Hugo Cabret

REGIA: Martin Scorsese
CAST: Chloe Moretz, Asa Butterfield, Sacha Baron Cohen, Ben Kingsley, Jude Law, Christopher Lee, Michael Stuhlbarg, Ray Winstone, Emily Mortimer
ANNO: 2012

 

Hugo Cabret è un bambino che, rimasto ormai orfano prima di madre e poi di padre, vive solo nella stazione di Parigi, dove cerca di sistemare un vecchio androide scrivano, ricordo del defunto genitore, e dove fa da manutentore all’orologio principale. L’incontro con un enigmatico e problematico venditore di vecchi giocattoli e trucchi magici e con la di lui figlia adottiva, cambierà per sempre la sua vita.

Una mirabolante avventura , nonché una stupefacente meraviglia per gli occhi, oltre che una nostalgica operazione di recupero del cinema inteso come sogno, tutto questo è lo straordinario e stupefacente “Hugo Cabret” che si affianca di diritto tra i più grandi capolavori dell’immenso cineasta Martin Scorsese, qui finalmente libero di raccontare tutto il suo amore per la settima arte, intesa come vera e propria magia visiva, emozionale e anche cerebrale. Inutile soffermarsi sul carattere fin troppo favolistico e solo apparentemente retorico e buonista della narrazione, dal momento che l’opera non è altro se non un grandissimo sogno ad occhi aperti, sia per lo spettatore, che per i protagonisti stessi (emblematica a tal riguardo la bellissima sequenza del sogno nel sogno). Prendendo come esempio una delle figure più rappresentative della possibilità di meravigliare col mezzo cinema, e cioè quel George Miélès che era anche un prestigiatore; e utilizzando la tecnica del 3D in maniera encomiabile e stupefacente, così come il succitato regista utilizzava i suoi trucchi scenografici e non, Scorsese compie una spettacolare rivisitazione del cinema del passato, unendolo splendidamente a quello del presente. Guardare al futuro, insomma, non dimenticando il punto di partenza, dando il giusto merito a chi per primo ha conquistato un posto di diritto nella storia. Il tutto condito dal racconto di immensa solitudine e voglia di trovare un posto nel mondo, unite alla tristezza di chi pensa di non valere più nulla e di aver gettato al vento i propri anni migliori, con l’intrecciarsi di due personaggi in grado di affascinare, conquistare e coinvolgere lo sguardo dello spettatore, catturato anche dal richiamo irresistibile e suggestivo di vecchie pellicole con grandi personaggi indimenticabili come Charlie Chaplin, Buster Keaton e non solo.

E grazie alla tecnica del 3D, mai così giustificato e mai così perfetto, il famoso treno della stazione di La Ciotat, portato al cinema dai fratelli Lumiere, sembra realmente uscire dallo schermo, spaventando nuovamente gli spettatori in un ciclo e riciclo di reazioni che solo il grande schermo con le sue immagini in movimento riesce a trasmettere. Inutile, inoltre, citare le sequenze più spettacolari, perché si dovrebbe raccontare il film fotogramma per fotogramma; appare doveroso, però, evidenziare l’incipit in cui ci viene mostrato l’ambiente in cui vive il piccolo protagonista, e cioè la stazione con tutti i suoi anfratti e, soprattutto tutti i suoi “abitanti”, nonché il racconto in prima persona di George Méliès che ricorda gli anni migliori della sua grandiosa carriera. Carriera che Scorsese ha splendidamente fotografato in questo capolavoro senza tempo, così come metaforicamente fa in prima persona nel film stesso, in un cameo nel quale con una fotografia cattura per sempre il contributo di uno dei più grandi artisti della storia e della sua meravigliosa musa, regalandolo generosamente e genuinamente a tutti coloro che hanno amato, amano e sempre ameranno la magia del cinema.

Pubblicato su www.livecity.it

20 commenti su “Hugo Cabret

  1. Siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Un film che è un omaggio pieno di passione e magia a quella magnifica invenzione che è il Cinema. Passione e magia che sono un pò il “fil rouge” che lega insieme i fotogrammi dipinti a mano da Melies e la tecnologia digitale del film di Scorsese.

  2. Sono contento che anche tu la pensi come me, visto che in giro avevo letto opinioni molto discordanti, forse date dal fatto che per essere un film di Martin è essenzialmente anomalo e che la storia favolistica e ingenua può essere vista come un difetto, più che un omaggio a quando le storie erano effettivamente concepite in questo modo.

    Glore

  3. Forse uno dei migliori (e più giustificati) 3D che fino ad ora ho avuto modo di vedere.
    La storia è bella, gli interpreti adatti al ruolo, ma è mancata un po’ di sana e fanciullensca “avventura”, tutto si riduce a 10 minuti di fuggi-fuggi; un momento tanto atteso quanto breve. Lascia un sapore di incompiuto, a mio parere.
    Piacevole comunque.

  4. Rear, un fil rouge davvero entusiasmante!!

    Lorenzo, d’accordissimo davvero, soprattutto sul carattere volutamente favolistico.

    21, un 3D secondo me straordinario, forse il migliore che abbia mai visto.

  5. Regia magistrale, scenografia e fotografia incredibili, momenti cinefili da sognare ad occhi aperti… ma la sceneggiatura è debole, e anche il 3D non mi ha entusiasmata. Preferisco, e di gran lunga, molti altri film di Scorsese, che rimane comunque il mio regista preferito!

  6. Secondo me il 3D è una delle cose più straordinarie viste negli ultimi anni al cinema. Da più parti è stato considerato il miglior 3D di sempre, e io devo dire che mi trovo decisamente d’accordo. La sceneggiatura, poi, è volutamente fiabesca e infantile, trattandosi appunto di un omaggio al cinema fantastico e fanciullesco di Miélès, artista a cui noi tutti amanti del cinema dobbiamo molto.

  7. Ci sono film che sanno parlare con la stessa profondità a bambini e adulti. Ad esempio quasi tutte le opere di Miyazaki. Questo, secondo me, per quanto ben fatto, rimane un’opera per bambini. E infatti io l’ho trovato abbastanza deludente.
    Ciao!
    Alberto

    1. Secondo me, invece, riesce a parlare anche all’animo fanciullesco e avventuroso degli adulti, considerando anche che si rivolge principalmente a chi ama a dismisura il cinema (e soprattutto un certo tipo di cinema).

      1. A me, personalmente, ha parlato eccome. E io sono cinico all’ennesima potenza, sempre schifato da E.T. e da tutti i film di Spielberg che dovrebbero emozionare. Quindi qualcosa vorrà dire.

  8. Schifo, schifo eccome… xD
    Dopo Duel e Jaws per me poteva davvero darsi all’ippica [e a quanto pare, con l’ultimo film, l’ha fatto…]

  9. Gran bel film Hugo Cabret, soprattutto perchè è un film che riscopre la funzione didattica del cinema: secondo me tutti dovrebbero mandare i propri figli a vedere questo film, per insegnare loro (e ricordare a noi) come tutto è cominciato. Un inno alla magia del cinema (non è un caso che molti dei pionieri della settima arte, Melies in testa, nascessero come illusionisti) alla sua straordinaria forza e al suo potere. Peccato solo per alcune scelte in fase di stesura della sceneggiatura (personaggi inutili come quello della fioraia, sequenze evitabili come quella del poliziotto che nel finale rincorre Hugo col suo cane), ma questi piccoli difetti, in fondo, sono poca cosa, di fronte alla passione e all’amore per la settima arte che trasuda da questa pellicola.

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