What Did Jack Do?: l’onirismo di Lynch condensato in un corto ipnotico e imperdibile

Un detective sta interrogando un sospettato di omicidio, la scimmia Jack, all’interno della stanza di una stazione ferroviaria.

Se con la terza stagione di Twin Peaks David Lynch ha dato ampio sfogo a quella che è la sua visione di cinema e narrazione, segnando un punto di non ritorno e sfidando qualsiasi regola in tal senso, con questo cortometraggio, datato 2016 e distribuito quest’anno su Netflix, il regista prosegue sulla stessa linea d’onda, inondandoci con il suo stile inconfondibile e proseguendo il discorso che aveva iniziato con la terza stagione della serie di cui sopra.

In scena ci sono solo due personaggi, Lynch stesso nei panni dell’interrogatore che fa domande surreali e apparentemente senza senso e la scimmia nei panni dell’interrogato, con tanto di giacca, camicia e cravatta e con la voce modificata del regista che gli mette in bocca enigmi, metafore, allegorie e, sul finale, addirittura note musicali in cui cerca di descrivere il sentimento provato per una gallina.

Il tutto raccontato con una regia molto statica che si sussegue tra funzionalissimi campi e controcampi e non si sposta mai dalla stanza in cui i due sono rinchiusi, stanza fotografata con un bianco e nero sgranato a tratti molto straniante a tratti anche inquietante. Perché il merito dell’opera è quello di riuscire a raccontare coi toni dell’assurdo e con un onirismo preponderante una storia di omicidi con protagonisti scimmie e galline senza mai scadere nel ridicolo.

Un mini-racconto, con contorni squisitamente noir, che avrebbe trovato naturalmente posto all’interno di Twin Peaks – Il Ritorno e che, invece, pur essendone materialmente distante, lo richiama potentemente assumendo al tempo stesso una valenza tutta sua, coinvolgendoci totalmente in questo trip surreale e affascinante.

4 commenti su “What Did Jack Do?: l’onirismo di Lynch condensato in un corto ipnotico e imperdibile

  1. E dire che nei primissimi minuti aveva costruito una tale atmosfera che sembrava davvero una cosa seria, stile Il Mistero del Falco. Poi però la scimmia inizia a cantare e a rincorrere galline… Come al solito con Lynch è inutile cercare di capire tutto, bisogna accettare il pazzesco e lasciarsi andare!

    1. Esatto. Un grottesco che nasconde sempre dei messaggi, ma che va a sfociare nel visionario ed è quello che lo rende geniale!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.