Fractured: dal treno di Hitchcock, all’aereo di Flightplan, fino all’ospedale di Brad Anderson

Un uomo porta la moglie e la figlia in un ospedale a causa del ferimento di quest’ultima che è caduta e sembra essersi fratturata un braccio. Le saluta mentre si dirigono in radiografia per una tac e dopo molte ore, in cui si addormenta in attesa del loro ritorno, comincia a cercarle, ricevendo risposte sempre più vaghe, perché le due sembrano apparentemente scomparse o, a detta di medici e infermieri, mai arrivate in accettazione.


In principio fu La Signora Scompare, titolo tra i più emblematici di Alfred Hitchcock, soprattutto per quanto attiene l’utilizzo della suspense all’interno di un racconto cinematografico e la presenza di un fatidico colpo di scena che ribalta non tanto le situazioni, quanto la percezione che tutti, spettatori e personaggi all’interno dell’opera, hanno del protagonista principale.

C’è stato poi Frantic, con un Harrison Ford nel pieno di un delirio complottista di non poco conto e a seguire Flightplan, con una Jodie Foster alla ricerca della figlia scomparsa (o mai apparsa?) all’interno di un aereo in volo (laddove Hitchcock aveva ambientato il tutto in un treno).

Da tutti questi film Fractured, nuovo titolo del catalogo Netflix, ruba a piene mani, col risultato che al di là del canovaccio ormai noto, risulta scontato e prevedibile nel suo proseguimento e, soprattutto, nella sua rivelazione finale, che arriva dopo una serie di sfiancanti, piuttosto che emozionanti o coinvolgenti, cambi di prospettiva.

E se all’inizio si respira un’atmosfera perturbante con la caratterizzazione dell’ospedale e del personale dello stesso che hanno dei tratti inquietanti, cosa che trasmette il giusto senso di indeterminatezza circa la salute mentale del protagonista, man mano che si prosegue con la narrazione, sicuramente tesa e ritmata (questo sì), il tutto vira fin troppo pesantemente sulla condizione psicologica del padre e marito disposto a tutto per ritrovare la sua famiglia, laddove, invece, sarebbe stato più interessante soffermarsi sulle sfumature di ogni parte chiamata in causa.

Inutile dire che il pistolotto sullo stato del sistema sanitario americano, inserito in un contesto del tutto avulso dal tema, risulta più che altro posticcio, invece che dare un valore aggiunto e pure l’interpretazione fin troppo caricata e teatrale di Sam Worthington, contribuisce ad appesantire una storia che, raccontata diversamente, puntando sul dubbio e sul mistero, piuttosto che sull’azione o sul dramma, avrebbe potuto intrattenere in maniera più soddisfacente.

A conti fatti, comunque, Fractured rimane un thriller abbastanza godibile, se chiudiamo gli occhi di fronte alla prevedibilità del suo svolgimento ed evitiamo paragoni con precedenti ben più illustri (rimanendo ovviamente su Hitchcock e non sui suoi successori che hanno provato a imitarlo non sempre riuscendoci).

Di certo, però, non verrà ricordata come tra le opere più significative di Brad Anderson che in passato ha saputo colpire e impressionare con la psicologia dei personaggi e con l’utilizzo delle atmosfere con opere ben più mature e coinvolgenti come Session 9 e L’Uomo Senza Sonno.

 

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