La spirale delirante di una testa volante
Categoria: EFFETTI VISIVI
Vertigo – La donna che visse due volte (tit. originale "Vertigo")
Regia: Alfred Hitchcock / Anno: 1958 / Durata: 128' / Colore: colore / Paese: USA
Storia di un amore assolutamente vertiginoso – il termine non è casuale – il capolavoro di Hitchcock, “Vertigo – La donna che visse due volte”, rimane ineguagliabile e indimenticato non solo per la straordinaria regia del Genio, ma anche per il torbido delle ossessioni del protagonista, incarnato dal grande James Stewart, che si muove tra paura dell’altezza, ossessioni al limite del necrofilo e incubi deliranti nei confronti di una donna a dir poco misteriosa, la sensualissima Kim Novak, soggetto e oggetto dei suoi tormenti.
Il binomio amore/morte ancora una volta si pone al centro di una costruzione narrativa impeccabile che, questa volta, risulta oltremodo caratterizzata da un impianto di effetti visivi sbalorditivi che, già a partire dai titoli di testa del film, danno un saggio dell’inusitato talento di Saul Bass, ideatore degli stessi. Il momento che più rappresenta, visivamente e comunicativamente parlando, tutto l’universo di manie e perversioni che si nascondono dietro questa storia che ha sicuramente dei risvolti “malati”, anche se ben celati dal mitico Hitchcock, è quello dell’allucinante incubo del protagonista: con uno sfondo che a intermittenza si colora di rosso e di blu, l’uomo comincia a volare con la fantasia, fino a quando non vediamo la sua testa aleggiare nell’aria, questa volta con alle spalle gradazioni che vanno dal rosso al viola, e illuminarsi di verde, altro colore caratterizzante l’intera pellicola. È la mente del protagonista, ormai offuscata dal delirio, che si aggira tra i ricordi e le sensazioni e che ci tiene incollati con gli occhi allo schermo, anche grazie alle ipnotiche e quasi terrorizzanti note di Bernard Herrman, compositore della meravigliosa colonna sonora.
Senza questi visionari e stupefacenti effetti visivi, arricchiti da un sapientissimo utilizzo dei colori, dunque, “Vertigo – La donna che visse due volte”, non avrebbe avuto la stessa carica suadente, affascinante, suggestiva e coinvolgente.
Pubblicato su www.supergacinema.it
Qui stiamo parlando di un capolavoro senza tempo, che dimostra oltre le capacità tecniche e narrative di Hitchcok, anche la sua capacità di attorniarsi dei talenti migliori nei rispettivi campi (Bass e Herrman)…
Senza ombra di dubbio. Uno dei più grandi capolavori della storia del cinema questo Vertigo. E Hitchcock è forse il mio regista preferito, anche se sceglierne solo uno è davvero arduo.
…Hitchcock ci ha sempre abituati bene Ricordo il mitico "sogno surrealista" in Io ti salverò (1945)…
Due momenti dal migliore Hitchcock, uno che darebbe ancora lezioni di cinema a tantissime persone.
edio, Hitchcock è nei cuori di tutti noi!!!
seconda serata, senza ombra di dubbio!
So di ripetermi e mi pare di averlo scritto da qualche parte in un commento su un blog (non ricordo quale) : i giovani registi (ma sicuramente lo avranno già fatto) dovrebbero guardare con attenzione tutti (o quasi) i film del Maestro (Vertigo compreso) perché vedere il cinema di Hitchcock è istruttivo. Una scuola di cinema a tempo pieno.
Si, e poi oltre che istruttivo è anche più che soddisfacente per chi ama il cinema.