Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto Vs Travolti dal destino




IL COMUNISTA E LA SOCIALDEMOCRATICA

Film profondamente ancorato alla realtà storica in cui è stato girato, “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”, di Lina Wertmuller è una buonissima commedia al vetriolo che mette a nudo, ridicolizzandoli, tutti i luoghi comuni, veritieri o meno, di una società come quella italiana degli anni ’70, tutta attraversata da differenze culturali, econonomiche e sociali impersonate dai due protagonisti, completamente opposti per estrazione e provenienza. Grandissimo merito della pellicola, non esente da seppur irrilevanti difetti, sta proprio nella straordinaria ed indimenticabile interpretazione dei grandissimi Giancarlo Giannini nel ruolo di Gennarino Carunchio il pescatore e Mariangela Melato nel ruolo della signora altolocata Raffaella Pavone Lanzetti. Lui rappresenta l’Italia incolta e arretrata del Sud, l’Italia dei lavoratori comunisti per cui il partito vale più di ogni cosa (micidiale la scena in cui lui si adira perché lei si è permessa di deridere il partito), l’Italia dell’arretratezza economica e culturale. Lei impersona l’Italia da bene, quella fatta di feste e vacanze su yacht, l’Italia del capitalismo e dello snobismo, nonché dell’inadeguatezza al lavoro e alla fatica, l’Italia dalla vita facile e agiata, l’Italia intellettuale e vagamente radical chic. Entrambe le Italie vengono messe sonoramente alla berlina tramite le avventure e disavventure di questi due protagonisti che si ritrovano costretti a convivere su un’isola deserta. E’ così che Gennarino da servitore scocciato dalla sua padrona sempre più esageratamente esigente con richieste il più delle volte assurde dettate dal suo temperamento viziato, si trasforma in padrone che non ci pensa due volte a picchiare la sua schiava e a prendere da lei il rispetto che non ha mai avuto, oltre ovviamente a vendicarsi di tutte le ingiustizie sociali da sempre a carico del mondo a cui appartiene, sfogando la sua rabbia su quella che ritiene essere il massimo esponente della categoria “avversaria” (esplicativa al riguardo la scena in cui Giannini comincia a picchiare la Melato rivendicando le sue azioni violente per vendetta nei confronti dell’evasione fiscale dei ricchi, dell’aumento dei prezzi della benzina e di tutta una serie interminabile di ingiustizie). Esilaranti saranno i duelli verbali e anche maneschi tra i due, seppur alle volte troppo eccessivi nel rimarcare il concetto di ribaltamento dei ruoli (non solo politiche, economiche e sociali le differenze di mentalità tra i due, tanto che anche sul ruolo uomo-donna i due la pensano in maniera completamente opposta prima di giungere al compromesso dettato dall’amore), di cui sono rimaste nell’immaginario collettivo le mitiche battute che Giannini urla in un siciliano perfetto pur essendo ligure (“bottana industriale socialdemocratica!”, “bacia la mano al padrone!”). Ovviamente tra i due non tarderà a scoccare la passione, ognuno dei due attirato dalla diversità dell’altro e affascinato da un mondo fino ad allora del tutto sconosciuto e per questo o ignorato od odiato. Ecco che lui si ritrova ad apprezzare la disinvoltura sessuale e non solo della sua compagna di naufragio e lei si ritrova ad apprezzare l’autorità e la mascolinità del pescatore. Una scelta quella della Wertmuller che si è attirata contro l’ira delle femministe inorridite dal fatto che la protagonista trovi la vera felicità nel lavare le mutande e cucinare per il suo uomo che comanda e prende tutte le decisioni, salvo poi ribaltare la prospettiva in un finale sicuramente poco ispirato ed eccessivamente melodrammatico. Al di là di tutto, comunque, “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”, rimane una straordinaria commedia divertente e coinvolgente venata da caustiche e velenose riflessioni sociali, storiche, economiche e politiche, rese alla perfezione da un duo di attori in stato di grazia.

