The next three days

REGIA: Paul Haggis
CAST: Russell Crowe, Elizabeth Banks, Liam Neeson, Olivia Wilde, Brian Dennehy, Lennie James, Daniel Stern, Jonathan Tucker, RZA, Jason Beghe, Aisha Hinds, Moran Atias
ANNO: 2011
 
John Brennan, professore in un college, viene sconvolto dall’arresto della moglie per omicidio. Strenuamente convinto della sua innocenza, nonostante tutte le prove siano a suo carico, quando perde anche l’ultimo appello decide di organizzare un’evasione per poter vivere la sua vita con lei e con il loro bambino. Per farlo, però, dovrà dire addio alla sua mitezza e al suo senso etico.
 
Remake del francese “Pour elle”, da noi mai distribuito, questo “The next three days” segna il ritorno dietro la macchina da presa dell’abile sceneggiatore Paul Haggis, collaboratore di Clint Eastwood per alcuni dei suoi migliori film come “The million dollar baby” e “Flags of our fathers”, nonché autore del soggetto di “Lettere da Iwo Jima”. Anche per le sue due precedenti pellicole non ha mai lasciato il suo lavoro di sceneggiatore, dimostrando però che molto probabilmente non riesce a dare un’impronta registica solida e interessante così come altri hanno fatto, appunto, con i suoi scritti. Questa volta, però, stranamente si affida ad un soggetto altrui per portare sullo schermo questa sorta di avventura donchisciottesca che sfocia nell’action e nel dramma, non riuscendo ad essere totalmente apprezzabile nelle sue due nature.
Ciò che colpisce di “The next three days”, infatti, non è tanto la tragedia che colpisce i protagonisti, né tantomeno il modo stucchevole, retorico e a tratti banale in cui questa viene raccontata. Ciò che più attira l’attenzione dello spettatore, riferendoci alla prima parte della pellicola che fa da preludio a quella in cui l’azione la fa da padrone, è la serie di trasformazioni che il protagonista subisce per amore della donna amata, ma soprattutto per una convinzione che stupisce tutti e che lo rende incomprensibile a chi gli sta vicino, persino alla moglie. Il tranquillo professore, allora, si troverà a forzare serrature, rapinare criminali, usare pistole, incendiare appartamenti, costruire ingegnosi piani di fuga, pensare addirittura di lasciare indietro il figlio pur di scappare sano e salvo con la moglie. Tralasciando, quindi, la prevedibilità del racconto e la mano pesante che Haggis assume nel sottolineare fin troppo ripetitivamente alcune dinamiche familiari e alcuni momenti drammatici, ci si può accontentare di questa riflessione sulla natura umana e su come essa possa essere plasmata e modificata in base alle trasformazioni dell’”ambiente esterno”. Ben più adrenalinica, ritmata  e coinvolgente, arriva una seconda parte che, pur non essendo perfettamente amalgamata con la prima, si fa seguire creando anche un certo senso di tensione e partecipazione, soprattutto per quanto riguarda la lunga sequenza dell’evasione che, esagerazione nelle fin troppo fortunate coincidenze a parte, tiene con gli occhi incollati allo schermo e crea anche una certa dose di suspense, anche se chiaramente si può facilmente intuire quale sarà la conclusione della rocambolesca fuga a tre.
Cosa rimane allora per poter ritenere “The next three days” un film non del tutto insoddisfacente? Rimane l’impianto di considerazioni succitato, l’ottima performance attoriale di un Russell Crowe più in parte che mai, un gradito cameo di Liam Neeson nei panni di un esperto di evasioni che sciorina consigli per pochi dollari, un’attenzione particolare a tutti i passi dell’elaborato piano (cosa che richiama alla mente, pur non pareggiandola, la straordinaria prima stagione del telefilm “Prison break”), una suddivisione temporale e cronologica per niente piatta e consueta e la presentazione di un personaggio che con i suoi tratti da Don Chisciotte, come suddetto, riesce a conquistare totalmente la solidarietà dello spettatore, ma soprattutto riesce ad emozionarlo, non tanto per l’amore dimostrato nei confronti della moglie (espediente narrativo fin troppo abusato in centinaia di pellicole), ma per la forza estrema delle sue convinzioni.
Paul Haggis, dunque, non fa né più né meno di quello che aveva già fatto con “Crash – Contatto fisico” e “Nella valle di Elah”, imbastendo delle storie che contengono ottimi spunti di riflessione, ma che risultano, a conti fatti, narrate fin troppo enfaticamente e rappresentate praticamente da una regia, di sicuro non disprezzabile, ma decisamente poco notevole.  
 
VOTO:

Pubblicato su www.supergacinema.it

11 commenti su “The next three days

  1. d'altronde ha debuttato scrivendo Walker Texas Ranger.Ho visto crash,un buon film ma non memorabile e sicuramente leggermente inferiore ad altri titoli del genere.Ottimo il suo lavoro con Eastwood.
    Il film d'azione dell'anno è Rango!^_^ (ottimo)

  2. chuck norris è stato un mio "mito" di gioventù,quando c'era odeon tv.Film tamarri come i suoi,forse solo certe volte stallone..ma forse.

    Haggis è un buon sceneggiatore,di quelli decenti.Credo che su di lui pesi il fatto di aver lavorato con Eastwood quando era in stato di grazia assoluta

  3. Si, anche questo è vero. Però secondo me registicamente non svetta, ecco. Non so come dirlo, ma mi sembra alquanto anonimo. Forse verranno tempi migliori o forse continuerà a fare lo sceneggiatore per grandi registi come Eastwood.

  4. Sono d'accordo , di solito i film di Haggis non mi convincono mai del tutto anche se non sono proprio da buttare. E anche per questo mi sa, come hai benissimo spiegato nella tua recensione, potrebbe essere la stessa cosa.

  5. Forse non hai visto il film con la dovuta attenzione.
    Si tratta di un raro caso in cui tutto, o quasi, torna.
    Senza le solite incongruenze, che si trovano per esempio
    nell'ultimo "Il Grinta".
    Grazie per l'attenzione

  6. Il film l'ho visto con molta attenzione e devo dire che secondo me non è esente da esagerazioni e incongruenze o comunque fatalità dell'ultimo secondo che sono più americane che mai.

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