Un giorno perfetto




REGIA: Ferzan Ozpetek

CAST: Isabella Ferrari, Valerio Mastrandrea, Stefania Sandrelli, Monica Guerritore, Nicole Grimaudo, Valerio Binasco, Angela Finocchiaro, Milena Vukotic, Federico Costantini, Nicole Murgia, Gabriele Paolino

ANNO: 2008

 

TRAMA:

 

Una signora sente degli spari provenire dall’appartamento di fronte e chiama la polizia. Ad abitarlo è Antonio separato da un anno con Emma, con la quale ha due figli. Le ventiquattro ore precedenti raccontano di uno di quei cosiddetti “giorni perfetti” che hanno portato passo dopo passo al terribile epilogo.




ANALISI PERSONALE

 

Un giorno perfetto, ma un film disastroso. Come banalizzare e svuotare di qualsiasi significato e interesse un tema molto scottante e attuale come quello della violenza all’interno delle famiglie. Un film che si presenta per quello che è sin dal primo inutilissimo e forzatissimo piano-sequenza che ci mostra ogni angolo e anfratto dell’appartamento una volta abitato da Emma, Antonio e i loro due bambini. Subito dopo veniamo catapultati nel cuore della vicenda, una giornata decisiva che segnerà i destini di ciascuno di loro, e anche di altri personaggi totalmente avulsi dal contesto e per nulla amalgamati in qualche maniera ai protagonisti o alle loro vicende. Un cast che faceva sperare perlomeno in una buona prova recitativa, ma che alla fine, escludendo l’intensa Isabella Ferrari l’unica a regalarci qualche scampolo di emozione, si rivela un buco nell’acqua. Quel Valerio Mastrandrea, che solitamente si rivela apprezzabile e adorabile in quasi ogni sua interpretazione, in questo caso carica eccessivamente il suo personaggio, rendendolo affettato e in alcuni frangenti anche poco credibile, eccessivamente costruito e costretto in un ruolo che molto probabilmente non gli si confà. L’unico a salvarsi è il piccolo Gabriele Paolino nel ruolo di Kevin, il più piccolo dei figli della coppia divisa, che per conquistare il cuore di una bella bambina dai capelli d’oro si esibisce in un balletto sulle note di “Bruci la città” di Irene Grandi. Un momento di ilarità che contiene anche una grande tenerezza per il mondo dei bambini che non conoscono a fondo i meccanismi di una vita piena di dolore e difficoltà.

Tratto dall’omonimo romanzo di Melania Mazzucco, Un giorno perfetto tenta anche di inserire la storia familiare in un contesto sociale molto attuale, quale quello della precarietà del lavoro, delle separazioni difficili con figli che non sanno e non vogliono scegliere da che parte stare, dei giovani sempre più fragili e indecisi sul proprio futuro e dell’incomunicabilità tra gli uomini e le donne. L’intento non è dei più deprecabili, ma il risultato si avvicina rovinosamente allo sfacelo, proprio perché pur di inserire più tematiche possibili, si sono create delle sottotrame che non hanno nulla a che fare con il resto della pellicola costringendo lo spettatore ad assistere ad una serie di inspiegabili e indigeribili luoghi comuni. Abbiamo così la giovane donna elegante e snob sposata (Nicole Grimaudo) con un onorevole molto più grande di lui (Valerio Binasco, colui per il quale lavora Antonio, facendogli da scorta), che però è stanca di essere trascurata e comincia a cedere alle attenzioni del figlio di suo marito, salvo poi scoprire di essere incinta. Quest’ultimo a sua volta incarna il ragazzo di giovani speranze che è stanco di vivere all’ombra di suo padre, di prendere buoni voti solo perché figlio di un onorevole (senza magari preoccuparsi di studiare davvero o di rifiutare suddetti voti, proprio come gli suggerisce suo padre quando questi gli sputa in faccia tutta la sua rabbia che altro non è se non ipocrisia) e durante il suo cammino incrocia una donna (Angela Finocchiaro), che poi casualmente si troverà sulla strada di quasi tutti gli altri protagonisti (una sorta di angelo custode che però non riuscirà ad evitare totalmente la tragedia). Aggiungiamoci una madre (Stefania Sandrelli) che legge i tarocchi e una professoressa (Monica Guerritore) che in seguito ad un appuntamento mancato non sa far altro che sorbirsi le paturnie di una mamma preoccupata per la sorte dei propri figli, e abbiamo concluso il parterre di inutili personaggi che si affollano nel corso della pellicola. Ma se la sceneggiatura si rivela insopportabile ed irritante nel suo essere oltre che sconclusionata anche retorica, è la regia l’elemento più scarso che contribuisce a rendere ancora più negativo il risultato finale. Prolungatissimi ed estenuanti primissimi piani che si susseguono in campi e controcampi peggio che nelle più becere soap-opera (non solo quelli dei due protagonisti che si confrontano su un campo minato, ma anche quelli di tutti gli altri protagonisti della pellicola, persino il più insignificante), cedono il passo ad alcuni piano-sequenza totalmente fini a sé stessi, senza contare la scena del tentativo di stupro di Antonio girata in maniera eccessivamente confusionaria. 

