Prospettive di un delitto

REGIA: Pete Travis

CAST: William Hurt, Dannis Quaid, Forest Whitacker, Matthew Fox, Sigourney Weaver,
ANNO: 2007

TRAMA:

Il presidente degli Stati Uniti d’America sta per tenere un summit di pace a Salamanca, in Spagna.  A fargli da scorta numerose guardie del corpo tra cui Thomas Barnes che l’anno prima si era preso una pallottola sul lavoro. L’evento viene visto da otto punti di vista differenti, ma la verità è una sola.

 



ANALISI PERSONALE

Un’idea iniziale davvero molto interessante questa di Prospettive per un delitto e cioè prendere un evento, ormai sdoganato al cinema, come quello dell’attentato al presidente degli Stati Uniti e osservarlo da vari punti di vista per riuscire man mano a ricomporre il puzzle. Peccato che questo film si fermi proprio qui, ad una buona idea iniziale che però viene sfruttata malamente, come se si avesse a disposizione una Ferrari e si corresse a cinquanta all’ora. Uno l’evento principale e otto i punti di vista che sono sicuramente troppi, dato che lo spettatore già al terzo non ne può più di rivedere le stesse identiche immagini con l’aggiunta di qualcosa di nuovo, che è sicuramente rivelatorio ai fini della narrazione, ma che peggiora minuto dopo minuto, dal punto di vista registico, di sceneggiatura e persino di recitazione. I protagonisti sono indistruttibili, le loro automobili continuano a sfrecciare per la città anche dopo essere state schiacciate da camion, le telecamere dei giornalisti e dei turisti resistono a bombe e sparatorie, la gente viene ripetutamente investita e continua a scappare tranquillamente e si potrebbe continuare all’infinito. Si potrebbe anche dire che ogni action-movie americano che si rispetti contiene questo genere di esagerazioni, ma quando è troppo è troppo e il risultato finale è quello di suscitare ilarità, piuttosto che suspance e tensione. Se il complotto ai danni del presidente comincia a tingersi di colori forti, con intrighi e tradimenti a più non posso, tutto il resto rimane bloccato nella ragnatela dell’impossibile e dell’improbabile.

Otto, come dicevamo, i punti di vista: quello della guardia Thomas Barnes (l’impostato Dannis Quaid) che già un anno prima aveva rischiato di perdere la vita per salvare quella del presidente e che pare non essersi ripreso del tutto; quello della giornalista che si sta occupando del servizio sul summit (una fulminea Sigourney Weaver); quello dell’altra guardia Kant Taylor (l’affascinante ma troppo “lostizzato” Matthew Fox) che sembra l’unico a difendere l’operato del collega Barnes; quello di un turista con tanto di telecamera che sembra aver ripreso l’attentatore (un inverosimile Forest Whitaker); quello di una signora con la figlioletta che si ritrova suo malgrado implicata negli eventi; quello della guardia del corpo del sindaco di Salamanca che, suo malgrado, partecipa involontariamente all’attentato; quello della sua ragazza che in realtà l’ha solo usato per ottenere l’esplosivo e per rapire il presidente e, infine, quello del presidente stesso. Per otto volte il timer degli eventi riparte da zero e per otto volte rivediamo gli stessi avvenimenti corredati da qualche notizia in più scorrere davanti allo schermo.
Questo il fatto, riassunto: il presidente con tanto di scorta al seguito deve tenere questo discorso a Salamanca, contro il terrorismo.

Nel frattempo alcuni terroristi, tra cui la ragazza della guardia del corpo del sindaco, un ragazzo a cui hanno rapito il fratello costringendolo a partecipare all’attentato e una sorta di kamikaze receptionist d’albergo stanno organizzando un complotto ai danni del presidente. Dopo averlo sparato da lontano con un cecchino, mettono anche una bomba sotto il palco, facendo scatenare il caos.  Le assurdità si susseguono in maniera quasi paradossale: la giornalista inviata cade sotto le macerie e Sigourney Weaver e compagnia piangono per un secondo per poi tornare all’attacco con il servizio giornalistico; il turista nel marasma più totale, invece che scappare a più non posso per tentare di salvarsi la pelle, telefona alla moglie con la quale è pure in maretta per dirle che sta bene e che ha filmato con la sua telecamera colui che ha sparato al presidente; la guardia del corpo del sindaco, invece che spiegare la sua posizione (dato che era stato fermato perché sospettato egli stesso di aver sparato al presidente), si arma di pistola e comincia a correre all’impazzata per poter raggiungere la sua ragazza/traditrice e nel mezzo della sua corsa viene investito almeno tre volte, continuando comunque a correre; le guardie americane che lo inseguono per poterlo catturare cominciano a sparare all’impazzata in mezzo alla folla di civili; Barnes ingaggia un inseguimento in automobile al limite del possibile e (nonostante sia già sopravvissuto ad una sparatoria l’anno prima) continua a scampare la morte nonostante si trovi coinvolto in due o tre mega-tamponamenti laterali e, soprattutto, nonostante la sua auto venga spiaccicata contro un muro da un enorme camion; il suddetto turista dopo aver rischiato la pelle per via della bomba e per via di una telefonata inutile, non pago, comincia a inseguire egli stesso le guardie americane per poterle aiutare e quando si rende conto che una bambina conosciuta poco prima ha perso la mamma, si impone come missione quella di salvarla a tutti i costi; la stessa bambina (che nonostante sia grandicella non ha imparato ad attraversare la strada) si ritrova nel bel mezzo dell’inseguimento tra i terroristi e Barnes e i primi (che con determinazione e sangue freddo hanno ucciso centinaia di persone), si fanno scrupoli di investirla e via dicendo. La sensazione e forse anche la speranza è che alla fine di tutto appaia Massimo Boldi con un grande cartellone che recita: “Siete su scherzi a parte!”

