L.A. Confidential




REGIA: Curtis Hanson

CAST: Kevin Spacey, Russel Crowe, Guy Pierce, Denny de Vito, Kim Basinger, David Strathairn, James Cromwell

ANNO: 1997

 

TRAMA:

 

Tre poliziotti, decisamente diversi nel modo di affrontare la giustizia e la legge, si ritrovano coinvolti in un caso di pluriomicidio. La risoluzione sarà delle più agghiaccianti e inaspettate…

 


ANALISI PERSONALE

 

“L.A. Confidential” è prima di tutto una buona e onesta trasposizione del romanzo del grandissimo James Ellroy, per forza di cose snellita e semplificata in alcuni passaggi narrativi (come si può ben comprendere avendo a che fare con un romanzo di oltre 500 pagine e con dei meccanismi non sempre così lineari). Ma anche esulando dal raffronto col magistrale romanzo, il film riesce a vivere di vita propria e ad entrare a viva forza nella storia del cinema, assumendo quasi i contorni di un grande colossal. Perché “L.A. Confidential”, se non fosse per la fotografia a colori e per gli attori che lo interpretano, potrebbe benissimo essere scambiato per uno di quei grandissimi noir degli anni ’40 che tanto hanno appassionato e continuano ad appassionare gli amanti del genere e del cinema in generale. Merito soprattutto delle scenografie e dell’ambientazione in generale che ricostruiscono perfettamente la Hollywood degli anni ’50, con interni ed esterni estremamente curati (senza tener conto dei costumi, del trucco, delle capigliature, ecc…), ma anche della bellissima colonna sonora che ci fa completamente tuffare nelle atmosfere di quel tempo e nei meandri della società dell’epoca. Società che in qualche modo poteva benissimo essere rappresentata dal corpo di polizia che vantava al proprio interno poliziotti ligi al dovere e assertori di un’etica di ferro che però nascondeva una voglia di rivalsa sui colleghi, altri corrotti e poco lindi, altri ancora violenti e al di sopra della legge stessa. Una comunità a sé stante che però rifletteva anche il marcio che aleggiava nell’aria e non solo nella mecca del cinema, la Hollywood che in qualche modo fa da sfondo alle vicende di droga, sesso, soldi e potere che permea l’intera pellicola. I tre protagonisti principali sono appunto la perfetta rappresentazione di tutto ciò, merito anche di una sceneggiatura di ferro che riesce a delineare ciascun personaggio in maniera encomiabile oltre che a rendere comprensibile e fruibile allo spettatore l’intricata vicenda che vede coinvolti non solo loro, ma anche numerose altre pedine che si affastellano sulla scacchiera della pellicola: attori squinternati, truffatori di ogni sorta, delinquenti degeneri, giornalisti con le mani in pasta, prostitute simil-dive hollywoodiane (la stessa Kim Basinger, premiata con l’Oscar, interpreta il ruolo di una prostituta di alto livello che somiglia all’attrice Veronica Lake), e via di questo passo.