Sopperendo alla mancanza di intensità e pathos, con una colonna sonora che insiste a sottolineare didascalicamente e banalmente  i momenti più salienti che costituiscono il preludio della tragedia, Un giorno perfetto non si dimostra all’altezza di una mostra cinematografica come quella di Venezia e si rivela al massimo passabile per una prima serata televisiva, come quelle che ultimamente ci offrono solo fiction sempre più inguardabili e inaccettabili.

 

VOTO: 3,5/4

 



CITAZIONE DEL GIORNO

 

Se leggete questa riga, non avete bisogno degli occhiali. (Mel Brooks in "Balle spaziali")

 


LOCANDINA

 

38 commenti su “Un giorno perfetto

  1. ozpetek non ne fa una giusta. a mio parere è tanto sopravvalutato quanto mediocre. questo film non l’ho visto, ma stamattina una mia amica (fan di ozpetek a cui era persino piaciuto cuore sacro) mi ha detto che un giorno perfetto fa cagare. leggerò il romanzo della mazzucco e poi vedrò il film. forse…

    mario

  2. Alessandra, mi pare di aver capito che Ozpetek proprio non lo sopporti 🙂

    Certo è legittimo, e ti concedo senz’altro che il film sia imperfetto, ma secondo me rimane un tentativo interessante di uscire dal tipico cliché di Ozpetek (il gruppo chiuso a riccio contro il mondo ostile di “Saturno contro”, secondo me inferiore a questo). Qui anche il privato è minato dallo stress e dal disagio riflesso in una Roma che io ho trovato ben fotografata, livida come i sentimenti incrinati dei personaggi. Qui c’è coerenza e omogeneità tra forma e contenuto, secondo me. Poi gli attori: bravi e coraggiosi Mastandrea e Ferrari, perché non è facile recitare il dolore senza essere melodrammatici. E loro ci riescono. Forse i piani narrativi non sono ben amalgamati tra loro, è vero, però definirlo un disastro o uno sfacelo mi pare davvero troppo.

    Coi suoi difetti rimane un film da vedere, se non altro perchè c’è lo sforzo di parlare della realtà attraverso i personaggi e la loro storia sentimentale. A me questa fatica di superare le ferite più intime è arrivata, mi ha colpito: ad esempio nell’incontro tra la Ferrari e la Guerritore, perchè in quel silenzio c’è molta vita vissuta che…parla.

    Ciao, alla prossima.

  3. non mi piace per niente ozpetek, ma questo film l’ho trovato molto bello… e tu sei partita prevenuta! e sappiamo che quando parti così è difficile che un film ti possa piacere!