“A parte gli scherzi”, questo film che avrebbe potuto essere davvero una bella novità e soprattutto una bella idea, viene rovinato da tutte le incongruenze succitate, nonché da una colonna sonora estremamente invasiva ed enormemente irritante, da una regia movimentata che più movimentata non si può (se avete avuto il voltastomaco con Cloverfield, penso che questo non lo possiate reggere) e da una sceneggiatura a dir poco ridicola, per non dire quasi comica. Si salva la sempre ottima Sigouney Weaver, che però compare solo per pochi minuti, il grandissimo William Hurt (che interpreta un presidente degli Stati Uniti che descriverlo come assurdo, è poco) e i primi piani del sensuale Matthew Fox.

VOTO: 3

 



CITAZIONE DEL GIORNO

Ci vuole un pazzo per beccare un pazzo. (John Spartan in "Demolition Man")


LOCANDINA


26 commenti su “Prospettive di un delitto

  1. Visto ieri ma sinceramente non me la sento di andarci così duro.

    Non perchè gli appunti che fai siano sbagliati, anzi ma tutto sommato le banalità dei contenuti sono paradossalmente funzionali a una costruzione filmica che un minimo di abilità la mostra.

    Tra poco metto su la mia “cinepillola”.

    Martin

  2. Certo, quel minimo di abilità (che a me pareva più un esercizio di stile andato a vuoto) si merita il mio 3 😛

  3. Mmm… mi attirava l’idea degli otto punti di vista per una sola verità, ma sospettavo la cavolata. E a quanto pare confermi il mio sospetto.

    Poi mi dici che Sigorney è in scena pochi minuti… mi sa che aspetto il dvd ^^

    Ciao,

    Lorenzo

  4. Superga, se puoi evitare è meglio 😛

    t3nshi anche a me affascinava sotto quel punto di vista…ma ti assicuro che al cinema (eravamo 8 persone nel multisala), dopo il terzo punto di vista stavamo tutti o ridendo o spazientendoci…

  5. L’unico che si salva in tutto il film è il premio oscar Forest Whitaker… l’unica parte realistica e degna di nota…

  6. Aicha, lui è bravissimo, ma la sua parte è una delle meno realistiche (se proprio vogliamo scegliere). Si può che scoppia una bomba e la sua telecamera rimane intatta, inoltre nel marasma più totale di gente che spara a destra e a manca, invece di scappare si mette a telefonare alla moglie con cui si è lasciato tra l’altro…e poi si mette a inseguire le guardie perchè vuole aiutarle…insomma!!!

    Grazie mille max ^^

  7. Mi sono spiegata male… non intendevo realistica la scena che interpretava (su quella ti do pienamente ragione)… mi riferivo alla sua interpretazione: gli altri partendo da William Hurt per finire a Dennis Quaid avevano una faccia di gomma che sembrava dire… Ma che ci faccio quà? Lui almeno era più espressivo….

  8. Alla fine penso che molto dipenda dalle aspettative, a differenza di molti ero entrato davvero senza speranze.

    Eppure una cosa mi sento di dirla: il ragazzo tecnicamente è valido e si farà, tra qualche anno sentiremo parlare di lui, se avrà la fortuna di avere in mano una sceneggiatura decente s’intende.

    Sono l’unico forse a pensarla così (ho appena postato il mio contributo) e solo il tempo ci darà una risposta.

  9. Trinity, ma le operazioni di marketing se poi danno buoni risultati, ben vengano…

    Cinepillole, non dico che non ci fosse del talento, però secondo me è stato sfruttato male…

    Lessio, te sei troppo de bocca buona!!! Dennis Quaid in sto film è insopportabile!!! 😛

  10. Io volevo andare solo perchè c’è Jack! Tu però mi confermi i commenti negaivi sentiti in giro…a sto punto mi sa che passo.

  11. Anche io ci sono andata solo per Jack, anzi per essere precisi per Matthew Fox, perchè come ben sai, Jack lo odio 😛

  12. Dopo questa stroncatura lo guardo solo se ti sei dimenticata di menzionare una scena in cui Matthew Fox si aggira per una foresta con una fiaccola in mano… ^_^

    Holzeweg

  13. confesso che non mi aspettasvo questo voto, ma certo m’ha deluso molto anche a me, lho trovato veramente noioso e ripetitivo

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