Soffocare




REGIA: Clark Gregg

CAST: Sam Rockwell, Anjelica Huston, Kelly McDonald, Brad William Hanke

ANNO: 2009

 

TRAMA:

 

Victor Manicni, sex-addicted incallito, lavora in un parco a tema che racconta la storia degli Stati Uniti sin dalla loro nascita. Per far quadrare i conti, oltre che per pagare la cospicua retta dell’ospedale psichiatrico in cui è ricoverata sua madre affetta da demenza senile, si reca in ristoranti di lusso per farsi soccorrere, durante falsi soffocamenti, da persone che poi gli saranno grate, economicamente soprattutto, per essersi sentiti degli eroi.

 

 


ANALISI PERSONALE

 

Era da dieci anni che nessuno tentava di trasporre sullo schermo le profonde e particolarissime pagine del grande scrittore Chuck Palahniuk e un motivo ci sarà sicuramente. La ragione è che lo stile dello scrittore è molto particolare e dunque per cercare di eguagliare la straordinarietà delle sue parole e la varietà dei temi da lui trattati, ci vuole un’inventiva e una fantasia non indifferenti. Ci era riuscito alla grande David Fincher che con “Fight club” ha regalato agli spettatori una pellicola indimenticabile, altrettanto quanto il romanzo da cui è tratta. Non ci riesce perfettamente l’attore Clark Gregg che si concentra sullo script, perfettamente in equilibrio tra comico, grottesco e drammatico, dimenticandosi quasi completamente di cosa si può ottenere anche con la macchina da presa. Quello che manca a “Soffocare”, è infatti la presenza di un’idea registica, l’esistenza di movimento, della sensazione di perfetta fusione tra la tecnica registica e quello che essa può rappresentare e simboleggiare. Per dirlo con parole semplici, la regia è praticamente invisibile, risultato che per certi tipi di narrazione può risultare più che apprezzabile, ma in casi come questi dove si ha a disposizione un soggetto talmente complesso e meravigliosamente sfaccetato e intenso come questo, la cosa è quasi imperdonabile.

Quello che salva, e di tanto, “Soffocare” è dunque quello che viene raccontato, tralasciando la maniera in cui viene raccontato. Il regista, qui anche sceneggiatore, riesce a costruire una storia che ci coinvolge particolarmente grazie soprattutto ad una serie di dialoghi superficialmente e apparentemente vacui e volgari, ma approfonditamente e realmente ricchi di riflessioni e considerazioni su quelle che sono le tematiche care allo scrittore: l’alienazione da una società canonica e convenzionale, il congelamento delle emozioni e dei sentimenti a causa di avvenimenti che hanno avuto un notevole peso nel corso della propria vita, l’impossibilità di creare relazioni umane sincere e durature a causa di una sorta di blocco mentale e non, e via di questo passo. Tutto in “Soffocare” ci sembra surreale: il parco a tema in cui lavora Victor e in cui, anche quando deve mandare a quel paese il suo superiore deve farlo con linguaggio arcaico per rispettare le regole imposte ai dipendenti; la madre che scambia suo figlio ogni giorno per persone diverse; la dottoressa che si innamora di Victor che comincia a pensare che lui sia un “mezzo-clone” di Gesù Cristo; i flashback che ci raccontano l’infanzia del ragazzino con una madre un po’ troppo sopra le righe; le ripetute scappatelle erotiche del protagonista che riesce a lasciarsi andare solo con chi non gli piace davvero, fallendo lì dove comincia a provare qualcosa di serio; la scelta del benefattore di turno che dovrà aiutarlo a salvarsi dal soffocamento, ecc…

Una pellicola, dunque, questo “Soffocare”,  basata interamente sulla sceneggiatura, che non fa una grinza, riuscendo anche ad emozionare particolarmente in alcuni momenti madre-figlio, oltre che a far riflettere su tutto ciò che è nascosto dietro l’apparente non-sense di ciò che ci viene mostrato. Altro punto a favore è indubbiamente il valentissimo cast di attori, a cominciare dall’estremamente comunicativo e suggestivo Sam Rockwell che dà vita a tutte le nevrosi e le debolezze di Victor in maniera encomiabile, passando per la deliziosa Kelly McDonald, arrivando ad una straordinaria Anjelica Huston perfetta sia nel ruolo di giovane madre scapestrata e avventuriera sia in quello dell’anziana “ritardata”.

Tutto sommato non ci si può lamentare, anche se si rimane con l’amaro in bocca e con la sensazione di aver perso un’occasione unica di poter  vedere le magnifiche parole di un grande scrittore, prendere vita sullo schermo in maniera meno anonima e più incisiva.

                                

VOTO: 6,5

 

 


CITAZIONE DEL GIORNO

 

"Le cattive azioni puzzano di fogna, puoi cancellarle, seppellirle, ma non te ne liberi mai". (Inside man)

 


LOCANDINA

 

13 commenti su “Soffocare

  1. mi aspettavo un film non proprio brillante, però mi sarebbe cmq piaciuto andare a vederlo.. solo che da me non è uscito da nessuna parte -_-

    *Asgaroth

  2. Forse lo volevo andare a vedere, ma non so. Sta di fatto che “Fight club” è “Fight club” e nessuna trasposizione potrà sostituirlo in alcun modo. E come hai scritto, il film di 10 anni fa lo ha diretto un certo David Fincher, questo qui invece un attore esordiente nella regia. Già la cosa cambia.

  3. Non è un caso che Fight club sia tra i miei film preferiti e questo sicuramente non lo sarà mai. Fatto sta che però è godibile ugualmente, tralasciando la regia (e tu mi dirai, hai detto niente!), però la storia, anche se non originale, è ottima, la recitazione è straordinaria, ci sono delle belle atmosfere e dei momenti emozionanti. Questo mi basta a farmelo piacere, anche se non eccessivamente.

  4. Quando il film è finito ho pensato la stessa cosa che hai scritto tu nelle ultime righe: “Che occasione sprecata!” Con un Sam Rockwell così…(mito mito mito! : ) con una storia così….è stato veramente un peccato. A questo punto mi chiedo come ci sarà rimasto Palahniuk!

  5. Treves, bè se ha dato il “lasciapassare” si vede che, in qualsiasi maniera, è felice che le sue storie prendano vita sullo schermo. Comunque in effetti è stata proprio un’occasione sprecata.

  6. Ciao William, ma anche senza andare troppo lontano, secondo me di nuovo nelle mani di Fincher le parole di Palhaniuk sarebbero state trasposte magistralmente.

  7. sì, anche se fincher ora ha altri meccanismi registici secondo me, invece avary è imperfettamente spietato, spregiudicato abbastanza da strafare

  8. Rogery lo conosco meglio come sceneggiatore, dunque non saprei dirti se sarebbe meglio di Fincher, ovviamente il Fincher di Fight club, quello a cui mi riferivo io.

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