  4. armapo, non è vero che Ozpetek non lo sopporto, altrimenti non sarei nemmeno andata al cinema a guardare il suo nuovo film. Di Ozpetek ho visto solo due pellicole, Le fate ignoranti e Cuore sacro e non mi sono piaciute entrambe. Nonostante questo ho voluto dare un’opportunità alla sua ultima opera e secondo me non è riuscito a rendere interessante o anche solo leggermente emozionante un tema che aveva le potenzialità per essere entrambe le cose. Oltre alla regia secondo me davvero scarsa, mi ha delusa particolarmente anche la sceneggiatura. Che ci sia uno sforzo di rappresentare la realtà attraverso i personaggi e la loro storia sentimentale, l’ho anche detto, ma non è detto che allo sforzo segua un risultato positivo. Si può apprezzare la volontà, ma se a questa non segue una messa in scena di tale volontà ugualmente apprezzabile, allora non si può che ripiegarsi sulla stroncatura della pellicola. Poi ovviamente ognuno ha i propri gusti, e per quanto riguarda i miei, tra le altre cose, non è possibile sopportare una colonna sonora che forza e sottolinea insistentemente tutti i momenti più drammatici e un susseguirsi di lunghi e insopportabili primi piani (quelli che ho diprezzato di più sono quelli della figlia più grande col ragazzino dai capelli rossi…una cosa davvero molto irritante), solo perchè il regista aveva l’intenzione di raccontare una realtà (a dire il vero ne ha volute raccontare un pò troppe di realtà) che ci appartiene in un modo o nell’altro.

  5. Ah Davide, non so evitarlo a priori magari forse no, però a conti fatti forse hai fatto bene 😛

    Alè, io ero partita prevenuta, ma poi sono entrata in sala con i migliori propositi, ho ripulito la mente da tutti i miei pregiudizi verso il regista e i suoi unici film che ho guardato e ho sperato di assitere ad un ribaltamento del mio punto di vista. Purtroppo, per ora, ho avuto solo un ulteriore conferma. Questo non vuol dire che guardando qualche altra sua pellicola, non possa ricredermi.

  6. Pur con tutti i difetti di forma a me questo film è piaciuto, e anche tanto.

    Il piano sequenza iniziale non è affatto inutile: descrive fin da subito la sensazione di prigionia di Isabella Ferrari, sveglia mentre il resto della casa dorme. Non c’è senso di solitudine più grande di quella a mio parere.

    Il personaggio della Guerritore è bellissimo e rende bene l’idea del “giorno perfetto”: passa da un mazzo di rose rosse ad una telefonata dolorosa.

    Forse l’unico personaggio che non ho capito fino in fondo è quello della Finocchiaro ma chiudo un occhio volentieri.

  7. ammappete quanti masochisti.. chi va a guardare il film di ozpetek, chi si legge la mazzucco… qualcuno vuole una martellata sui tenerini ?

  8. Perfetto ancora un giudizio negativo.

    Ozpetek ha fatto un obbrobrio ed è giusto che venga gettato fango ulla sua opera.

    Un film inutile, la trama peggio.

  9. Gahan, ma tu l’hai visto?

    Davis, bè la casa spenta, il temporale minaccioso, tutti dormono e lei sveglia…alla faccia dell’originalità. Io il personaggio della Guerritore l’ho trovato fin troppo scontato, una donna che ha una piccola delusione d’amore, se vogliamo chiamarla delusione (in realtà qui si tratta di un appuntamento mancato, non possiamo sapere cos’altro ci sia dietro visto che non si conosce altro), non mi sembra così esplicativo della condizione drammatica che qui si voleva narrare, poi magari ho capito male io e vabè. Della Finocchiaro non parliamo neanche, che risulta ancora incomprensibile il perchè di determinate scelte.

    Lost, ma tu sei molto più masochista con tutte le “schifezze” che ti vedi 😛

    Al, dunque non è piaciuto nemmeno a te a quanto pare 😛

  10. Aiuto! Già sono prevenuto (lo so, un mio difetto che sto cercando di correggere) con il cinema italiano contemporaneo, già sono prevenuto con Ozpetek (prevenuto perchè ho visto poco e non mi sono ancora avventurato a scoprire tutta la sua filmografia) e adesso la tua recensione, molto precisa e puntuale nel far emergere i difetti del film, mi allontana dal questo lavoro. Comunque, letti anche i commenti al post, forse lo vedrò sul DVD. Al cinema… non so.

