The village

REGIA: M. Night Shymalan

CAST: Joaquin Phoenix, Bryce Dallas Howard, William Hurt, Sigourney Weaver, Adrien Brody, Judy Greer, Michael Pitt, Cherry Jones, Jayne Atkinson, Celia Weston, Brendan Gleeson
ANNO: 2004

TRAMA:

Siamo a Covington Pennsylvania, fine ‘800. I tranquilli e ameni cittadini di questo villaggio vivono relegati da anni a causa di un patto stretto con le “creature innominabili” che popolano il bosco. Patto che consiste nel non invadere il territorio altrui per entrambe le parti stipulanti. Ma il giovane Lucius, ragazzo tanto silenzioso quanto curioso, decide di attraversare il bosco e di arrivare in città per reperire medicine e altre suppellettili utili alla comunità, facendo arrabbiare le temibili creature…

 


ANALISI PERSONALE

Forse è bene precisare che il regista di questo film è lo stesso de Il sesto senso, proprio per comprendere che è uno a cui piace fare “scherzetti” alla fine, ribaltando completamente la situazione in finali che di sicuro nessuno, o quasi, si aspettava di vedere. Devo ammettere che ho gradito molto Il sesto senso e il ribaltamento finale, e che il finale (ma anche tutto il resto), di questo film non mi hanno delusa affatto, anzi. Lungi da me lo svelarvi aspetti troppo particolari del finale, cito solo la chicca del regista di mostrarsi riflesso  in un una specie di vetro (chicche che è solito usare), che mi ha dato modo di pensare e di ragionare sul suo modo di vedere il cinema e di fare cinema, tutto fatto di specchi e riflessi.

 Forse sarebbe meglio avvertire coloro che si aspettano da questa pellicola mostri, effetti speciali e sangue a tutta forza, che questo non è affatto, a mio avviso il tipico film dell’orrore che ci si aspetta di vedere oggigiorno nelle sale (e per fortuna aggiungerei). È un film sulla paura, più che di paura. Sulla paura degli orrori del mondo, degli orrori, ahimè, oggigiorno comuni, come possono essere omicidi, stupri, rapine e, come il reagita stesso ha più volte affermato, attentati terroristici come quello del nefasto 11 settembre 2001. E si, perché Shymalan ha iniziato a pensare a questa pellicola, proprio dopo quella data, ispirandosi alla paura degli americani che si sono chiusi in se stessi cercando di isolarsi dalle brutture del mondo.

Per quanto riguarda le caratteristiche del film, devo dire che sono state tutte molto ben curate e ottimamente rese. Prima tra tutte, ho ammirato particolarmente l’ambientazione ottocentesca e il villaggio stesso tetro e cupo al punto giusto, delimitato da questi alberi a tratti spogli con delle bandiere gialle che indicano il confine col bosco. Il giallo è anche il colore delle mantelle utilizzate dagli abitanti del villaggio, un colore ritenuto dal regista, portatore di calma e tranquillità, contrapposto al rosso, il colore del peccato che viene espressamente nascosto e vietato all’interno del villaggio; colore dei sai indossati dalle creature “innominabili”. Ho avuto modo, inoltre, di ammirare dei bellissimi fotogrammi di squarci di luna all’interno del bosco e di primi piani che rimangono a dir poco impressi. La sceneggiatura seppur non altisonante e perfetta è alquanto discreta e mai sottotono o fuori luogo così come il livello recitativo dei protagonisti, apprezzabilissimi seppur poco presenti William Hurt e Sigourney Weaver, un po’ sottotono Joaquin Phoenix, eccellente la giovanissima Bryce Dallas Howard e a dir poco magistrale il mio prediletto Adrien Brody. 
Ho trovato molto efficace anche la colonna sonora, a tratti epica, ma mai invasiva, colonna sonora che è riuscita a creare quel giusto livello di tensione e di angoscia che accompagnava ciascun personaggio nel corso della storia.

Già perché all’interno di questo film possiamo ammirare una serie di personaggi tra loro diversi e a volte anche contrastanti. Abbiamo il giovane e silenzioso Lucius (Joaqin Phoenix), che scatena l’ira degli “esseri innominabili” con la sua voglia di essere d’aiuto al villaggio stesso, e si innamora (ricambiato) della giovane ma cieca Ivy (Bryce Dallas Howard) che alla fine intraprenderà il viaggio avventuroso nel bosco tutta sola per cercare le medicine atte a salvare la vita del suo futuro sposo, pugnalato quasi a morte dallo scemo del villaggo a sua volta innamorato di lei (Adrien Brody). Tutti e tre hanno delle mancanze, il primo è taciturno, la seconda è cieca e il terzo è un po’ toccato. Tutti e tre però vedranno la luce, chi in un modo chi nell’altro.

