaggio se vogliamo banale, ma molto spesso dimenticato: tutti noi, volenti o nolenti, siamo il frutto delle nostre esperienze, della nostra vita vissuta che forgia le nostre personalità, il nostro modo di vedere noi stessi e gli altri, il nostro modo di vivere. Colpisce anche la bellissima e molto curata colonna sonora, accompagnata da un’ottima fotografia e da una regia particolare che unisce diversi espedienti (la camera a mano, i ralenti, le panoramiche e via dicendo) per restituirci la complessità e l’estrema ricchezza della vita di un ragazzo di appena diciotto anni che però ha già provato praticamente tutto: l’amore e il dolore, la gioia e l’amarezza, la spensieratezza e la malinconia, la vita e la morte, l’indeterminatezza del destino e le immense fortune che possono avvenire per caso, come dimostra l’emozionante finale.

 

VOTO: 7


  



CITAZIONE DEL GIORNO

 

"L’uomo vero ama sentire la natura sulla pelle…". "…e l’uomo saggio ama usare l’ombrello quando piove!!" (Jack Burton in "Grosso guaio a Chinatown")

 


LOCANDINA

 

16 commenti su “The millionaire

  1. “due guardie a dir poco crudeli (che magicamente spiegazione dopo spiegazione si rivelano più indulgenti che mai)”

    se è spiegazione dopo spiegazione non è magicamente… non credi? 😉

    cmq ormai s’è capito, il petroliere e il divo sono i tuoi migliori film dell’anno perchè non ci sono storie d’amore… è palese!

  2. il film è molto bello , mi è piaciuto come mi piacciono un po tutti i film di boyle. all’ inizio ho trovato un po macchinoso il fatto di spiegare tutte le risposte con continui flashback ma per fortuna alla fine un po si diversifica. in generale penso che il film sia un’ottimo spaccato dell’india . io ci sono stato nel 1996 e penso che quel posto sia veramente l’inferno sulla terra. la storia forse non brilla di originalità ma nel complesso molto avvincente

  3. Alè, in effetti se ci pensi sia ne Il petroliere che ne Il divo ci sono storie d’amore (amore per il potere, per il denaro, per il petrolio…ecc) però sono storie d’amore un pò più particolari e più avvincenti. Queste smielate, oltre che scontate non mi sono mai piaciute, a meno che non siano raccontate in maniera un pò diversa, come è successo in parte in questo film. Ecco perchè alla fine l’ho comunque salvato. Il film mi è piaciuto, anche se non eccessivamente.

    produzioniumane (scusa se ti chiamo così ^^), in realtà lo spaccato dell’India è forse la cosa che mi è piaciuta di più del film, oltre ad altri elementi che ho anche citato, quello che mi ha convinto di meno è stata l’insistenza sulla storia d’amore sofferta e difficile.

  4. Nooo solo 7 noooo!!!

    A me è piaciuto moltissimo: a parte che Boyle è un grande (secondo me Sunshine è il film di fantascienza più bello degli ultimi 10 anni) c’ha un ritmo che ti prende, la musica, i colori…

    A Bombai io ci sono stata e ti dà proprio questa idea di vastità immensa, di milioni di persone tutte insieme.

    E poi il balletto finale in puro stile Bollywood è troppo fico!

    E sarà poi che dopo tanto sangue, tanti omicidi, tanti cattivi, tanto male finalmente una storia d’amore con happy ending c’ha tirato un pò su!

    🙂

  5. Bè, Valentina, comunque 7 è già un bel voto dai. A Bombai purtroppo non ci sono mai stata e anche secondo me Danny Boyle è un grande, ma non perchè è un grande che tutti i suoi film debbano piacermi alla stessa maniera. Comunque, il balletto finale è divertente è vero, ma da solo per me non vale a risollevare i difettucci della pellicola. Certo i colori, la musica, il ritmo, ecc…sono tutte cose positive, e infatti le ho notate anche io, ma c’è qualcosa che non mi ha convinto, che ci posso fa? ^^

  6. Stavo per vederlo lunedì 6, poi per sopraggiunti impegni, ho dovuto rinunciare. Spero sia ancora disponibile in sala. Comunque un film che merita di essere visto.

  7. Sono contento che ti sia piaciuto! Io, come sai, ho adorato questo film.

    E hai ben sottolineato il motivo per cui adoro Danny Boyle: passa da una storia all’altra, dalla commedia al dramma, dall’horror alla fantascienza. Non so mai cosa aspettarmi da lui, e non mi delude (quasi) mai.

    Ciao,

    Lore

  8. Ale, mi è piaciuto, ma era attraversato da una certa vena stucchevole-sentimentale, che non me l’ha fatto andare giù del tutto.

  9. concordo assolutamente, soprattutto sull’happy ending… non mi sembra il capolavoro che tutti si affrettano ad incensare, Sunshine è un un capolavoro, questo è un buon film anche se per me, lo sai, è da 6,5

  10. Bè Sunshine quando lo vidi all’epoca non mi entusiasmò moltissimo, ma dopo averlo rivisto devo dire che sono rimasta letteralmente folgorata. Sicuramente molto meglio di The millionaire.

  11. Influenzato molto negativamente dal trailer, secondo me orrendo, lo scartai quando uscì nelle sale della mia zona.

    Salvo pentirmene dopo aver letto diverse recensioni, di giornali e blog, tutte positive.

    Forse, se nel frattempo non l’hanno già tolto, riuscirò a recuperarlo in una rassegna.

    Credo ne valga la pena.

  12. Si, anche se è sempre meglio non caricarsi di alte aspettative quando si va a vedere un film di un regista che si apprezza molto. A me è successo questo e devo dire, che rispetto alla linea tenuta dal regista nelle scorse pellicole, un pizzico di delusione da parte mia c’è stata.

  13. Si, proprio il piano narrativo stucchevole e melenso avrebbe potuto essere evitato e il film secondo me sarebbe stato ben più meritevole degli eccessivi 8 oscar che ha vinto.

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