The orphanage


REGIA: Juan Antonio Bayona

CAST: Belèn Rueda, Fernando Cayo, Geraldine Chaplin, Montserrat Carulla, Mabel Rivera

ANNO: 2008

 

TRAMA:

 

Laura dopo tanti anni ritorna nell’orfanotrofio dov’è cresciuta per ristrutturarlo e trasformarlo in una casa famiglia. Suo figlio Simon passa il tempo con degli amici immaginari, ma suo padre non si preoccupa perché crede che con l’arrivo degli altri bambini comincerà a giocare con loro. Il giorno dell’inaugurazione dell’orfanotrofio, dopo una lite con sua madre, Simon scompare e si perdono completamente le sue tracce. Laura, disperata, si farà trascinare nel mondo immaginario del figlio per poterlo ritrovare.

 

  


ANALISI PERSONALE

 

The orphanage pubblicizzato come un horror, in realtà di orrorifico non ha quasi nulla, se non qualche atmosfera gotica e la presenza di alcuni “fantasmi” che arrivano a sconquassare la pace e la tranquillità familiare della protagonista. In realtà siamo di fronte ad una sorta di melodramma con punte fantastiche che di quando in quando viene inframmezzato da momenti di tensione e suspance, peraltro ottimamente costruiti. Rifacendosi vistosamente ad altri film spagnoli dello stesso filone, primo su tutti La spina del diavolo di Guillermo del Toro qui in veste di produttore (oltre che di amico di vecchia data del regista), ma anche The others di Amenabar (pur non raggiungendo le altissime vette di quella grande pellicola), The orphanage si concentra sulla narrazione della commistione di due mondi, quello reale e quello fantastico, quello dei vivi e quello dei morti, o fantasmi per essere più precisi. E se dal primo film prende in “prestito” l’ambientazione e in qualche modo la trama (i bambini fantasmi che tornano a reclamare vendetta), dal secondo attinge per quanto riguarda atmosfera e stile, raccontando anche della disperazione di una madre per i propri figli. Insomma, l’originalità non è il piatto forte di questa pellicola che non ci dice nulla di nuovo e soprattutto non ci offre nessuno spunto di riflessione in più rispetto alle pellicole a cui si ispira. Una sorta di omaggio, se così vogliamo chiamarlo, un po’ sterile che si accontenta di citare e riproporre gli stessi temi, gli stessi spunti già proposti dai due registi in passato. E se ci aggiungiamo una sorta di morale che si rifà alla favola di Peter Pan (la protagonista sarebbe una Wendy cresciuta che torna a “liberare” i suoi vecchi amici d’infanzia) che ci porta verso un finale un po’ troppo stucchevole e melò, allora non possiamo dirci del tutto soddisfatti. Ma nonostante queste sbavature, il film riesce comunque a farsi apprezzare per quanto riguarda la messa in scena con un’ambientazione davvero molto interessante, anche se pur’essa già vista. 

 

La grande abitazione, che prima era un orfanotrofio e ora sta diventando una casa famiglia,  offre al regista la possibilità di “giocare” abilmente con la macchina da presa che si muove tra i corridoi, le scale, le stanze buie creando quel giusto mix di tensione e di angoscia che coinvolge positivamente lo spettatore che si reca a guardare un film di questo genere con determinate aspettative. Se ci aggiungiamo una fotografia davvero molto interessante e un ottimo utilizzo della colonna sonora, con una perfetta gestione dei suoni e dei rumori che sconquassano la donna che si muove da sola tra gli ampi spazi della sua abitazione, allora possiamo asserire che pur non trattandosi di un grandissimo film, ci troviamo comunque di fronte ad un prodotto alquanto godibile.  Gli scricchiolii di una porta che si chiude da sola o di una giostra che di notte comincia a girare senza che nessuno la tocchi o di una scala che viene calpestata da presenze invisibili, riescono davvero a trascinare lo spettatore nel delirio e nelle paure della protagonista, paure che scompaiono al cospetto del suo obiettivo primario: ritrovare il suo amatissimo bambino. Particolarmente interessanti, soprattutto visivamente parlando, alcune sequenze come quella dell’arrivo di una medium (la bravissima Geraldine Chaplin) che entra in contatto con i fantasmi dei bambini o quella in cui Laura viene “attaccata” da un bambino che indossa un’inquietante cappuccio. Ma è una la scena che rimane davvero impressa e che contribuisce da sola a sollevare la qualità complessiva della pellicola: trattasi di uno straordinario piano-sequenza nel quale la protagonista gioca a “un, due, tre tocca la parete” con i suoi vecchi amici d’infanzia. La mdp si muove dapprima lentamente e poi sempre più affannosamente da destra a sinistra, mostrandoci prima Laura, poi la stanza alle sue spalle che comincia man mano a popolarsi di bambini che si avvicinano sempre più a lei. Una scena che si fa apprezzare non solo per la qualità tecnica con la quale è girata, ma soprattutto per le emozioni e le sensazioni che riesce a trasmettere. A conti fatti, insomma, The orphanage è come quei compiti in classe ottimamente svolti (in questo caso ottima la regia che si fa apprezzare dall’inizio alla fine senza nessuna particolare sbavatura) che però non entusiasmano eccessivamente perché magari non proprio interamente farina del sacco di chi li ha svolti.