Il villaggio viene gestito e “manipolato” da un consiglio di anziani, primo tra tutto il padre di Ivy (William Hurt) innamorato a sua volta della madre di Lucius (Sigourney Weaver), amore che non viene detto, che non viene espresso, amore silenzioso e unito dal segreto che gli stessi “anziani” condividono.

"A volte ci sono gesti che non facciamo perché gli altri non capiscano che è a loro che vogliamo farli."

E già perché i componenti di questo consiglio hanno creato su misura questo villaggio per nascondersi e proteggersi dai mali del mondo, inventandosi la storia delle “creature innominabili” (impersonate da loro stessi con dei costumi molto spaventosi), per far sì che i propri figli e i propri nipoti crescano in un mondo lindo e senza macchia. Cosa che comincia a non essere più possibile dopo il tentativo di Lucius di invadere il territorio “nemico” e l’efferato gesto di gelosia perpetuato dallo “scemo del villaggio” ai suoi danni, in una delle scene più belle del film a mio avviso. Infatti vediamo i primi piani dei due personaggi coinvolti in un lento avvicinarsi della camera prima verso uno e poi verso l’altro, movimento che fa presagire, mettendo ansia e angoscia, qualcosa di terribile, qualcosa di irreparabile. Questa scena mi ha ricordato alcune dei film più famosi di Hitchcoock, vedi Psycho.

Ma tutta l’impalcatura del film, incentrata sul vedo non vedo, sul gioco di luci e ombre, è abilmente costruita in modo da creare tensione e paura pur senza quelli orrendi effetti visivi e storture presenti adesso nei film orrorifici. Di particolare intensità sono le scene dell’attacco (finto) delle “creature innominabili” il giorno del matrimonio della sorella di Ivy (precedentemente innamorata, ma poi rifiutata dallo stesso Lucius) e quello dell’inseguimento nel bosco tra Ivy, che si reca in città per trovare le medicine per Lucius e una “creatura innominabile” (che altri non è se non Adrien Brody che aveva trovato un costume nel pavimento della stanza in cui era stato relegato dopo la malefatta e che era corso nel bosco dalla sua amata). Inseguimento che culmina apocalitticamente con la morte del povero “toccato”.

Alla fine Ivy riuscirà a raggiungere la città (preventivamente avvertita dal padre sulla strada da compiere e sulla finzione delle “creature “innominabili” e quindi sull’inesistenza del patto che li tiene relegati nel villaggio), ribaltando tutte le nostre aspettative su quello che poteva trovare al di là del bosco, e tornerà dal suo Lucius in preda alle lacrime degli “anziani” genitori dello scemo del villaggio che hanno saputo della morte della “creatura innominabile” nel bosco.

 

Nel corso dello svolgimento della pellicola tutti noi ci immedesimiamo con la protagonista cieca, dato che non ci è permesso di vedere quasi nulla, ma solo di intuire, di presagire, di assistere inermi agli avvenimenti che man mano ci si parano davanti agli occhi, di avere paura o di provare ansia per delle cose non dette e non viste, proprio come fa Ivy, che però alla fine ci porterà nella sua cecità a far luce sui fitti misteri del villaggio e perché no, della vita. Perché questo film non è solo un horror o un thriller o come volete chiamarlo voi, ma è anche un film d’amore o per meglio dire sull’amore. L’amore che porta dei genitori a proteggere a qualunque costo i propri figli, l’amore che porta a sacrificare la propria vita per la persona amata, quello che non si dice, che non si esprime, ma che si sente e che si dimostra.

Insomma, si sarà capito che sono rimasta particolarmente affascinata da questo film e dai suoi molteplici significati e se vogliamo livelli di lettura.

Consigliato vivamente a tutti quelli che hanno amato le precedenti pellicole del regista, sconsigliato a chi si aspetta mostri, arti strappati, sangue a fiumi, motoseghe e denti aguzzi…

 

Regia: 8,5
Recitazione: 8,5
Sceneggiatura: 7,5
Fotografia: 8
Colonna sonora: 7,5
Ambientazione: 8,5
Voto finale: 8

 


CITAZIONE DEL GIORNO

Non devi odiare il tuo nemico. Ti offusca il cervello. (Al Pacino a Andy Garcia in "Il Padrino parte 3")


LOCANDINA

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22 commenti su “The village

  1. Ale, se non svelassi il colpo di scena topico del film, questa recensione sarebbe magistrale!!!!! Molto molto ben fatta 🙂

    Concordo su tutto, il film è molto caruccio, un mix ben equilibrato di horror (io l’ho visto al cinema e in alcune scene ero davvero con le palpitazioni a mille), thriller (che suspance quando si capisce che l’anziano sta per svelare il mistero!), colpo di scena finale ( Shymalan non perde un colpo), e “contenuti” (l’idea degli anziani di creare un villagio ameno inventandosi dei mostri per non far “andar via” nessuno, lontano dalla violenza e dalla città, è geniale e ricca di significati)!

