Sulla strada




AUTORE: Jack Kerouak

ANNO: 1957

 

TRAMA:

 

Sal Paradise racconta i sette anni più incredibili della sua vita, passati accanto al migliore amico Dean Moriarty a viaggiare per gli Stati Uniti fino ad arrivare persino a Città del Messico. Nel mezzo, amicizie trovate e poi perse, amori consumati alla velocità della luce, sorprese e delusioni, fino a giungere alla consapevolezza che è impossibile concludere il viaggio…

 


ANALISI PERSONALE

 

Divenuto ormai manifesto della corrente letteraria chiamata beat generation, Sulla strada ha trovato finalmente, a distanza di anni dalla sua uscita, i consensi che meritava sin da allora. Un romanzo che penetra nelle viscere e difficilmente ne esce, rimanendo impresso per sempre nelle menti e nei cuori di coloro che hanno avuto la fortuna di accostarvisi. Una storia che racconta ripetutamente una serie di viaggi a bordo di auto scalcinate verso la libertà, verso l’affermazione della propria personalità, verso la vera felicità che è quella che si trova solamente lontani dalle convenzioni sociali e dal perbenismo imperante. Una fuga dalla società di quegli anni, che in parte continua a persistere, estremamente borghese e tradizionale, dove il massimo obiettivo da raggiungere era quello di trovare un buon lavoro e di stabilirsi comodamente in un unico posto. Quella narrata in Sulla strada, invece, è una vita nomade, decisamente opposta a quella richiesta da una società opprimente e “disindividuante”, una vita ricca di avventure, di sesso, di droga, di alcool, ma anche di amicizie, di sentimenti autentici seppur fuggevoli, di musica, di letteratura. Non riesce difficile calarsi completamente nei racconti di Sal Paradise, che altri non è se non lo scrittore stesso, e nel suo rapporto a tratti morboso con il “pazzoide” Dean Moriarty (identificato come Neal Cassidy, migliore amico dello scrittore), rapporto che costituisce lo scheletro portante di questo meraviglioso affresco delle strade americane, dei locali malfamati, degli appartamenti fatiscenti abitati da personaggi straordinari e fuori dal comune. In molti di essi è nascosta una persona realmente esistita (Burroughs, Ginsberg e molti altri) e realmente entrata in contatto con il grande Kerouak, grazie al quale un determinato modo di esprimere le emozioni è riuscito ad arrivare fino a noi. Il suo stile è quasi frammentato, privo della solita linearità a cui una certa letteratura ci ha abituato, uno stile talmente profondo e coinvolgente, da risultare persino difficile da descrivere. Quando si legge Sulla strada bisogna dimenticare qualsiasi tipo di pretesa riguardante la correttezza di punteggiatura o persino di grammatica e abbandonarsi al flusso continuo e inarrestabile di pensieri e sensazioni che arrivano dritto al punto: emozionare e addirittura commuovere (come nello strabiliante e toccante finale) il lettore sensibile a determinate tematiche come l’alienazione da una società che non accetta il diverso, l’impossibilità di adattarsi ad uno stile di vita visto come una vera e propria morte, l’affannosa ricerca di un posto nel mondo dove poter respirare a pieni polmoni e dove poter esprimere la propria vera natura. La natura di Sal è tendenzialmente protesa all’adattamento e alla sistemazione in una fissa dimora, come dimostrano i periodi di tempo in cui cerca di trovare un lavoro, comincia una relazione fissa, torna a casa da sua zia e via dicendo, ma sono gli incontri, a volte fortuiti a volte no, con lo scapestrato Dean che lo scombussolano e lo portano a seguire l’altra medaglia della sua natura: quella protesa verso l’indipendenza da ciascun tipo di legame sociale e convenzionale, quella estrosa e creativa, quella che lo porta ad assumere sostanze stupefacenti per completare il suo romanzo. Il viaggio, inteso come unico elemento atto a spezzare la noia e la monotonia di una vita già programmata in ogni minimo particolare, è l’altro tema principale di questo romanzo che risulta essere pieno di vita vissuta (incontri con donne che poi vengono abbandonate, serate in locali ad ascoltare musica jazz, chiacchiere tra amici su ogni argomento possibile ed immaginabile, matrimoni e conseguenti divorzi con figli abbandonati sulla via),  e che riesce ad essere suggestivo ed estremamente coinvolgente, ponendo anche una serie di interrogativi di un certo peso. E’ davvero quello perpetuato da Dean, e di conseguenza da Sal e da tutti i loro amici un po’ fuori di testa, il giusto e l’unico modo per affrontare una realtà circostante che ci risulta essere ostica e poco comprensiva? Molto probabilmente no, ma sicuramente è il modo che una certa generazione, la beat generation appunto, e nel caso specifico Dean prima di tutto, (egoista e scostante) e Sal, di conseguenza, (generoso e fedele) hanno scelto, riuscendovi o meno, ma vivendo a modo loro.

 

VOTO: 10


CITAZIONE DEL GIORNO

 

Definire è limitare. (Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray)

 


COPERTINA

20 commenti su “Sulla strada

  1. Oddio non me l’aspettavo! Che bello leggere questo post!

    Il libro, oltre ad essere uno dei romanzi della mia vita, è stato protagonista della mia tesina di maturià :). Ci sono molto molto affezionato.. al libro, a Jack e a tutti gli altri della beat generation.

    Spero di leggere altri post su questa linea 🙂

    Un saluto

    Chimy

  2. Ti ringrazio moltissimo Chimy!! A me piacerebbe leggere la tua tesi a questo punto! Comunque spero di continuare ad inframmezzare post dedicati al cinema, con post dedicati alla letteratura.