  11. Opzetek ce lo risparmiamo volentieri. Ci teniamo alla salute. :))

    Sempre divertente leggere stroncature, però. Soprattutto stroncature di film di Opzetek. 🙂

    Un abbraccio

  12. Vedo che sostanzialmente Ozpetek non è molto amato, io sinceramente sono ancora curiosa di vedere altre sue opere e di farmi in questo modo un’idea complessiva del regista. Tre pellicole (Le fate ignoranti, Cuore sacro e Un giorno perfetto), molto probabilmente non bastano.

  13. Ahah, sostanzialmente tre film su tre che non mi piacciono dovrebbero decretare la mia totale incompatibilità col regista in questione, però non so, mai dire mai, magari trovo qualcosa che mi piace…

  14. Io ero con ale al cinema..e l’ho convinta io a vedere il film..beh devo dire che la sua recensione non fa una grinza..io che ho apprezzato precednti film di ozpetek son rimasto deluso..davvero un film disastroso..a parte l’interpretazione della ferrari e alcune scene con il bambino

    Nico

  15. Ehilà Nico, ti ringrazio. Comunque non è che mi hai convinta solo tu, quando poi mi sono seduta ho pensato, vabè dai magari non sarà poi così male…e invece!!

  16. In questo anno ho scritto solo alcune recensioni non del tutto positive ma vere e proprie stroncature, è vero, non ne ho pubblicate. Non so perché lo faccio, ma di solito non amo nominare i film che mi fanno letteralmente c….. E in questo anno al cinema ne ho visti diversi.

  17. Io invece a volte mi diverto a scrivere male di un film, anche se poi pensandoci a me dispiacerebbe se qualcuno stroncasse un mio lavoro, però vabè c’est la vie, si deve essere pronti anche a critiche negative.

  18. Se dovessimo mantenere l’equazione originalità= emotività allora l’80% dei film sarebbe privo di sentimento.L’importante è che una sequenza ti arrivi, non che sia ripresa con tecniche avanzate.

  19. Su questo non ci sono dubbi, ma a me quel piano-sequenza (che è quindi un espediente tecnico) non è piaciuto, a dimostrazione del fatto che non basta la tecnica avanzata a farmi emozionare. Non mi ha trasmesso assolutamente nulla se non la voglia di ostentare una certa padronanza del mezzo (che poi tra l’altro si dimostra quasi nulla col proseguire della pellicola), soprattutto quando passa nel corridoio che sembra essere lungo 80 metri con duemila fotografie appese alla parete. Ok che vuoi fare il piano-sequenza lungo, così tutti ti dicono che sei bravo, ma mettici delle cose emozionanti o interessanti dentro.

  20. Io direi proprio di si, anche se ovviamente non me la sento di prendermi certe responsabilità. Per quanto mi riguarda sono soldi buttati, poi però non si sa mai, potrebbe piacerti ^^

  21. io ozpetek non lo sopporto più, tutti a dire che bello il nuovo fil, evviva ne ha fatto un’altro… e io tutte le volte esco dal cinema, e non ho assitito a niente di speciale… ma tutti che piangono e si esaltano. mi sa che io e lui non siamo compatibili, peccato…

  22. Io non salvo neanche il bambino, pensa te. Mi ha fatto rabbrividire l’esibizione-karaoke.

    Sul resto sono d’accordo. E’ un film su un tema scottante eppure girato come peggio non si poteva, sembra assurdo, inconcludente, senza nerbo, senza partecipazione. Peggio di così…

  23. il film mi è piaciuto molto. ottimi mastandrea e ferrari. regia funzionale alla valorizzazione delle intepretazioni. promosso a pieni voti, soprattutto perchè segna un’evoluzione rispetto alle produzioni precedenti.

  24. Dopo aver apprezzato gli altri film di Ozpetek mi ritrovo angosciato dal finale di una inutile telenovela… Voto: delusione totale.

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