Approfondimento: Non si sevizia un paperino – 2° parte




Al di là di questi motivi di apprezzamento, se vogliamo extrafilmici, “Non si sevizia un paperino” si dimostra una pellicola dal valore formale e qualitativo veramente altissimo, con un utilizzo straordinario della colonna sonora (sia diegeticamente che extra-diegeticamente), firmata Riz Ortolani, e con una serie di sequenze girate con una maestria non indifferente, a partire dalla scena iniziale in cui alcuni ragazzini mentre si confessano in Chiesa, scattando all’avvertimento di un loro amico che ha visto arrivare le prostitute, dimostrano che nonostante i tentativi di indottrinamento attuati dalla comunità circostante, la confessione non è affatto il loro pensiero primario; fino ad arrivare alla discussa e poi anche censurata scena in cui Florinda Bolkan subisce le violentissime percosse di alcuni abitanti del paese che la picchiano ripetutamente con catene, bastoni ferrati, calci e pugni. Una sequenza quasi interamente girata in soggettiva che unisce i due intenti principali del regista e cioè creare una pellicola dal forte impatto non solo visivo ma anche sensazionale ed emotivo e nel contempo comunicare, attraverso le potenti immagini, tutta la rozzezza insita nel modo di ragionare chiuso e ignorante degli abitanti di Accendura, che si fanno ovviamente emblema di tutta una fetta di società italiana di allora, che volendo persiste ancora ora. Rimane impressa ancora oggi, oltre che ripetuta in numerose altre pellicole, la scelta del regista di accompagnare l’estrema brutalità e ferocia di questa sequenza con dei brani musicali davvero inusuali accostati ad essa, come per esempio “Quei giorni insieme a te” cantato da Ornella Vanoni. Nemmeno i bambini si salvano in questo ritratto triste e amaro della nostra società (al di là delle vittime ovviamente), visto che quando la povera “maciara” ormai ridotta in fin di vita si arrampica sulle colline rocciose fino ad arrivare al ciglio della strada per chiedere aiuto, i passanti che si stanno recando al mare per le vacanze la ignorano completamente, compresa una bambina che la osserva senza batter ciglio.

L’altra sequenza che all’epoca suscitò scalpore e che ancora oggi genera una sorta di inquietudine nello spettatore è quella nella quale la bellissima Bouchet completamente senza veli si fa portare l’aranciata dal figlio della sua governante, un bambino che alla sua vista si fa timido, dimesso e tremolante. A causa di questa scena il regista e l’attrice andarono incontro a problemi legali causati appunto dall’inserimento di una scena esplicitamente erotica, di un minorenne. Ovviamente Fulci riuscì a “salvare la baracca”, dimostrando ancora una volta la sua genialità: quando il bambino è inquadrato frontalmente ovviamente nella stanza non è presente nessuno, quando invece vediamo entrambi i personaggi interagire tra loro il bambino è sempre di schiena è in realtà è interpretato da un nano amico del regista.

Tutti gli aspetti di “Non si sevizia un paperino” lo rendono un film sicuramente indimenticabile a partire dalla sceneggiatura (scritta dallo stesso Fulci con Roberto Gianviti e Gianfranco Clerici), perfetta nell’incastonare alla perfezione ogni singolo passaggio narrativo, aiutata anche da un montaggio volutamente mistificatorio e fuorviante, che intelligentemente ci riempie di dubbi e domande e poi ci accompagna pian piano verso la risoluzione dell’intrigo; fino ad arrivare all’ambientazione originalissima in quegli anni visto che si trattava di una scelta fino ad allora inedita, quella di girare un thriller in un paesotto del sud Italia (Accendura deriva proprio da Accettura, un paese in provincia di Matera). Molto ben curato anche il trucco realizzato da Franco Di Girolamo, Dante e Maurizio Trani che hanno sapientemente invecchiato George Wilson (nel ruolo dello “stregone” del paese) e trattato anche le ferite delle vittime. Gli effetti speciali, soprattutto nell’ultima scena in cui il colpevole viene lanciato giù da una montagna, sono stati supervisionati da Carlo Rimbaldi.

Per tutti questi motivi non si può non considerare “Non si sevizia un paperino” un grandissimo film di genere e non solo, così come non si può negare lo straordinario talento registico e inventivo di Lucio Fulci che in questa pellicola non abbandona la sua vena ironica, soprattutto nella caratterizzazione di molti dei personaggi marginali, come lo scemo del villaggio, le prostitute e alcuni ragazzini.

E se qualcuno che ancora non ha visto la straordinaria pellicola, dovesse trovarsi a chiedere il perché di quel “paperino” nel titolo, troverà una risposta degna di Fulci e della sua vena sadica e beffarda, visto che anche degli oggetti innocenti come una bambola e un bambolotto raffigurante paperino, finiranno letteralmente sgozzati.

 

Link 1° parte

3 commenti su “Approfondimento: Non si sevizia un paperino – 2° parte

  1. Per me il miglior film di Lucio Fulci. Se posso permettermi vorrei integrare il tuo scritto con alcune notizie. Il film originariamente doveva essere ambientato a Torino tra gli operai immigrati dal sud; Si tratta del primo film prodotto dalla Medusa sino ad allora solo casa di distribuzione; Originariamente la parte del prete interpretata da Marc Porel doveva essere affidata a Massimo Ranieri; Fulci e la Bouchet furono processati per corruzione di minore (scena del bambino davanti alla Bouchet nuda) ma Fulci riuscì a dimostrare che per quella scena aveva usato una nano. Posso chiederti in quale versione dvd hai visto INTEGRALMENTE la scena in cui Florinda Bolkan viene massacrata con in sottofondo la canzone di Ornella Vanoni? E' da tempo che cerco una versione integrale di questo film. Io ho avuto la fortuna di vederlo al cinema, con le famose TRE sequenze tagliate dalla censura (5 metri di tagli all'uscita in sala- 1972 e addirittura quasi 400 nel 1986 per abbassare il divieto dai 18 ai 14 anni)   che erano state reinserite INTEGRALMENTE per l'occasione (l'occasione era la proiezione al TFF di 9-10 anni fa).  Fabrizio

  2. Se devo essere sincera l'ho visto per "vie traverse", ma ho assolutamente intenzione di comprarlo in dvd, solo che a questo punto non so a quale versione affidarmi.

  3. Ma allora vedi anche film belli, che te l'ho consigliato io?
    La prima volta che lo vidi, l'unica , mi son masturbato guardando la scena del massacro con canzone.
    Cinema italiano che non esiste più.. ma il figlio di Asia Argento si solleverà dalla polvere per ridare vita al cristianesimo europeo.

    Pierrot

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.