LA POP-STAR E IL FIGLIO D’ARTE

Un passo veramente falso nella succulenta filmografia del regista inglese, quel Guy Ritchie che ci ha regalato perle di azione e divertimento come “Lock & Stock” e “The snatch”. Una scelta malaugurata quella di girare il remake della Wertmuller che perde di ogni valenza se decontestualizzato e snaturato dei suoi temi principali. Ritchie ci prova forse per dare spazio a sua moglie, solitamente apprezzata per la sua carriera musicale. Ecco che la famosissima Madonna viene chiamata a vestire i panni che una volta furono della stroardinaria e inarrivabile Mariangela Melato. A rimpiazzare il mitico Giannini, ci pensa suo figlio, molto probabilmente più aitante, ma sicuramente molto meno espressivo e comunicativo. Eliminate tutte le questioni politiche, economiche e sociali, la pellicola si concentra semplicemente sulle differenze superficiali tra i due. Lui è un povero operaio e lei una ricca signora americana. Spostata anche l’ambientazione dall’Italia alla Grecia, il film non ha ragione di esistere a differenza dell’originale che faceva delle sottotematiche la sua forza principale oltre che dei suoi attori protagonisti, e si affossa in una sorta di insulsa e improbabile storia d’amore molto più patinata e ben studiata della precedente. Storia d’amore che vede, come nell’originale, ribaltati i ruoli dei due protagonisti fino a giungere ad un amore passionale ed estremo che porta poi ad un finale leggermente rivisitato e dieci volte più stucchevole e melodrammatico del precedente. Difficile riuscire a slavare qualcosa di questa operazione disastrosa che risultò un flop al botthegino e con la critica, vincendo tra l’altro numerosi Razzie awards, i premi per i film più brutti dell’anno. Nemmeno la presenza allettante, almeno per i fan, di Madonna è riuscita a risollevare le sorti di questa pellicola che la vede costretta in un ruolo molto probabilmente studiato appositamente per lei, ma sicuramente malcostruito e decisamente stereotipato e banale. Lo stesso dicasi per quello riservato ad Adriano Giannini che, seppur ricordando fisicamente il padre, ci fa rimpiangere la presenza di un attore dalla presenza scenica e dal talento ineguagliabile come Giancarlo Giannini. Cercando di rendere il tutto più cool e più appetibile ad un pubblico “moderno” Ritchie rovina tutto, discostandosi dal suo solito modo apprezzabile di fare cinema oltre che, cosa più importante, dal remake che in qualche modo viene quasi “offeso” da questa riproposizione molto blanda e arbitraria. Per questo viene anche difficile di parlare di vero e proprio remake, visto che gli unici punti di contatto con l’originale sono le caratteristiche fisiche degli attori, il loro naufragio e il ribaltamento dei ruoli. La stessa storia d’amore ha connotazioni completamente opposte nell’uno e nell’altro film, visto che qui abbiamo una sorta di epopea sentimentale quasi poetica mentre lì avevamo la nuda e cruda esplosione di una passionalità fino ad allora repressa per questioni sociali. Insomma un vero fiasco che molto probabilmente né Ritchie né gli spettatori riuscianno mai a digerire.

Pubblicato su www.supergacinema.it

8 commenti su “Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto Vs Travolti dal destino

  1. uno dei migliori film della wertmuller, il primo, non ho visto quello di ritchie, tanto unanimamente se n’è detto male. all’uscita, mariangela melato fece giocosamente notare come lei fosse molto più sensuale di madonna, e c’è da crederle.

  2. Ma guarda, è la prima volta che mi sento perenotoriamente di dire a qualcuno: "Non guardare assolutamente questo film". Ovviamente mi riferisco al secondo.

  3. Ecco gli spoiler che apprezzo!!! Qualche tempo fa avevo registrato il remake, ma ero piuttosto in dubbio se vederlo o meno, visti gli ottimi risultati di Giannini senior e signora Melato. Grazie per avermi fatto evitare due ore perse…

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