Masters of horror 1-2




PANICO SULLA MONTAGNA

 

Una ragazza sta guidando pensierosa. Ad un certo punto si imbatte in una macchina ferma in mezzo alla strada. Non riuscendo ad evitarla finisce per fare un incidente. Quando si risveglia dalla botta si ritrova solo nel bel mezzo della notte con il cellulare che non prende. Ben presto sentirà dei rumori nel bosco e quando andrà a controllare di che si tratta si ritroverà di fronte ad una specie di mostro che la rincorrerà assetato di sangue.

Questo è praticamente l’assunto del primo episodio di Masters of horror, girato da Don Coscarelli che qui fa il suo dovere incentrando l’attenzione sulla tipica figura del serial killer pazzo che costituisce un topos dell’horror. Il cattivo di questo film si chiama Moonface e ha un aspetto raccapricciante. La donna caduta sua vittima (non è la prima ovviamente come ci dimostreranno gli scheletri impagliati nel suo giardino o la donna che chiede disperatamente aiuto alla protagonista), farà di tutto per non farsi catturare seguendo i consigli del suo ex-marito fissato con l’addestramento e la sopravvivenza. Con una serie di flashback che ci mostreranno gli estenuanti allenamenti a cui la donna veniva sottoposta dal marito, capiremo come mai è capace di costruire delle trappole micidiali partendo dalla molla delle sue mutande o da una lima per unghie. Grazie a questi stratagemmi riuscirà a cavarsela per un po’ fino a quando però non verrà inevitabilmente catturata e portata nel covo delle torture. Cosciarelli giostra bene i tempi di narrazione suddividendo il suo episodio in due parti ideali: rincorsa tra i boschi alberati e poi prigionia all’interno della fatiscente abitazione. È forse quest’ultima, la parte più riuscita, perlomeno per gli amanti del gore, dato che avremo modo di assistere ad una delle raccapriccianti torture a cui Moonface sottopone le sue vittime, con litri di sangue che scombussoleranno i più deboli di stomaco. La presenza di un vecchio “pazzo” (prigioniero o complice? Il dubbio rimane), figura quanto mai emblematica ma anche inquietante, servirà per farci comprendere che il serial killer è fissato con gli occhi. “Gli occhi vedono tutto il male, tutto il male del mondo”, dirà il vecchio alla protagonista che fa di tutto per liberarsi dalle manette che la tengono legata ad un palo. E saranno proprio gli insegnamenti di quel marito un po’ folle che l’aiuteranno a salvarsi e a prendersi più di una rivincita. Ma attenzione, perché non si tratta affatto di una sorta di giustificazione al militarismo più estremo (quello dell’ex-marito invasato), visto che il finale inaspettato e molto intelligente ribalterà le carte in tavola e ci lascerà quasi con un sorriso sulle labbra.

Di sicuro non un capolavoro di genere questo “Panico sulla montagna”, ma certamente inseribile in quella fascia di pellicole (in questo caso trattasi di mediometraggi) che si guardano volentieri senza mai storcere il naso e che si meritano un posto, seppur non di rilievo, nella cinematografia di genere che segue determinati stilemi senza strafare in originalità o particolarità.

 

LA CASA DELLE STREGHE

 

Secondo episodio diretto da Stuart Gordon, non certo il primo che capita, questo “La casa delle streghe” non riesce a trovare un perfetto equilibrio tra ironia e terrore. Il giovane protagonista è uno studente in cerca di pace e relax per la stesura della sua tesi di laurea. Non avendo molto denaro a disposizione, si reca in un fatiscente motel per affittare una stanza dove poter lavorare tranquillamente. L’impatto non sarà dei più rosei, dato che il posto si rivelerà peggiore di quanto si aspettasse. I cassetti sono senza fondo, le stanze sono oltremodo sporche e spoglie, e gli abitanti (soprattutto uno strano vecchio al piano terra) sono un po’ strambi. Proprio mentre il ragazzo comincia a fare le sue ricerche, le urla di una donna vicina di stanza lo attireranno. La ragazza con neonato a seguito, è rimasta terrorizzata dall’uscita di un topolino da un buco nella parete. Lo studente chiederà aiuto al tenutario che gli dirà di sbrigarsela da solo. Ecco che il ragazzo si arma di pazienza e chiude il buco nella stanza della donna. Ma il vecchio strambo del piano terra ha delle teorie su quel topo: trattasi di un messaggero di una strega terrificante che richiede sacrifici umani. Lo studente ovviamente non crederà a certe baggianate e si rintanerà nuovamente nella sua stanza per cercare di lavorare. Ma una volta addormentatosi farà un sogno quanto mai inusuale: un topo con la faccia umana gli dirà che “lei” sta arrivando proprio per lui. Sarà da questo momento che il delirio più totale si impossesserà dello studente che riceverà sempre più visite dal malefico topo e successivamente anche dalla spaventosa strega. E’ un caso che l’argomento principale dei suoi studi sia la ricerca di alcuni luoghi all’interno dei quali l’intersecazione di alcune rette (le pareti) danno la possibilità a più mondi paralleli di confondersi tra loro e di effettuare degli scambi? Sembra proprio di no a giudicare dalle avventure che questo povero ragazzo dovrà affrontare senza lasciarsi trascinare nel baratro della follia. Dopotutto il vecchio strambo non aveva poi tutti i torti, anche se nessuno, lo studente per primo, gli aveva dato credito. Ma quando arriverà il suo momento di farsi credere, ovviamente nessuno sarà disposto a farlo.

