Una vita difficile

REGIA: Dino Risi
CAST: Alberto Sordi, Lea Massari, Franco Fabrizi, Lina Volonghi, Claudio Gora, Antonio Centa, Daniele Vargas, Franco Scandurra, Mino Doro, Renato Tagliani
ANNO: 1961
 
Silvio Magnozzi, giornalista ex-partigiano, continua a vivere perseguendo i suoi ideali e i suoi principi, rifiutandosi di piegarsi al potere o di cedere a compromessi. Questo però comporta una vita di stenti per sé e per sua moglie che cercherà di instradarlo allo studio e alla carriera in un paesotto di provincia. L’uomo non rinuncerà alle proprie convinzioni, ma perderà sia la consorte che il piccolo figlio. Per amore cederà alla vita facile e ricca che gli verrà concessa da un ricco corrotto. Il suo spirito fiero e battagliero, però, non reggerà.
 
La meravigliosa interpretazione di Alberto Sordi, una delle sue migliori in assoluto, in bilico tra comicità e dramma, ma sempre in un perfetto equilibrio, è la carta vincente di “Una vita difficile”, grandissimo affresco di un’Italia passata che però, tristemente, persiste ancora ai giorni nostri. Attraverso il racconto di vent’anni di fuoco (la guerra, la resistenza, il referendum per la monarchia o la repubblica, l’attentato a Togliatti, il boom economico), Dino Risi offre allo spettatore un ritratto cinico, amaro, satirico e grottesco di un paese ipocrita, disonesto e invivibile per gli idealisti e gli onesti come il protagonista del film. Un protagonista che però non viene manicheisticamente dipinto come un eroe,  ma viene descritto anche nelle sue caratteristiche di furbone, ozioso, opportunista quando serve. A fare da contraltare a questo personaggio molto intenso e comunicativo, che nonostante i difetti, mantiene salda la sua dignità e gli ideali per i quali ha sempre lottato, ci sono una serie di personaggi sui quali si abbatte la scure giudicante e impietosa del regista e del grande sceneggiatore Rodolfo Sonego. Quello che spicca maggiormente lascia a bocca aperta per il suo carattere quasi profetico: ricco industriale corrotto che detiene il possesso di giornali, industrie, squadre di calcio…
Vive di una potenza comunicativa ed emotiva non indifferente “Una vita difficile”, proprio perché al di là dei momenti comici che lo contraddistinguono, è caratterizzato soprattutto da una profonda analisi sociologica e antropologica che ci costringe a fare i conti con la nostra coscienza e ad immedesimarci nelle situazioni sempre più tragiche (a volte tragicomiche) nelle quali si trova il giornalista dalle ferme convinzioni (scrive sempre titoli ad effetto che gli vengono bocciati dal direttore del piccolo giornale di sinistra dove lavora; persiste nel suo intento di smascherare l’industriale corrotto anche dopo che questi gli ha offerto lusso e agi a non finire; si rifiuta di rendere il suo libro, “Una vita difficile” appunto, meno polemico e accusatorio nei confronti di varie situazioni del nostro paese, anche se glielo si consiglia come unico modo per vederlo pubblicato).
Sono molte le sequenze che hanno resto questo film indimenticabile e insostituibile nel panorama cinematografico italiano, e non solo. Su tutte spiccano quella in cui Alberto Sordi e Lea Massari (nel ruolo della moglie), ormai stremati dalla fame che si protrae da giorni, vengono invitati da un amico di famiglia ad un pranzo in casa di alcuni monarchici che non vedono l’ora di scoprire i risultati del referendum; quella in cui un Sordi totalmente ubriaco, dopo l’ennesima delusione che la vita gli pone davanti, comincia a sputare sulle macchine che sfrecciano sulla strada urlando “Che ce venite a fa in Italia? Qua è tutto uno schifo!”; quella dell’esame di architettura del protagonista, costretto a studiare per far felice moglie e suocera; e quella finale in cui, dopo aver ceduto alla seduzione della ricchezza disonesta e servile nei confronti del padrone, si prende una meravigliosa rivincita, questa volta col consenso della moglie finalmente consapevole.
“Una vita difficile”, allora, non è una semplice commedia, ma è un film in cui si ride amaramente e si rimane anche intristiti da una penosa situazione sociale, nella quale o ci si piega al volere dei più potenti o si rimane a pane e acqua. E’ quello che viene raccontato magistralmente in questo film dalla incredibile forza comunicativa che mantiene magicamente una pregnante e potente attualità. Una pellicola che rimane sedimentata nella testa dello spettatore e lo colpisce fortemente nello spirito raccontando di un’Italia che è stata e che, ahinoi, continua amaramente e dolorosamente ad essere.

