The reader




REGIA: Stephen Daldry

CAST: Kate Winslet, Ralph Fiennes, David Kross

ANNO: 2009

 

TRAMA:

 

Michael Berg, in preda alla scarlattina, viene soccorso dalla misteriosa e affascinante Hanna Schmitz. Tra i due, nonostante la differenza d’età, nasce una passione scandita non solo dal sesso ma anche dalle letture ad alta voce che lei ogni volta pretende da lui prima di ogni rapporto sessuale. Un giorno la donna scompare nel nulla e dopo otto anni Michael, studente di legge, la ritrova come imputata insieme ad altre sei donne, con l’accusa di crimini contro l’umanità. Hanna, infatti, era una sorvegliante nazista.

 


ANALISI PERSONALE

 

Storia d’amore, racconto di formazione, film storico, pellicola che denuncia determinati parametri di giudizio verso il fenomeno dell’olocausto? Un po’ di tutto questo è The reader, film che narra la storia di due personaggi che, loro malgrado, rimarranno uniti, perlomeno mentalmente, per la totalità delle loro vite. Lui ragazzino inesperto, lei già donna matura, si incontrano per caso e si innamorano. Sanno poco l’uno dell’altro, solo che lui ama molto fare sesso e lei ama molto che le vengano letti i grandi classici a voce alta. Lei nasconde due grandi segreti però: è una sorvegliante delle SS tedesche e soprattutto, cosa di cui si vergogna enormemente, è analfabeta. Per questo motivo, ogni volta che le viene offerta una promozione, che comporterebbe il leggere o lo scrivere, è costretta a rifiutare e a trasferirsi altrove. E’ quello che succede dopo la focosa e intensa estate d’amore passata col ragazzo, che una volta rimasto solo, non fa fatica a riprendersi dalla delusione e a cercare svaghi altrove, così come solo i ragazzi sanno fare. Quello che però scombussolerà l’intera esistenza del protagonista maschile di The reader, sarà la scoperta ad otto anni di distanza, di aver avuto la sua prima esperienza sessuale e di essersi innamorato per la prima volta di una donna che col suo operato ha contribuito ad uccidere trecento persone. Pur potendo scagionare la donna, che si assume l’intera responsabilità dell’incendio in cui morirono quelle persone anche se non poteva essere lei la principale accusata proprio per il suo “deficit”, il ragazzo decide di non intervenire, soffrendone amaramente per il resto della sua vita. Una scoperta, quella della reale natura della sua prima amante, che lo porterà ad una totale incapacità di gestire i rapporti con le altre donne (la sua ex-moglie, sua figlia, le amanti che si danno il cambio nel suo letto scomparendo la mattina dopo). Quello che più colpisce è il sentimento di vergogna della protagonista femminile, non perché aveva fatto parte di un’organizzazione così tremenda e crudele, ma perché non sapeva leggere e scrivere. Una sorta di ignoranza e inconsapevolezza che forse tende a mostrare una tavolozza più ricca di colori per dipingere il “quadro” olocausto, invece che i solito bianco e nero. Tentativo di giustificazione o di riabilitazione di alcuni tedeschi arruolati nelle SS? Il nazismo è stato frutto dell’ignoranza e non della cattiveria umana? Si può avere pietà di qualcuno che, consapevolmente o meno, ha recitato, attivamente o passivamente, nel “film” olocausto, interpretando la parte dei cattivi? Una serie di domande che è lecito porsi a fine visione e alle quali è difficile rispondere nettamente ed esaustivamente. Una serie di quesiti di non poco conto che sostanzialmente vanno tutti a finire “nelle mani” del professore di diritto, interpretato da Bruno Ganz, che porta i suoi studenti, compreso Michael, ad assistere al processo in questione e che dopo discute con loro sulla giustizia, sul diritto e sull’etica anche in rapporto a coloro che hanno fatto parte del nazismo. Applicare la legge, o perlomeno quella che all’epoca del loro operato era la legge, pedissequamente o lasciarsi trasportare dal naturale sentimento di odio e di ribrezzo verso determinati essere umani che sono stati capaci di perpetuare certe nefandezze? Esplicativa al riguardo, la reazione di uno degli studenti del professore che infervorato gli chiede: “Perché non vi siete ammazzati quando l’avete scoperto?”, proseguendo affermando che sarebbe disposto ad uccidere egli stesso con le proprie mani le donne accusate. Una reazione molto forte, ma di certo comprensibile, soprattutto se amputata alla generazione successiva a quella del nazismo, caricata di un enorme senso di colpa per ciò che era avvenuto nel proprio paese, senso di colpa che non abbandonerà mai nemmeno il protagonista, anche se pietoso nei confronti del suo primo amore. Tralasciando ogni giudizio etico, non si può negare che, indipendentemente dalle implicazioni, la storia personale di questi due personaggi è molto toccante e coinvolgente. Di forte impatto anche le interpretazioni, a partire da Kate Winslet e dalla sua potente e impressionante capacità espressiva, passando per David Kross nel ruolo di Michael da ragazzo, arrivando a Ralph Fiennes, forse poco misurato, ma sicuramente valente. La pellicola, suddivisa in tre tronconi (racconto dell’estate d’amore tra Hanna e Michael, processo ad Hanna e reazioni di Michael, ricordo dell’esperienza passata di un Michael ormai in là con l’età), può essere goduta anche per i suoi aspetti raffinati ed eleganti: ottima la fotografia, ben calibrata ed emozionante la colonna sonora. Appare un po’ troppo “telefonato” il montaggio parallelo e alternato che mostra i due protagonisti nel mentre compiono le stesse azioni, espediente giù utilizzato dal regista nello straordinario The hours (ma se lì aveva una valenza emotiva e narrativa non indifferente, lo stesso non si può dire per il film in questione).