E’ un vero peccato che il regista abbia giocato poco sul dubbio che tutto quello che avviene a questo ragazzo sia frutto della sua immaginazione sollecitata dai racconti del vecchio, piuttosto che dall’intersecazione di mondi paralleli. Ne sarebbe venuto fuori un horror più psicologico che maldestramente ilare e quasi divertente. Fanno quasi ridere infatti le figure della strega e del topolino e, anche se forse era proprio questo l’intento del regista, contribuiscono a diminuire l’alone di mistero e di suspance che per il resto della pellicola si respira. Interessante, comunque, la visione della casa stregata, altro topos orrorifico, che si illumina di viola fosforescente ogniqualvolta la strega si avvicina alla sua nuova preda. Tutto sommato, anche in questo caso, non ci si può ritenere insoddisfatti, o completamente tali, della visione di questo episodio che in fin dei conti gioca col genere e molto probabilmente ci prende volutamente in giro, come nel finale un po’ esagerato ma sicuramente apprezzabile anche per i fiotti di sangue che si spargono sul pavimento di una cella imbottita.

19 commenti su “Masters of horror 1-2

  1. hihi, io quando si tratta di streghe penso sempre a “Il mistero della strega di Blair” che all’epoca mi terrorizzò… sono una schiappa *_*

    Adele

  2. Ahah, bè questo qui non ha nulla a che vedere con quel film, anche e soprattutto per quanto riguarda lo stile, piuttosto che i contenuti. Questi episodi (perlomeno credo, visto che sono ancora al quinto della prima serie) sono un pò un divertissement sul genere, una sorta di omaggio televisivo al cinema horror, per questo credo che non vadano presi eccessivamente sul serio, con fare troppo critico o con pretese troppo alte. Certo è che devo ancora arrivare agli episodi di Carpenter, che volente o nolente, creeranno in me uno stato di aspettative non molto ragionevoli, ahah!

  3. Piccola rettifica: Coscarelli (non Cosciarelli) è uno di quelli che insieme a Carpenter, Craven e Hooper negli anni settanta ha rifondato il genere horror.

    Anche se meno nota, la sua serie Phantasm sta nella stessa schiera dei Nightmare, Venerdì 13 e Halloween.

    Direi che basta per essere un maestro del genere… 😉

  4. Bè, ti dirò che ho letto in giro notizie riguardanti questo regista (non conoscendolo benissimo) e non mi è sembrato aver riscosso molti consensi (critici e non), ecco perchè avevo capito che non fosse proprio maestro del genere, però se tu mi dici che in realtà la sua serie horror (che recupererò sicuramente) vale, allora forse è il caso di rettificare. Ah, il nome ho sbagliato a scrivere, lo so che è Coscarelli. Grazie ^^

  5. Di certo ti posso consigliare il classico Fantasmi e l’acclamato Bubba Ho Tep (Bruce Campbell che interpreta Elvis… cosa vuoi di più?).

    Poi magari non sarà di tuo gradimento ma almeno ti sarai fatta un’idea più precisa.

  6. “Dreams in the Witch House” è tratto da un racconto di H.P.Lovecraft. In effetti non è tanto più sconvolta la riproposta cinematografica, ma rimodernizzata per quanto riguarda l’epoca. Tutto il resto si può affermare sia identico.

    Ovviamente l’atmosfera del libro, come spesso accade, è più forte di quella suggerita dal film.

    Diverse trasposizioni dei film ispirati ai racconti di Lovecraft hanno prefetito adottare un’ambientazione moderna.

    Se si tratta del ciclo Master of Horror dovrebbe esserci un film diretto da Dario Argento, ma con attori americani tra cui Steven Weber famoso per aver girato la serie a tre episodi di Shining; parla di una donna dalle sembianze facciali mostruose, ma non ti racconto il resto.

  7. Cine, Bubba Ho Tep è in lista di recupero da un bel pò, dovrei vederlo al più presto.

    Drakoz, il film di cui parli è Jenifer – istinto assassino e l’ho già visto. Non un granchè, ma per certi versi passabile.

  8. Il secondo episodio non me lo ricordo più, mi è completamente passato di mente.

    Mentre il primo me lo ricordo come un divertente survival horror!

    Nella prima e nella seconda stagione comunque ci sono episodi davvero imperdibili.

    Fai benissimo ad avere alte aspettative sul primo episodio di Carpenter: favoloso e veramente inquietante. Difficile da dimenticare.

    Notevole anche l’episodio in salsa zombie di Joe Dante! Son sicuro che li adorerai 😉

    Ciao,

    Lore

  9. Lore, l’ho visto quello di Joe Dante, che figata!!! Ora devo vedere il settimo di John Landis!

    Memole, quello non è tra i migliori, ma qualcosa di interessante si trova sempre. Stuart Gordon ha saputo fare di meglio. Per esempio a me il suo “Edmond” è piaciuto veramente moltissimo.

  10. Io sono arrivata al sesto episodio per il momento. Sono tredici episodi a serie, e fin’ora mi sa che sono due serie. Se sei appassionato di horror è un divertimento.

  11. Questi due in particolare sono fra i miei episodi preferiti… Ed essendo un patito lovecraftiano, non posso fare a meno di provare simpatia per Gordon. Ora mi mancano solo l’episodio di Garris della seconda stagione e quello di Tsuruta, poi li ho visti tutti… 🙂

  12. Io sono ferma al sesto episodio della prima serie, a breve pubblicherò anche le altre recensioni che ho già scritto. Non vedo l’ora di arrivare agli episodi di Carpenter e di Miike ^^

  13. Se sei interessata, sul mio blog trovi tutte le recensioni degli episodi della prima serie e quasi tutte della seconda. Il primo di Carpenter non è male, Miike non mi ha proprio preso invece…

  14. come due uniche pellicole horror?E Baby killer?E i vampiri di salem's lot e così via?
    forse però ho capito male io,chiedo venia …in caso

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