  3. La mia tesina è ben poca cosa, una roba easy per la maturità del liceo. Poi dall’università il cinema ha occupato tutto il mio tempo… 🙂

    Se posso, visto che leggendo il post ho colto un grande interesse da parte tua per lo stile di scrittura di Kerouac, volevo consigliarti un libro (poco noto purtroppo) intitolato “Scrivere bop”, che nella mia edizione è della piccola biblioteca mondadori, dove vi sono diversi saggi di Kerouac in cui spiega il suo stile di scrittura, la sua prosa spontanea, e nella seconda parte altri piccoli testi dove racconta la nascita della beat generation e quali sono gli ideali che voleva portare avanti.

    Penso proprio che ti piacerà molto se vuoi approfondire il grande Jack.

    Un saluto 🙂

    Chimy

  4. Beh, nel caso realizzassi davvero questa tua idea di “inframezzare post dedicati alla letteratura” dovrai quanto meno linkarmi all’interno del tuo blog. ;P

    La beat generation non l’ho ancora esplorata, ma ogni giorno che passa sembra quasi che le cose da conoscere crescano esponenzialmente.

    Visto che siamo qui ti invito a leggere il mio ultimo articolo, penso che il mio blog abbia cominciato a prendere forma.

  5. “dovrai quanto meno linkarmi all’interno del tuo blog” L’ho detto perché in un certo senso è di questo che tratto nel mio blog, di letteratura, anche se a modo mio.

    Però scherzavo quindi non devi farlo solo per farmi un favore.

    E dimmi, tu hai una buona memoria?

  6. Se il tuo blog parla di letteratura, verrò sicuramente a visitarlo e lo linkerò sicuramente, non solo per farti un favore ^^

  7. Il romanzo di Kerouak a me piace proprio per il suo stile apparentemente “casuale” ma in realtà molto elaborato, che denota una grande capacità autoriale. Una grande opera. Complimenti per il post e per aver scelto di recensire un’altra forma d’arte!

  8. Fai con comodo, nel frattempo non potrai cogliere la domanda riguardante la memoria del commento precedente però. O almeno, se ti ricordi di leggere l’articolo precedente all’ultimo postato appena adesso, all’interno del mio blog, potresti anche capirla.

    E più articoli avrò modo di scrivere più apparirà senza senso la domanda al mio commento precedente.

    Poi sembrerà persino che io parli a caso, ma evidentemente non ho ancora sviluppato un buon grado di comunicazione o pretendo troppo.

  9. In realtà sono una smemorata cronica, in effetti dimentico soprattutto date importanti o eventi salienti (compleanni, onomastici e robe varie). Per quanto riguarda la memoria di cui parli nel tuo post, in effetti a scuola e all’università non ho mai avuto quel tipo di problemi perchè ho sempre cercato di studiare appassionandomi seriamente e addentrandomi nell’argomento e cercando di ripetere poi quello che studiavo non seguendo un percorso mnemonico (o almeno non totalmente), ma seguendo una sorta di mappa concettuale mentale. Detto questo quando si parla di letteratura, se si sono letti moltissimi romanzi (io credo di averne letti perlomeno 250, diciamo che sono nella media), è normale che a distanza di mesi o anni (e non come in interrogazioni o esami che avvengono dopo massimo un mese o un mese e mezzo da quando si comincia a studiare), non tutte le cose che ci avevano colpito rimangano nella memoria. Ma questo è anche bello perchè ci riporta a riaprire quei libri “dimenticati” e a farli tornare ciclicamente nella nostra memoria.

  10. Certo che ne dovrei riaprire di libri allora, però non male il modo poetico con cui hai concluso il tuo commento.

    Ecco appunto, come tu stessa dici, a caldo, magari eccitata dall’assiduità con cui frequenti i corsi all’università o dedicandoti allo studio, godi di un’ottima memoria. Ma se ti interrogassi su quanto hai appreso ad esempio l’anno scorso? Non è tutto molto vago? Lo chiedo a te, non sto riferendomi ad una qualche verità riconosciuta da tutti. Se non è tutto molto vago allora ecco la differenza tra me e te, ed ecco che un congegno computerizzato non mi farebbe nemmeno male.

    Anche io mi appassiono seriamente, mi addentro nell’argomento senza tralasciare il concetto più superficiale, mi concentro moltissimo. Mi manca soltanto la ripetizione orale di quanto appreso, ma un po’ lo si fa con i riassunti che inquadrano al meglio. Ecco, nonostante ciò, credo che la mia memoria sia messa non bene, ma credo anche che rendendomene conto ho potuto cominciare a rimediare attivamente a questo problema.

    “percorsi mnemonici” e “mappa concettuale mentale”… Terrò a mente.. O almeno credo.

  11. Bè, in effetti se mi venissi a chiedere concetti specifici e postille varie di un esame dato un anno fa, sicuramente non lo ricordo (anche perchè dalle mie parti un esame è composto da circa 700-1000 pagine anche e capisci quanti possono essere i concetti contenuti in un tale numero di pagine), però in linea di massima ricorderò i concetti basilari. Comunque penso che alla fine sia impossibile ricordare tutte le cose che entrano nella nostra mente, soprattutto quando ci interessiamo di diversi argomenti, come possono essere la letteratura e il cinema.

  12. un libro che ci ha affascinati in adolescenza e oltre…desiderando di mollare tutto e partire…attraverso una linea orizzontale…

    stupendo.

  13. Bel libro, chissà se ne faranno mai una versione europea (ovvero un viaggio on the road per l’europa multiculturale).

    Ma preferisco in ogni caso libri ancora più progressisti di kerouac 🙂

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