Tideland

REGIA: Terry Gilliam

CAST: Jeff Bridges, Jodelle Ferland, Brendan Fletcher, Janet McTeer
ANNO: 2007

TRAMA:

Jeliza-Rose è una piccola bambina di 10 anni, la cui madre muore per overdose. Il padre, anch’egli dedito all’uso di eroina, si trasferisce con lei in una casa nella prateria dove molto presto seguirà il destino di sua moglie. La bambina allora si rifugerà in un mondo fantastico.

 



ANALISI PERSONALE

Questa favola nera e grottesca, con una moderna Alice nel paese delle meraviglie, è davvero un film scomodo che infatti ha incontrato non pochi problemi di distribuzione. Vengono trattati, velatamente o meno, temi alquanto scabrosi che vanno dalla morte, alla pedofilia, alla necrofilia, alla tossicodipendenza e via dicendo. Ma viene fatto in maniera fantasiosa e per niente di cattivo gusto. A dover assistere ad una serie di avvenimenti davvero tristi e angosciosi è la piccola protagonista dagli occhi intensamente blu che per ovviare alle paure e alla solitudine si rifugia in un mondo da lei creato, dove le sue uniche amiche sono le teste mozzate delle barbie e dove la morte non esiste.

Jeliza-Rose è un bambina molto precoce, anche perché vive con due genitori tossicodipendenti che non ci vanno di certo per il sottile con lei. E’ infatti la bambina a prendersi cura di loro: prepara le dosi per suo padre, massaggia i piedi a sua madre. Il suo unico sogno è quello di andare nelle praterie dello Jutland (luogo del quale suo padre spesso le narra) e quando sua madre muore di overdose, finalmente può vederlo avverarsi. Con suo padre si reca nel posto a bordo di un pullman e una volta arrivata comincerà subito a dover confrontarsi con una nuova realtà, forse peggiore di quella vissuta fino ad allora. Neanche il tempo di ambientarsi e suo padre le chiede di prepararle una dose perché ha bisogno della cosiddetta “vacanza”. Solo che questa volta la vacanza si rivelerà fatale e l’amato padre non tornerà mai più. La bambina continuerà a crederlo vivo e nel frattempo si rifugerà in un fantastico mondo tutto da esplorare, dove le brutture non vengono riconosciute come tali e vengono invece viste come parte integrante dei sogni fantastici della bambina. Le sue amiche sono delle teste di barbie parlanti con nomi davvero particolari come Bocca di Velluto o La splendida e l’accompagneranno facendole coraggio verso nuove scoperte che Jeliza-Rose riporterà entusiasticamente al cadavere di suo padre, accanto al quale si addormenta ogni sera sperando di vederlo il mattino seguente tornare dalla sua vacanza. Nel frattempo a fare “compagnia” alla bella bambina, arrivano due strambi vicini: Doll (una spaventosa donna orba che si aggira coperta dalla testa ai piedi per evitare il contatto con le api che le hanno portato via l’occhio) e suo fratello Dickens (un ritardato epilettico succube della sorella). Jaliza-Rose non è più sola e comincia a fantasticare anche sui suoi vicini, innamorandosi del troppo grande Dickens e temendo la severa Doll, che non la vede di buon occhio considerandola una vandala. Avventura dopo avventura, visione dopo visione, la bambina incontrerà forse la persona giusta.

