Eraserhead

REGIA: David Lynch

CAST: Jack Nance, Charlotte Stewart, Allen Joseph, Jeanne Bates, Jean Lange, Laurel Neal, Judith Anna Roberts, Jack Fisk, Thomas Coulson, John Monez, Darwin Joston, Neil Moran
ANNO: 1977

TRAMA:

Henry Spencer è un uomo psicologicamente labile che vive nei bassifondi e che sopporta stoicamente la sua posizione. Quando va a trovare la fidanzata che non vedeva da tempo, l’epilettica Mary, scopre che questa ha partorito prematuramente un feto mostruoso ed è costretto a sposarla. Solo che il figlio ha problemi di salute e sua madre disperata dai continui pianti lo abbandona per tornare a casa. Henry è lasciato solo ad occuparsene, cosa che gli procurerà non pochi squilibri mentali.

 



ANALISI PERSONALE

Se ancora non ne fossimo stati sicuri al 100%, questa pellicola ce ne da la conferma: David Lynch è un pazzo, e che pazzo! Senza il suo tocco allucinante e folle, il cinema non sarebbe lo stesso. Sarebbe un po’ come fare a meno di una parte di noi, quella più irrazionale, più nascosta e repressa, ma non per questo più debole. Il regista, con questo suo primo “parto” difficile e sofferto, ci mostra forse quali sono le sue paure più recondite e i suoi dolori nascosti (appare lampante il richiamo alla sua vera esperienza con la prima moglie, con la quale viveva nei bassifondi…). E’ inutile stare a cercare di raccontare linearmente la trama e gli avvenimenti di questa pellicola, anche perché sono assolutamente ininfluenti. Così come inutile è stare a cercare di decifrare tutte le sconcertanti immagini che ci vengono mostrate o tutti i messaggi nascosti o meno nei vari personaggi, negli oggetti, nei suoni e via dicendo. “Un sogno di cose oscure e inquietanti”, ecco qual è l’autodefinizione che Lynch ha dato della sua prima opera. E in effetti, è difficile non rimanere impressionati e quasi shockati dal delirio che minuto dopo minuto prende forma sullo schermo. I nostri occhi e la nostra mente vagano da una scena all’altra sempre più sconcertati e increduli, ma comunque attenti e affascinati soprattutto. Se alcune visioni appaiono a dir poco disturbanti, la condizione di Henry che scivola sempre più in una spirale di ossessioni e di sogni a dir poco angosciosi è quasi condivisibile. Il pover’uomo, già di per sé problematico perché alienato dal resto della società, è chiamato a sopportare delle situazioni eccessivamente estreme. La cena a casa dei genitori di Mary è il preludio di una serie di sempre più spaventose e insopportabili esperienze. Durante il pasto, la madre di Mary viene colta da un attacco epilettico, il pollo posto nel suo piatto comincia a sanguinare a fiotti e a muoversi meccanicamente, la nonna completamente immobile fuma una sigaretta senza prenderla mai in mano, il padre di Mary continua a sorridere enigmaticamente e alla fine gli viene fatta anche la rivelazione sconcertante: Mary ha partorito prematuramente un feto che si stenta a credere possa essere un bambino, quindi Henry è costretto a sposarla e a portarla con sé nella sua misera e piccola stanza. All’inizio sembra andare bene, Mary si occupa del suo “mostriciattolo” (che è un misto tra una rana ed E.T.) ma ben presto questi si rivela malato e non fa altro che piangere disturbando il sonno dei suoi genitori. Mary disperata allora abbandona figlio e marito e torna a casa sua. Henry tenta di abbandonare il suo bambino, ma questi ogni volta che suo padre si avvicina alla porta comincia a strillare a più non posso. Quindi l’uomo tenta, come può, di aiutare il piccolo essere (che se all’inizio crea disgusto, col passare del tempo fa quasi tenerezza), ma nel farlo scivola sempre più nell’oblio della follia.

 

