La talpa

REGIA: Tomas Alfredson
CAST: Gary Oldman, Colin Firth, Tom Hardy, Mark Strong, Ciaràn Hinds, Benedict Cumberbatch, Toby Jones, Jon Hurt, David Denick, Stephen Graham, Simon McBurney
ANNO: 2012

Un ex agente segreto britannico, George Smiley, durante la Guerra Fredda, viene incaricato da alcuni suoi superiori di scovare una talpa sospettata di fare il doppio gioco tra servizi segreti inglesi e sovietici. Dovrà investigare proprio tra i suoi ex-colleghi e cari amici, fino a scoprire l’identità sospetta.

Era stato prima trasposto come serial televisivo interpretato da Alec Guinnes negli anni ’70, il romanzo del grande scrittore di spy-story John le Carré. Adesso è stato trasposto per i grandi schermi in questa versione che lascia a bocca aperta in quanto a valore formale, estetico, narrativo e soprattutto registico da essa posseduto. Film di spionaggio solidissimo e avvincente fino all’ultimo minuto, “La talpa” affastella sequenze dal grande impatto visivo ed emotivo che vanno a mescolarsi ad altre più verbali ma comunque ricche di strategie politiche, alleanze e tradimenti, misteri e indizi da scoprire. L’osservazione, infatti, è uno degli elementi principali del film, sia da parte dello spettatore, extradiegeticamente parlando, sia da parte dei personaggi stessi del film, da un punto di vista diegetico. Del resto gli occhiali indossati perennemente da Gary Oldman sono un esempio lampante di questo, tanto che non li toglie nemmeno durante i suoi solitari bagni nel lago. In un’altra sequenza dal sapore estremamente poetico e delicatamente sentimentale (elementi che si ritrovano in maniera leggera e mai marcata in tutta la durata della pellicola, segnati da sguardi, piccoli gesti o frasi), il personaggio interpretato da Mark Strong parla dell’osservazione come della caratteristica peculiare degli uomini solitari, come sono quelli raccontati egregiamente in quest’opera, a partire ovviamente dal protagonista principale. Nonostante, infatti, la fitta rete di eventi, personaggi e rapporti interpersonali che compone questo grande puzzle narrativo, lo spettatore più attento, e ovviamente più osservatore per l’appunto, riuscirà a districarsi perfettamente, appassionandosi a ciascuna storia personale, ma soprattutto alla ricerca dell’identità della talpa.

Elementi decisamente rimarchevoli dell’opera sono, comunque, senza ombra di dubbio, la chirurgica e perfetta regia di Alfredson (al suo secondo lungometraggio dopo lo splendido “Lasciami entrare”, ma al suo primo lavoro in lingua inglese), che si muove egregiamente tra i grandi spazi e gli interni nei quali cattura dei primi piani imperdibili, soffermandosi poi su particolari anatomici di rilevante importanza come mani o piedi; la millimetrica sceneggiatura che non tralascia nulla e gioca abilmente tra passato e presente mostrando dei flashback al tempo stesso rivelatori ed emozionanti; e, infine, la recitazione complessiva di un cast da capogiro capeggiato da un Gary Oldman perfettamente sommesso e nostalgico, seguito dai commoventi Mark Strong e Tom Hardy, e condito da attori del calibro di Jon Hurt, Colin Firth, Benedict Caumberbatch (direttamente dal serial “Sherlock”), Stephen Graham (dal piccolo schermo di “Boardwalk empire”), Toby Jones, David Denick e Simon McBurney.

Da tenere d’occhio particolarmente tutta la sequenza che precede i titoli di coda, perché con la sola forza registica, senza far ricorso a dialoghi o voci narranti, riesce a raccontare un mondo decisamente particolare, con rigore e precisione, ma al tempo stesso con grande impeto. Notevoli anche numerose altre sequenze, che riescono a rimanere impresse, grazie ad un abile montaggio che le incastona in momenti altamente riflessivi, per poi lasciar spazio ad un’azione pur sempre realistica e decisamente poco fracassona. Spesso, infatti, è lo stesso efficacissimo montaggio ad assumere una potente forza narrativa, sostituendosi egregiamente alla parola, rendendo il racconto molto più maturo, poco immediato e mai banale. L’eleganza, la compostezza e lo stile, sono infatti i caratteri peculiari di questo film che comunque non lascia una sensazione di freddezza, riuscendo a comunicare un universo di sensazioni ed emozioni, difficilmente riscontrabile in questo genere di pellicole spionistiche, solitamente distanti da intense introspezioni psicologiche e racconti di profonda umanità. Insomma, la guerra è “fredda”, ma tutte le pedine che si susseguono nella partita decisiva (parlare di pedine tra l’altro non è affatto casuale come dimostra l’utilizzo delle stesse per contrassegnare i sospettati), nascondono una infinita sfaccettatura di toni e colori, così come viene splendidamente raccontato in questo coinvolgente, suggestivo e imperdibile film.

Pubblicato su www.livecity.it e www.supergacinema.it

8 commenti su “La talpa

  1. Io rammento con immenso piacere La spia che venne dal freddo di ritt,tratto da un libro di le carrè.L’anti-bond per eccellenza e per fortuna!
    Questo è uno dei film che sicuramente guarderò

  2. complimenti per la “casa” nuova molto bella e raffinata, della talpa ti sapro’ dire la prossima settimana ma gia’ il fatto che campeggi Gary Oldman mi predispone benissimo! 🙂

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