    Il film ha un ritmo perfetto: alterna momenti di enfasi e di concitazione a momenti romantici e tranquilli, di riflessione. Il film scorre via fluido senza mai annoiare e appassionandoci sempre di più!

    Parecchie le scene indimenticabili: tante quelle “paurose” (inseguimento nel bosco, prova di coraggio, mostro sotto la botola) e altre (l’accoltellamento -!!!!-, la scena dell'”invasione” della cittadina, quando Lucius prende la mano di Ivy appena prima del mostro, etc.)

    Da vedere 🙂

  2. Eh Bri grazie mille dei complimenti, sei sempre cara :*

    Cmq per quanto riguarda il fatto che ho svelato il colpo di scena (che per me cmq è proprio quello finale e non quello che ho detto io che viene svelato circa a metà film), lo so che di solito nn si dovrebbe dire, ma per fare una buona analisi non potevo tralasciarlo, perchè molti spunti di riflessione derivano proprio da quello, chiedo scusa a tutti per il piccolo inghippo ^^

  3. In effetti parlare approfonditamente dei film Shymalan è difficile senza svelare un pochetto di trama!

    D’altro canto io l’ho già visto, quindi, affari loro ah-ah.

    Scherzi a parte.. sono sicura che la maggior parte di questi bravissimi utenti che ti seguono hanno già visto il film… ;P

  4. Film bellissimo, regia impeccabile.

    La scena in cui Adrien Brody accoltella Joaquin Phoenix è un grandioso esercizio di stile. M. Night Shymalan crea una splendida fiaba giocando con le paure ancestrali dell’uomo. Un sottile riferimento all’ondata di terrore che l’11 settembre ha portato nel cuore degli americani.

    Complimenti per il blog

    Filippo

    Cinedelia

  5. hai ingrandito il carattere dei commenti? good!

    il film non l’ho visto, appena ho tempo vedrò..

    bella recensione come sempre!

  6. Cmq nn l’ho ingrandito io, ha fatto tutto solo 😛

    Grazie mille Filippo per i complimenti, cmq anche nella mia recensione ho citato quella bellissima scena ^_-

  7. io l’ho visto, ma non mi è sembrato tutto questo capolavoro, un cast di promordine, una presentazione da grande film, ma poi la delusione sopravviene quando vedi il film, in alcuni passaggi risulta lento.. i “Mostri” diventano quasi ovvi e scontati a tratti..

    ciao

  8. Vabè, a parte che nessuno ha detto che è un capolavoro, cioè nel senso è un film molto ben fatto e tecnicamente più che discreto, non è di certo un capolavoro, ma forse sei rimasto deluso perchè ti aspettavi qualcos’altro dalla pellicola…ma questo non era un film di mostri, era su tutt’altro…

  9. lo so infatti ho scritto mostri tra le virgolette, ho visto i tuoi voti per questo ho commentato come capolavoro, sono rimasto deluso da come il film veniva presentato..

  10. No vabè, ma per me capolavoro si intende un film a cui ho dato un voto dal 9 in su…se gli do 8 nn è un capolavoro ma un bellissimo film e basta…

  11. Non ho capito da cosa scaturisce la tua delusione “ilmurodipeppe”: cosa ti aspettavi?

    In che passaggi trovi che il film sia lento?

    Perchè dici che i mostri diventano ovvi e scontati? Intendi dopo lo “smascheramento”?

    Pare anche a me un po’ avventato criticare il film sulla base di eventuali caratteristiche negative di questi, visto che hanno un ruolo abbastanza marginale…

  12. per firstbrigitte:

    a mio avviso è lento, nel ritmo, nel montaggio,in pause attoriali che rallentano solo, i “mostri” sono palesemente troppo finti, e non sono marginali visto che tutta la paura si basa su questi e sul territorio da non varcare..e non ho criticato il film solo su questi ma su diversi aspetti..rileggiti quello che ho scritto

  13. Tranquilla Ale, non arriveremo a tirarci i capelli. Alla fine è bello anche discutere. Dicevo…

    – I mostri li ho definiti marginali perchè secondo me le cose portanti del film sono altre, non quanto siano credibili i mostri. Alessandra ha illustrato bene nel suo post i temi principali: l’amore, la paura… a proposito di paura, appunto, i mostri sono solo strumentali e incarnano altri tipi di orrori. Li definisci “troppo finti”…ma questo è un aspetto significativo e non negativo: a mio parere non è una svista registica (“Ah sì, potevano farli meglio”) ma è fatto apposta per dimostrare che anche dei mostri “poco credibili” posso essere credibilissimi agli occhi di coloro ai quali fin da piccoli vengono inculcate determinate idee (i giovani del villaggio).