Cosa fare se la realtà è crudele con noi? Come ovviare al dolore e alla solitudine? Un consiglio ci viene dato con questo film, anche se forse può funzionare solo se si possiede la mente pulita e fantasiosa di un bambino.
La morte non esiste se non la si riconosce come tale. E quindi nessuno è veramente morto se si continua a parlare col suo corpo e a riscaldarsi con il suo calore sempre più decrescente. Pur arenandosi in alcuni momenti, il film riesce a far fantasticare lo spettatore che rimane estasiato dalla bellezza delle immagini splendidamente fotografate (bellissimi e sterminati campi di grano, pullman che attraversando un ponte ci fanno passare in un istante dalla notte al giorno, case fatiscenti che vengono risucchiate dal terreno e via dicendo).
Altamente visionario e surreale il film è pieno di trovate davvero fantasiose: un treno che viene visto dai protagonisti come un temibile squalo da catturare, le scintille del fuoco che nella mente di Jaliza-Rose diventano lucciole parlanti, un castoro dispettoso, cadaveri conservati con amorevole cura e molto molto di più. Il tutto abilmente catturato nella sua unicità grazie anche al grandissimo talento del regista che ci regala inquadrature sghembe, prospettive inusuali, angolazioni uniche. E, soprattutto, il tutto visto attraverso gli occhi di una splendida bambina, inconsapevole di ciò che realmente la circonda (per lei il suo caro Dickens è uno “stupido baciatore”, piuttosto che un uomo contrassegnato da turbe psichiche che sfociano anche in una velata e latente pedofilia e Doll è una strega malvagia, invece che una donna possessiva e malata), perennemente presente all’interno di questa favola dai contorni dark.
Gli altri protagonisti non contano (e verrebbe da dire purtroppo dato che avevamo a disposizione il grandissimo Jeff Bridges che qui viene, invece, davvero sprecato), è il modo con cui Jaliza-Rose li vede ed interpreta ad interessare.
L’unico elemento che stona leggermente nel puzzle in cui si incastrano perfettamente aspetti meravigliosi quali un’ambientazione davvero caratteristica (la casa della nonna di Jaliza-Rose, ma anche quella dei vicini, è davvero una cosa particolarissima), una colonna sonora molto profonda e incisiva, una recitazione (quella della piccola undicenne Modelle Ferland che nasconde dentro gli occhi tutto un mondo da scoprire) e una fotografia densissima; è la sceneggiatura che appare alquanto banale e scontata in certi punti (soprattutto nel finale) e che sarebbe apparsa meno noiosa con una mezz’oretta di film in meno che poteva essere tranquillamente evitata. Ma questo è un dettaglio che conta poco al cospetto del grandissimo effetto che la pellicola riesce ad avere sullo spettatore che rimane ammaliato dalle immagini e sconcertato dal significato nascosto dietro e dentro di esse.


Regia: 9
Sceneggiatura: 6
Recitazione: 8
Fotografia: 9
Colonna sonora: 8
Ambientazione: 8,5
Voto finale: 8

 


CITAZIONE DEL GIORNO

Milioni di libri sono stati scritti su ogni argomento possibile e immaginabile da tutti questi sapientoni, ma, alla fine, nessuno ne sa più di me sui grossi interrogativi della vita. Mi sono informato su Socrate. Ebbene, se la faceva con i ragazzini di Atene. Cosa cavolo ha da insegnarmi? Eppoi, eppoi Nietzsche e la sua, la sua teoria dell’ Eterno Ritorno. Secondo lui, la vita che viviamo, poi dovremo riviverla tale e quale per tutta l’eternità. Bell’affare! Ciò vuol dire che mi toccherà assistere di nuovo, infinite volte, alle Follie sul Ghiaccio. No, non ne vale la pena. (Woody Allen in "Hannah e le sue sorelle")


LOCANDINA

14 commenti su “Tideland

  1. sono assolutamente, irrevocabilmente e deltuttamente d’accordo con te. 😉

    Bella recensione, soprattutto bel film. Da vedere.

  2. Evviva!!! Non potevamo mica essere sempre in disaccordo no? Sono contenta che ti sia piaciuta la recensione, ma soprattutto il film! ^_-

  3. stavolta sono in totale disaccordo, ma del resto ‘sto film ha diviso nettamente i giudizi tra favorevoli e contrari.

    Io l’ho trovato tremendamente noioso, visivamente ineccepibile ma vuoto…

  4. Punti di vista, non sono riuscita ad annoiarmi neanche per un secondo (pur ammettendo che il film poteva essere decrutato di una buona mezz’oretta). Ma con tutta quella visionarietà io non mi annoierei mai. Soprattutto perchè si tratta di una visionarietà che dietro nasconde molti significati…

  5. Jeliza-Rose è meravigliosa…*_*

    Vorrei avere la sua capacità di evadere nella fantasia… Purtroppo, l’ho persa…

    Bellissimo blog ;D!

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