Che donna è Hanna Schmitz, dunque? Una donna che apparentemente non sembra pentita di ciò che ha fatto, nemmeno dopo vent’anni di carcere (“Mi chiedevo cosa avessi imparato”, le chiede Michael quando va a trovarla, “Ho imparato a leggere”, risponde lei), ma che con il gesto che compie a fine pellicola sembra dimostrare il contrario.

 

VOTO: 7/7,5

 

  


CITAZIONE DEL GIORNO

 

L’importante è che nessuno si faccia male: peccato che succeda sempre. (da "Confidence")

  


LOCANDINA

 

18 commenti su “The reader

  1. Buona interpretazione della Winslet. Concordo con la tua votazione è da 7 e mezzo anche per me…In definitiva mi aspettavo molto di più considerato che ho preferito la Winslet personalmente in Revolutionary Road

  2. Cinescopio, facci sapere allora!

    Davide, anche io ho preferito la sua interpretazione in Revolutionary road, però devo dire che anche qui è stata veramente bravissima.

  3. Film che un pochetto mi ha deluso. Ho lettom il libro e inevitabilmente non puoi non fare paragoni: nella prima parte daldry è troppo veloce e poco attento alle dinamiche tra i due, ai dettagli, cosa che invece nella seconda parte fa in modo assoluto e meraviglioso. Un voto il tuo in perfetta linea con il mio.

  4. Io lessi il libro troppi anni fa, forse sette anni fa se non ricordo male, e devo dire che non ricordo esattamente le dinamiche, ricordo solo che mi piacque veramente molto, anche se avendo solo più o meno diciassette anni non potevo comprendere appieno tutto ciò che stavo leggendo. Mi riservo di rileggerlo non appena mi sarà possibile. Comunque in linea di massimo, escludendo comparazioni col romanzo, diciamo che secondo me siamo di fronte ad un buon film.

  5. Sembra interessante. Lo avevo un po’ trascurato (nel senso che avevo deciso di posporlo ad altri film). Adesso spero di poterlo vedere al cinema (da me non c’è, ma avendo vinto l’oscar forse ci ripenseranno e lo metteranno in lista).

  6. Bè, sicuramente pone dei quesiti interessanti, anche se non sono ancora riuscita ad avere una posizione netta sul giudizio etico da dare alla pellicola. Detto questo, il film comunque, al di là dei messaggi che lancia o non lancia, rimane un buon film (ottime le interpretazioni, garbata la regia, bella la fotografia, misurata e perfetta la colonna sonora).

  7. Anche secondo me è un buon film, concordo con il tuo voto… ho apprezato molto le interpretazioni e mi piace lo spunto di riflessione che propone; non ho ancora letto il libro, ma spero di farlo presto!

  8. kate winslet è la migliore attrice della sua generazione, l’oscar ha confermato che il 2008 è stato il suo anno (il giusto riconoscimento per le sue due eccezionali interpretazioni). e qui poi ha mostrato un bel culo 😉

  9. Milena, io lo lessi troppi anni fa, vorrei rileggerlo.

    Alè, io l’ho preferita in Revolutionary road, ma rimane comunque grandissima, culo a parte…

  10. l’ho visto anch’io di recente. a parte la smisurata bravura di kate, non mi ha convinto del tutto. troppo schematico e scolastico nella prima parte, non del tutto risolto nella seconda. ma Daldry (che dirige con lo stesso stile fluente di The Hours) sa il fatto suo.

  11. Lei è bravissima, però è vero che in Revolutionary road ha dato una prova persino superiore. Oscar meritato comunque a mio avviso, anche se pure le concorrenti non erano da meno.

  12. Complimenti per la bella recensione, condivido quasi tutto quello che hai scritto.

    Mi soffermo su due punti chiave del film: la parte in cui Michael partecipa al seminario di diritto e il finale.

    Parto dal primo.

    Gli studenti di giurisprudenza, assieme al professore, si domandano se l’etica sia superiore alla Legge o, come diceva Socrate, bisogna in ogni caso obbedire alle leggi, anche se ingiuste. Questa fu però la giustificazione di molti nazisti: per discolparsi affermarono di aver obbedito solo agli ordini dei loro superiori, come tanti burocrati. Inoltre, questa parte del seminario simboleggia la condanna storica della generazione del ’68 tedesco contro i “padri”, che avevano preferito dimenticare i crimini nazisti e la loro responsabilità collettiva.

    Circa il finale, secondo me Hanna non si è pentita dei crimini compiuti, ma ha avuto solo paura del mondo esterno, dopo tanti anni passati in carcere. Forse, proprio perchè non prova nessun senso di colpa per il suo passato non se la sente più di vivere.

    Spero di vederti presto tra i commenti del mio blog!

    Ti aspetto :)!

    Un saluto :)!

  13. Afush, grazie mille per il commento. Non appena troverò uno spiraglio di tempo verrò a visitare anche il tuo blog, io sono un’appassionata di blog di cinema!

  14. luglio 2009

    [..] Nemico pubblico n°1- La fuga J.F. Richet [°][°][°] “Serrato e impetuoso, il film di Richet va a rotta di collo e come Mesrine sfugge a (quasi) tutto. Alle ideologie, ai manicheismi, all’(anti)eroismo romantico, anche alle [..]

  15. notato che quando ci sono libri sotto l’obiettivo i titoli sono in inglese? in Germania la gente leggeva in inglese?

    mi chiedo se cose così siano volute o sfuggano.

  16. Si, era una cosa che avevo notato anche io e a cui non sono riuscita a dare una spiegazione plusibile, oltre ovviamente all’errore.

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