Comincia ad umanizzare gli oggetti attorno a sé: dal termosifone prende vita una donna sfigurata in volto (con le guance estremamente gonfie) che canta su un palco un motivetto che inneggia alla bellezza del Paradiso, mentre è intenta a schiacciare la testa a delle larve schifose; da un vaso raccoglie una sorta di vermiciattolo che appare più vivo di suo figlio; va a letto con la vicina di casa e durante l’atto sprofondano in una tinozza contenente un liquido bianco non ben identificato; durante un altro sogno la sua testa si stacca dal suo corpo e viene sostituita da quello di suo figlio; la stessa testa va a finire ai piedi di un bambino che la vende ad una fabbrica che la usa per fabbricare gomme da cancellare; il feto mostruoso alla fine si trasforma in qualcosa di davvero orribile e spaventoso e via dicendo…Di questo genere di visioni il film è pregno e si riesce a rimanerne contemporaneamente impressionati e suggestionati anche grazie alla visionarietà che il regista è riuscito ad immettere nella sua pellicola, resa anche tramite una fotografia molto particolare e da una colonna sonora che ci “opprime” con una serie di incessanti suoni stridenti che non fanno altro che accrescere il livello di disturbo e di angoscia creato dalle immagini.
Il film comincia facendoci immergere immediatamente nel clima fantastico e surreale che contrassegna tutto il resto della pellicola, dato che la prima immagine che ci viene mostrata è proprio quella della testa del protagonista (contrassegnata da una capigliatura molto singolare, come quella del regista: sarà un caso?) che fluttua su una specie di pianeta e subito dopo quella di una specie di macchinista completamente pieno di cicatrici che muove un non ben identificato marchingegno. Lo stesso macchinista farà la sua comparsa alla fine della pellicola e degli incubi di Henry, mostrandoci la sua incapacità a governare ancora la sua macchina (che è molto probabilmente il pianeta sul quale si andava a posare la testa di Henry) che si sfalda sotto i suoi (e i nostri) occhi. Ad Henry, quindi, non rimane altro che lasciarsi andare in una danza onirica con la donna deformata…La pellicola porta con sé tutta la potenza e la comunicatività espressiva delle immagini e dei suoni, così come pochi film sono riusciti a fare (tra cui gli stessi successivi del regista, compreso anche uno dei telefilm più belli della storia e cioè Twin peaks), anche grazie alla quasi totale assenza di dialoghi tra i protagonisti, dialoghi che per fortuna non sono stati doppiati nella versione italiana. Eraserhead non è un film per tutti, dato che è completamente antinarrativo, estremamente impressionante e quasi fastidioso, con alcune sequenze al limite della sopportabilità (soprattutto quella finale del feto che
comincia a secernere una sostanza disgustosa), ma che contribuiscono a mettere sotto la lente d’ingrandimento le nostre inquietudini e le nostre angosce più recondite, riuscendo quindi in quello che molto probabilmente era l’intento del regista nel quale quasi sicuramente si riscontrano caratteristiche simili ad Henry: l’alienazione, la visionarietà, una potente immaginazione e una sorta di incapacità di esplicare linearmente e comprensibilmente gli stati d’animo e le emozioni.

VOTO: 8,5/9

 



CITAZIONE DEL GIORNO

Come si fa a fidarsi di uno che porta insieme cinta e bretelle, di uno che non si fida nemmeno dei suoi pantaloni? (da "C’era una volta il West")


LOCANDINA


 

26 commenti su “Eraserhead

  1. Ca po la vo ro !

    Angosciante, disturbante, folle, surreale. Un incubo ad occhi aperti, rumori /suoni fastidiosi (la scena della cena con quela specie di pollo che si muove nel piatto mi mette sempre i brividi).

    A gennaio sono andato a Milano alla mostra di Lynch e i cortometraggi venivano proiettati in una saletta che ricordava quella dietro al termosifone dove canta la donna sfigurata. Mamma mia!

    Ciao,

    Lorenzo

  2. Perdona l’invadenza, ma la prossima puntata di Al Posto delle Fragole non puoi proprio perderla! Si parlerà delle sorti delle sale italiane con interviste a personaggi prestigiosi.Ti aspetto!

  3. Hai visto la Sua mostra alla Triennale di Milano? Avremmo dovuto organizzar un raduno cinebloggerista per l’occasione!

  4. dopo un giorno di pausa torni a parlare di Cinema! Che film straordinario e folle… signori e signore David Lynch!

    la mostra in Triennale è un qualcosa di sconvolgente… vabbè con lyinch questa parola è normale…

  5. Grandissimo!!!

    Un concentrato delle ossessioni Lynchane, un’opera completamente avanti.

    Era anche uno dei film preferiti da Kubrick (si dice che una volta al mese organizzasse una visione privata).

    Lynch non ha mai voluto dire come ha realizzato il “bambino”.

    C’è un aneddoto interessante sul film che riguarda Catherine Coulson, assistente operatore.

    Durante le riprese del film Lynch le promise che un giorno l’avrebbe fatta comparire in una serie televisiva con un ceppo in mano…

    Scusa per lo spazio rubato, ma sono particolarmente legato a questo film…

  6. Claudio, vi invidio tutti per esserci stati!!!

    Filippo, la signora col ceppo!!! Io so che Kubrick durante le riprese di non so quale film (credo Shining), faceva ripetutamente guardare Eraserhead ai suoi attori per farli entrare nella parte!

  7. Già, quando si dice il Cinema con la C maiuscola. Lynch è inimitabile e soprattutto unico. Bisognerebbe inventarlo se non ci fosse!

  8. Lynch è davvero un folle; ERASERHEAD non è un film, è un…..boh, manco so descriverlo!

    Cmq un esordio fulminante ed epocale, ideale testa di ponte per l’ultimo INLAND EMPIRE.

    Bianco e nero da standing ovation.

  9. Bè più di 9 poi andiamo a sfiorare vette inimmaginabili secondo me!!! Comunque, è un film straordinario non c’è alcun dubbio!

  10. Inland empire ha diviso parecchio, non vedo l’ora di recuperarlo anche io e di poter dire la mia, ammesso che sia possibile ^^

  11. Tante per aggiungere un ulteriore aneddoto sul rapporto Kubrick-Eraserhead io lessi che Stanley lo definì l’unica pellicola al di fuori della sua filmografia che avrebbe voluto girare lui stesso.

    Quasi superfluo aggiungere altri elogi a questo film, violento, viscerale, visionario.

    Holzeweg

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