Grandissima forza della pellicola è anche il numero elevato di attori stellari e decisamente valenti che compongono il cast: a partire dall’immenso Kevin Spacey nel ruolo di Jack Vincennes, poliziotto della narcotici che fa anche il consulente per una serie televisiva poliziesca (incarico a cui tiene più del suo stesso distintivo); passando per Russel Crowe nel ruolo di Bud White, violento assertore della legge che non riesce a sopportare i soprusi ai danni delle donne e che tiene più di ogni cosa all’onore del corpo di polizia e all’amicizia con un suo collega; senza tralasciare Guy Pierce nel ruolo di Ed Exley, colui che nasconde sotto l’apparente desiderio di ordine e giustizia, un’ambizione sfrenata che vedrà il suo completo compimento a fine pellicola. Sono loro tre gli emblemi dei differenti modi di condurre il dipartimento di polizia (capitanato da un James Cromwell la cui recitazione è perfettamente sospesa tra corruzione e onestà), nel quale si nasconde lo stesso marcio che contrassegna il mondo del cinema, del giornalismo e quello della prostituzione d’alto bordo (esemplari sono a questo riguardo il giornalista interpretato da Danny de Vito, il “pappone” di alto livello interpretato da David Strathairn e la prostituta interpretata da Kim Basinger, l’unico di questi personaggi che in qualche modo trova riscatto grazie all’amore di uno dei tre poliziotti). Con una serie di colpi di scena e di sequenze d’azione ben girate e inserite all’interno della narrazione (soprattutto quella pre-finale nella quale si compie una carneficina di proporzioni epiche), arriviamo sempre più allibiti allo scioglimento di questa ingarbugliatissima matassa che vede fondersi inesorabilmente diversi casi apparentemente slegati tra loro, ma ineluttabilmente uniti da un unico filo rosso (e questo è uno dei primi insegnamenti della letteratura noir e giallistica), che però viene lasciato in sospeso in nome della politica e di un falso eroismo. A fare da agnelli sacrificali, nascondendo ancora una volta il marcio e la corruzione del dipartimento di polizia, ci penseranno tre poveri “negretti”, che tanto poveri non sono, visto che in un modo o nell’altro, con il loro operato, non fanno pesare troppo sulle coscienze dei protagonisti la loro scelta finale.

 

VOTO: 9

 



CITAZIONE DEL GIORNO

 

"Due Martini molto secchi". "Come sa cosa bevo?". "Ah, ne vuole uno anche lei? Allora tre!". (Dianne Wiest e John Cusack in "Pallottole su Broadway")

 


LOCANDINA

 

16 commenti su “L.A. Confidential

  1. In effetti ale55andra usi spesso la definizione “vita propria” “vive di vita propria”.

    Anche in Clan Dead Stini e in qualche recensione passata.

  2. Asgaroth ho letto, vabè ora dico io, è normale la tua reazione, nel senso che anche io da amante smisurata del cinema, per non parlare di Clint, prenderei a sassate gente del genere. Però non è che devono per forza essere tutti così innamorati. Cioè ci sta pure chi va al cinema per perdere tempo, chi non conosce il nome dell’attore, chi dice stronzate, ecc…

    Fly, in questo caso l’espressione mi sembrava alquanto azzeccata.

    Al, cast fighissimo, è vero!

  3. Il rispetto per la pagina di Ellroy è la cosa che più me lo fa amare.

    E come dici, la ricostruzione di ambienti e stile anche attraverso la musica ne fa un film davvero di culto.

  4. Un romanzo veramente formidabile e anche molto amato. Il fatto stesso che quasi nessuno è stato deluso dalla trasposizione la dice lunga sul valore della pellicola.

  5. Ricordo di averlo visto con grande gusto…mi piacque. Dovrei rivederlo un po’ però, è passato parecchio tempo.

    🙂

  6. Bè, conoscendo la tua passione per il noir, non poteva essere altrimenti. Se riesci a trovare un buco riguardatelo, ne vale la pena ^^

  7. Gran bella trasposizione… E' normale che da un capolavoro simile non si possa trarre ogni singola storyline, che sono innumerevoli… Ma i personaggi, secondo me, sono la cosa che più risaltano da questa pellicola, così come dal romanzo… Nel libro la storia è intricatissima e anche se non si arriva a capire ogni singola cosa, visto tutti i personaggi che sono presenti, ci si affeziona comunque a loro, nonostante siano totalmente detestabili… Il mio preferito è Vincennes, e sono stato molto contento di vederlo interpretare da Spacey…
    E' un peccato che manchi la storyline del padre di Exley, e che quindi cambino un po' le forze in gioco…

    Glore

  8. Bè, lo spazio di un film è per forza di cose più ristretto di quello di un romanzo. Detto questo, la pellicola si fa apprezzare veramente moltissimo.

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