 

VOTO: 6


 



CITAZIONE DEL GIORNO

 

Come fai a sapere che un avvocato mente? Si muovono le labbra! (Matt Dillon in "L’uomo della pioggia")

 


LOCANDINA

 

23 commenti su “The orphanage

  1. L’ho visto l’anno scorso…e non mi è piaciuto…per me non c’era neanche tensione ansi stavo per addormentarmi…alcune scene sono molto belle per scenografia e fotografia, ma cavolo oramai mi ci sono abituato a questo… per il resto non mi ha convinto quasi nulla…un 5 e mezzo và!:-)

  2. Cryptik, alla fine non è che hai tutti i torti, però a me alcune scene sono piaciute davvero moltissimo.

    Luciano si, in effetti se hai poco tempo, non c’è bisogno di affannarsi per questo film.

    Cinescopio, gli horror non li sopporti?

  3. Da estimatore di “Suspence” (il film che Jack Clayton ha tratto da “Giro di vite” di Henry James), da me recuperato per vie traverse (sono “vecchio”, ma non abbastanza da averlo visto in sala :-)) non posso che apprezzare questa tipologia di horror che un mio amico definiva, efficacemente, “suggerito”.

    Credo sarà la mia prossima visione.

    Spero non mi deluda.

    Un saluto,

    Mr. Hamlin

  4. Il compitino è svolto bene, ma pretendiamo di più! 🙂

    La sufficienza credo sia il massimo voto che si possa dare…

    Un saluto

    Chimy

  5. per me un voto in più, è un film girato in modo molto classico, i riferimenti a the others e a la spina del diavolo sì sono evidenti e dichiarati, nonostante ciò il film ha il merito di non servirsi di sotterfugi come a hollywood per creare tensione (ovvero effetti sonori sparati a mille e effetti digitali di tutti i tipi), ma si serve dell’atmosfera, della fotografia (bellissima) ecc.

    la scena che hai citato dell’un, due, tre stella è da paura.

    è un’opera prima incoraggiante, il regista è giovanissimo e merita fiducia. un 7 je lo do.

  6. Non ho ancora avuto modo di vedere questo film, ma posso raccontarti brevemente qualcosa che me lo ha fatto “detestare” ancora prima che uscisse. Ho l’abitudine di tenere il computer acceso quasi sempre, ma solitamente la notte spengo almeno le casse ed ovviamente il monitor. Quella sera dimenticai sia le casse accese che msn collegato, la mattina seguente verso le sei e mezza ero già in piedi intento a prepararmi un caffelatte e solo in casa. Di colpo parte una serie di suoni susseguita da una cantilena stile horror e mi sono praticamente “cagato in mano” dalla paura xD

    Era la maledetta pubblicità di “The Orphanage” caricatasi nell’apposito spazio pubblicitario di msn. ghghgh

    Comunque lo vedrò, anche se non mi “attizza” in particolar modo.

  7. Chimy, bè si sono stata indulgente perchè alcune cose mi hanno colpito particolarmente, altre molto meno.

    Alè, tu invece sei troppo generoso 😛

    Drakoz, da paura!!!

  8. “The orphanage è come quei compiti in classe ottimamente svolti”

    Concordo…proprio per questo non mi è piaciuto. Sembra non avere anima.

  9. Io sono un po’ più severo su questo film. E’ vero, è un compitino ben svolto. Però oltre alla confezione impeccabile non c’è molto altro. Il film non ha ritmo, ha parecchi punti morti (anche a causa delle varie sottotrame alla fine inutili all’economia della storia), ma soprattutto ha un finale imbarazzantissimo.

    Io detesto gli horror con i finali da lacrimuccia: ancora non mi sono ripreso da Fragile! 😛

    Ciao,

    Lore

  10. Si, alla fine non avete torto, io sono stata solo un pò più indulgente, perchè mi sono lasciata affascinare da alcuni movimenti della mdp, da alcune (pochissime) sequenze e dall’atmosfera in generale, ma tutto sommato il film non è il massimo, anzi.

  11. forse pecca di mancanza di originalità, e di solito sono la prima che odia le storie ‘tornano per vendetta’, ma questo film mi è piaciuto in modo esagerato. lo adoro. l’ho visto ieri sera e fino ad ora non ho smesso di pensarci. certo non è il tipico horror che fa sobbalzare sulla sedia, però una scena come quella del ‘1-2-3 stella’ secondo me vale quanto 10 scene splatter.. e il finale? dio mio, strepitoso. ci mancava soltanto che mi alzassi ad applaudire. però magari avrei tagliato la parte ‘pucci pucci’.

    per me, a caldo, è quasi un 8…

  12. ATTENZIONE SPOILER:

    utente anonimo, in realtà non c’era niente di paranormale, il bambino col cappuccio che attacca la protagonista è il figlio indispettito che poi corre per la cantina, si spezza la scala e muore. I fantasmi e tutta la storia sono solo il parto della mente confusa della protagonista. La medium era una cialtrona e la vecchia un’invasata. Alla fine lei prende delle pillole e si suicida e raggiunge tutti i suoi vecchi amichetti e il suo bambino. Il finale sarebbe questo, se non fosse che poi arriva il marito e fa quel sorrisino irritantissimo verso la porta…

    Mizza, la scena dell’1, 2, 3 tocca la parete è straordinaria, il finale per me assolutamente no.

  13. :-> e Finalmente, anche se terrificata dal bambino con il sacco, ho visto questo film!! mi ha travolto e spaventato quindi un 7 va più che bene!

    ely

  14. Ely, non avevo notato il tuo commento nonostante sia parecchio datato…

    utente anonimo, addirittura uno dei pochi belli? Si vede che non hai avuto fortuna 😛

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