Il Mi$$ionario




REGIA: Roger Delattre

CAST: Jean-Marie Bigard, David Strajmayster, Thiam Aïssatou, Jean Dell, Michel Chesneau, Benjamin Feitelson, Jean-Gilles Barbier, Sidney Wernicke, Philippe Faure, François Siener, Lucie Lucas

ANNO: 2010

 

Mario, un criminale che è uscito dal carcere dopo sette anni, ha bisogno di nascondersi da due suoi vecchi complici che pretendono di dividere il bottino di una rapina di gioielli, motivo per il quale l’uomo è stato in prigione. Recandosi a chiedere aiuto a suo fratello prete, viene mandato in un villaggio travestito da parroco. Qui verrà scambiato per il nuovo parroco, piuttosto che per un seminarista come era stato previsto, a causa dell’inaspettata morte del parroco del paese.

 

Una commedia degli equivoci che però si basa su un tipo di comicità sin troppo semplice ed elementare, incentrata soprattutto sull’utilizzo di parolacce da parte del criminale vestito da prete e su una serie di espedienti fin troppo usurati come le ripetute testate che l’uomo riserva a chi non gli va a genio. Non sono da meno le situazioni paradossali che capitano al fratello prete costretto ad immischiarsi nel losco affare di Mario, visto che sarà proprio lui a doversi occupare della vendita dei gioielli indebitamente acquisiti dal fratello (con tanto di presenza di un macchiettistico quanto assurdo acquirente dall’occhio di vetro). Ecco che allora il prete si trasformerà in un uomo di mondo (in maniera a dir poco ridicola come se un uomo per il solo fatto di essere un prete non conosca le "insidie" di cui il mondo è pieno, arrivando a sniffare cocaina senza sapere ciò che sta facendo o ad utilizzare i soldi ricavati dalla vendita illegale in maniere sempre più ridicole e stereotipate) e l’uomo di mondo si trasformerà in un perfetto prete, in grado di alleviare le sofferenze dei suoi parrocchiani e di farsi benvolere addirittura dal monsignore, anche dopo la scoperta della sua reale identità. Una serie di situazioni e di personaggi di contorno caricaturizzati fino all’estremo (volutamente questo è ovvio, ma forse non nella migliore delle maniere) contribuiscono ad abbassare il livello di gradimento della pellicola. Anche perchè appare oltremodo inverosimile che, nonostante i comportamenti molto strani e atipici di Mario, nessuno si renda conto di trovarsi di fronte ad un falso prete (ecco che allora anche gli abitanti di questo piccolo paesotto vengono dipinti come degli stupidi e fin troppo semplici uomini dediti più che altro all’alcool e ad una vita noiosa e ripetitiva).

Come se non bastasse, nel finale viene introdotto un ulteriore filone narrativo incentrato sulle pene d’amore di due giovani ragazzi appartenenti a religioni diverse (islamico lui, ebrea lei) che non riescono a trovare il consenso dei genitori per potersi sposare e coronare il loro sogno di vita insieme. Ovviamente sarà Mario (emblema in questo caso della religione cattolica), con una serie di rocambolesche coincidenze, a rendere il tutto possibile, professando tra l’altro, in maniera a dir poco retorica e stucchevole, quanto non siano le religioni a costituire il valore di una persona e quanto sia sbagliato odiarsi a causa della diversità e delle diverse provenienze sociali, geografiche e, appunto, religiose. Un intermezzo che, oltre a stonare notevolmente col resto della narrazione e col clima scanzonato e volutamente superficiale dato fino ad allora alla pellicola, contribuisce a rendere il film ancora più banale e stereotipato di quanto già non era dal punto di vista puramente comico.

Non c’è mai una risata intelligente in "Il Mi$$ionario", nessun ombra di tentativo di far ridere e divertire con situazioni che si allontanino dalla faciloneria narrativa che contrassegna i prodotti "più bassi" del genere. Una sorta di "spirito di patata" che potrà conquistare gli appassionati dei cinepanettoni e simili (in molti momenti lo stampo comico è molto simile) o della risata facile e immediata, ma che lascerà sicuramente interdetti e delusi tutti gli altri.

 

VOTO:

 

 

Pubblicato su www.livecity.it

2 commenti su “Il Mi$$ionario

  1. Boh, a molti è piaciuto. Sarà che la sera prima avevo dormito "col culo scoperto", ma a me mi hanno fatto cagare sti due, ahah.

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