Pubblicato su www.livecity.it

17 commenti su “Una vita difficile

  1. Tutti a casa,una vita difficile,c'eravamo tanto amati, questi tre film sono patrimoni nazionali e dovrebbero essere visti una volta all'anno.per capire cosa eravamo e siamo.
    Quando mai ora si fanno film così potenti?Che peccato!

  2. Sono d'accordo. Sono dei film che, nonostante gli anni, conservano una tristissima attualità che tra l'altro ci costringe, se ancora ce ne fosse bisogno, a ragionare sullo stato in cui eravamo e in cui siamo.

  3. si,con momenti di tristezza infinita..Ieri sera rivedendo La Classe Operaia Va in Paradiso,di Elio Petri con un immenso Volontè , mi son commosso profondamente pensando alla mia classe di appartenenza…Quel film magnifico ci parlava di un paradiso,rivisto oggi dove un  Maglioncino Triste si permette di ricattare i lavoratori prossimi a votare un referendum importante per loro.

    Ecco,all'epoca il cinema pur rimanendo industria eran una voce popolare che attraverso la risata amara o la denuncia tagliente davano al popolo coesione e informazione,quantomeno si discuteva su cose che ci riguardano tutti.
    L'unico film davvero importante ad esempio sul tema del lavoro per me,è il bellissimo Giorni e Nuvole,ottimo!

    Buona serata!^_^

  4. Qui si parla di uno dei film più belli e significativi della storia del Cinema italiano. Un capolavoro incastonato da prove attoriali indimenticabili. Un film che ritrae così lucidamente i mali ed i vizi del popolo italiano, da apparire oggi – quasi 50 anni dopo – ancora straordinariamente attuale.
    Il personaggio dell'imprenditore arrogante e spregiudicato, con il suo impero di giornali, i suoi soldi ed il suo potere, interpretato dal sempre efficace Claudio Gora, solo per fare un esempio, non può non far venire in mente una figura come quella di berlusconi.

  5. viga sono perfettamente d'accordo.

    Rear, infatti è una figura a dir poco profetica quella incarnata da Gora.

    Alè, scena memorabile con un Sordi monumentale. Purtroppo credo che non avremo mai più gente così nel cinema italiano.

  6. Fantastico, uno dei miei film preferiti. E tutte le volte che penso alla scena dei prosciutti nel fienile mi viene voglia di rivederlo. 

  7. Alè ogni volta che vedo quella scena mi viene da piangere…

    Sonny, film memorabile con una serie di sequenze indimenticabili.

  8. Uno dei pregi del tuo blog è che è come la programmazione di una rete cult e a parte le novità tiri sempre fuori dal cilindro dei classici un po' dimenticati come questo. Sicuramente Il Sorpasso o La Grande Guerra di Monicelli sono film eccezionali (per parlare dei soliti noti) ma Una Vita Difficile non ha niente da invidiare a questi due, anzi descrive quel passaggio epocale, come giustamente dici, che ha disegnato l'Italia contemporanea. E comunque: via gli americani da Roma.

  9. Bellissimo quel momento del "via gli americani da Roma"!! Comunque ti ringrazio moltissimo per i complimenti al mio blog ^^

  10. Ciao, scopro il tuo blog passando dal nostro comune "amico" Alberto Gallo (C'era una volta il cinema 2.0). Sono incappato in questa recensione e non ho resistito.
    Innanzitutto complimenti, per quanto possa importarti, o possa fidarti, scrivi delle belle e accurate recensioni. E questo film, visto da me non molto tempo fa, credo sia uno dei migliori prodotti della cinematografia italiana di tutti i tempi: leggendo il tuo post ho ripercorso i momenti del film, li ho rivisti nella mia mente.
    Condivido, naturalmente, e devo ricordarti anche l'impostazione psichiatrica che Risi dà ai suoi personaggi: non trovi che Sordi, qui, sia un concentrato di pulsioni psichiche opposte? Io non ne so molto a dire il vero ma l'impressione è rafforzata dagli studi del regista (che conoscerai) e da altri "ritratti" come i due Gassman de "Il sorpasso" e "Profumo di donna".
    Smetto prima di sbrodolare troppo. Avrai capito, forse, che sono un po' cinefilo anche io e credo che ti basti questo.
    Ti lascio un'ultima considerazione: "Una vita difficile" è un film meraviglioso, ma a mio parere è molto più "potente" "Nel nome del popolo italiano".

    Grazie, ciao
    Marcello

  11. Marcello, ti ringrazio moltissimo per i complimenti al mio blog. Grazie anche per il suggerimento della visione di "Nel nome del popolo italiano", che purtroppo non ho ancora visto, ma che a questo punto vedrò al più presto.

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