    – Quando ho detto che mi pareva avventato rendere l’argomento “mostri” determinante per la critica al film: forse mi sono spiegata male, non intendevo che l’hai criticato SOLO per quello ^^

    – L’unica altra cosa che hai criticato è la “lentezza”: non ho ben capito a che scene ti riferisci con “pause attoriali” (forse alla scena dei due ragazzi sul portico, ad esempio?). Ad ogni modo penso che questo vada anche a gusti e a “momenti”: ripeto che io ho visto il film al cinema e lì si è notoriamente più coinvolti. Magari rivedendolo risconterei questo tipo di difetto anche io…

    Scusami per la critica un po’ sbrigativa di prima ma stavo sfaccendando per casa. Non volevo urtare la tua sensibilità ^^

    Ciao

  14. Ufff… mi sono dimenticata di rileggere e c’era un errore.

    – Quando ho detto che mi pareva avventato rendere l’argomento “mostri” determinante per la critica al film: forse mi sono spiegata male, non intendevo che l’hai criticato SOLO per quello ^^

    Al posto di “Quando ho detto” ci andava “Intendevo” ^^

  15. è uguale..io l’ho visto anche in dvd e poi studiato per un esame all’università, forse mi sono fatto forviare dal commento del mio docente di cinema..

    ciao

  16. è un film circondato da mistero e da grandi aspettative, forse troppe. è thriller ben girato e suggestivo ma purtroppo a questi pregi si devono aggiungere alcuni intoppi nella trama. a tratti lenta e senza particolari entusiasmanti.

    Il regista conferma la sua capacità di stupire a breve termine ma fa credere allo spettatore grandi sorprese che poi non arriveranno. la pubblicità non è stat coerente con il film stesso illudendo con temi che poi non sono trattati se non minimamente, sembra un horror ma tutto è tranne che questo. La forte volontà di stupire finisce per diventare ovvia e lasciare deluso chi si aspettava altre cose..

    almeno questo è quello che avevo preso nei miei appunti..

  17. Bè sulla questione della pubblicità sono d’accordo…lo si è fatto passare come un horror quando poi nn lo è per niente, ma per me questo è stato soltanto positivo, dato che gli horror di ora nn mi piacciono affatto e infatti io avevo evitato accuratamente di guardare questo film. Quando poi mi è stato assicurato che non era affatto horror, allora l’ho visto e nn sono rimasta per niente delusa….

  18. Intanto ti faccio i complimenti per il blog “cinematografico”, sei molto brava e te lo dice uno che mangia cinema a colazione pranzo e cena. In particolare il film “The Village” mi ha colpito per una serie di ragioni che non sto a spiegare, non c’entrano gli aspetti tecnici che qualcuno critica; il cinema non è un giocattolo che deve funzionare. Il cinema è un “discorso” che genera discorsi in tutti noi, e sono questi discorsi che scaturiscono dal cinema che sono importanti. Chi si sofferma su aspetti “tecnici” crede di comprendere strutturalmente il film, dimenticando che l’arte è eterna perchè non si ferma alla propria struttura. Posso dimostrarlo, ipotizziamo che un film si possa vedere solo una volta e poi si dissolva. Di cosa parleremmo dopo averlo visto e perso? Non certo di cianfrusaglie e tecnicismi, ne conserveremmo la “sensazione-emozione” e su questa sensazione-emozione continueremmo un discorso e quel discorso diverrebbe la traccia del film, il suo racconto, come fatti reali che non sono mai stati documentati. “The Village” ti lascia un alone, un’impressione volatile che non devi spiegare perchè è in qualche modo “cieca” alla parola. E’ un mondo ineffabile il cui fascino rimane inalterato proprio perchè non viene diluito in brodaglie strutturali che non ci spiegano la cosa fondamentale del film: la sua magia. La magia che si perde sempre più in “un’epoca di riproducibilità tecnica dell’arte” (da un testo di Walter Benjamin). Sei molto brava a selezionare e parlare dei film, continua così e non abbandonare mai il sogno e la magia, poichè una vita dove due per due fa sempre quattro è una vita votata all’aridità, una vita economica e contabile che porta solo a conclusioni logiche, cioè alla morte. Il cinema è uno degli atti dell’uomo per contrastare l’idea di morte, insieme a tutte le opere d’arte che rimangono eterne, mentre l’uomo con i suoi “stupidi calcoli” passa.

    pegaso60

  19. Ti ringrazio infinitamente per i complimenti, gentilissimo ^^

    E cmq anche a me The village ha suscitato le tue stesse sensazioni ed emozioni ^_-

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