Yes man


REGIA: Peyton Reed

CAST: Jim Carrey, Zooey Deschanel, Bradley Cooper, John Michael Higgins, Rhys Darby

ANNO: 2009

 

TRAMA:

 

Carl Allen è un uomo che dopo il divorzio dalla moglie ha cominciato a condurre una vita apatica, tutta lavoro e divano di casa. Abituato a dire di no a qualunque richiesta di chiunque gli si avvicini, un giorno incontra per caso un suo ex collega che lo invita ad uno dei seminari di Terrence Bundley, dove si professa la religione del si. In questo modo Carl comincerà a dire di si a qualunque domanda o richiesta…

 

 


 

ANALISI PERSONALE

 

Che Jim Carrey sia un ottimo attore professionista è cosa ormai nota, e ne abbiamo avuto le prove dopo averlo visto in ruoli decisamente impegnati e totalmente opposti a quelli che di solito lo vedono occupato ad esibirsi in una serie di smorfie e di sorrisi a cinquanta denti. Per carità, anche la vena comica dell’attore è del tutto apprezzabile, solo che a volte viene sfruttata in maniera poco adeguata, messa al servizio di pellicole che non hanno nulla di originale, nessun guizzo degno di nota, nessuna particolarità che ce le fa apprezzare. È questo il caso di Yes man, blanda commediola sul senso della vita e sui rapporti interpersonali che affronta in maniera superficiale e a tratti banale il significato e l’importanza delle esperienze concrete, del contatto con l’altro, del bisogno di affetto e di amore nelle nostre vite. Ed è così che il protagonista di questa pellicola (recitato sempre ottimamente da Jim Carrey) si ritrova a cambiare totalmente il suo modo di comportarsi a seguito di un incontro casuale (a chi è venuto in mente Bugiardo bugiardo dove l’attore da mentitore cronico si trasforma in imperturbabile assertore della verità assoluta, non si preoccupi perché il paragone viene più che spontaneo). All’inizio lo vediamo rifiutare gli inviti del suo migliore amico, a dire sempre di no ad un ragazzo che lo invita ad ascoltare la sua band in un locale, a tutti i clienti della sua banca che si recano per chiedere dei prestiti e via di questo passo. Pian piano scopriamo che questo suo modo negativo di affrontare la vita e il rapporto con gli altri, deriva da una separazione inattesa e non voluta con la sua bella moglie, ormai felicemente fidanzata. Al di là della scontatezza che accompagna le ragioni di fondo della caratteristica di Carl (lui è un no-man, come verrà apostrofato poi dai partecipanti al seminario), a deludere sono anche molte delle trovate e degli escamotage utilizzati per strappare la risata: ripetute cadute e scivoloni, riferimenti sessuali con donne di una certa età, corse in moto con il didietro all’aria e via di questo passo. Tutto quello che non vorremmo mai vedere in una commedia brillante e intelligentemente divertente è qui invece mostrato a piè sospinto. Se ci aggiungiamo la solita e banalissima storia d’amore che si fermerà davanti a degli ostacoli, ma poi riuscirà a trionfare su tutto, allora il calderone di ingredienti poco piacevoli è davvero completo. Tutto sommato però, Yes man non si fa disprezzare totalmente, perché ad accompagnare questi elementi non molto gradevoli, si aggiungeranno alcuni personaggi, alcune situazioni e alcune battute davvero molto divertenti e godibili. A partire dal collega di Carl, Norman, un nerd fuori di testa appassionato di Harry Potter e organizzatore di feste a tema (la scena in cui apre la porta del suo appartamento vestito da guerriero spartano urlando “Questa è Spartaaaa”, è davvero esilarante), fino ad arrivare ad alcuni clienti della banca di Carl che si impelagano in attività a dir poco fuori dal comune, come la signora che si cimenta nella preparazione di torte che raffigurano personaggi famosi, scambiati ogni volta per qualcun altro, fino ad arrivare alla stessa protagonista femminile (la deliziosa e carinissima Zooey Deschanel) che suona in una band un po’ suo generis e ogni mattina con un gruppo di svitati, si diletta in corse all’aperto durante le quali scattare fotografie in movimento (molto divertente la sequenza in cui Carl, appena conosciutala, si reca a fare “jogging fotografico” dopo una notte brava a base di Red Bull). Insomma, quando non si è occupati ad irritarsi per la semplicità (e ci riferiamo a questo termine donandogli un’asserzione negativa), di molti passaggi e messaggi trasmessi; con Yes man qualche risata è possibile farsela, se si abbandonano i pregiudizi verso determinati tipi di pellicole. Ma questo è l’unico, minuscolo, pregio del film, che per il resto si abbandona a facili insegnamenti del tipo “cogli l’attimo e goditi ogni momento della tua vita finchè sei in tempo”. Interessante, seppur estremamente superficiale e incompleto, il riferimento alla pratica del microcredito (quando Carl comincia a dire di si a tutto e tutti, concederà una serie incredibile di piccoli prestiti riuscendo nel difficile risultato di vedere tutti i soldi rientrare in banca con i relativi interessi), che poteva costituire un elemento importante e originale di una pellicola che invece si abbandona ai soliti cliché di genere.

 

VOTO: 5

 



CITAZIONE DEL GIORNO

 

Quelli che si limitano saggiamente a cio’ che pare loro possibile non avanzeranno mai di un passo. (Carlo Cecchi in "Morte di un matematico napoletano")

 


LOCANDINA

16 commenti su “Yes man

  1. mi ha divertito, mi mancava il vecchio jim. un po’ troppo estremizzato come al solito, ma ci stava tutto. il messaggio poi è meno stupido di quel che si possa credere 😉

    tuttavia continuo a non capire perchè per te la presenza di una storia d’amore rappresenti un elemento negativo dei film, e te lo continuerò a chiedere finchè non mi darai una risposta! 🙂

  2. La presenza di una storia d’amore non è un elemento negativo all’interno di un film. Dipende da come si tratta questa storia d’amore, da come viene raccontata, dal contesto in cui viene inserita, dal fatto che non diventi la solita trita e ritrita riproposizione degli stessi stilemi che di solito accompagnano le commedie romantiche o comico-romantiche. Per farti un esempio: uno dei miei 10 film preferiti in assoluto è In the mood for love, grandissima storia d’amore. Però è il modo in cui viene affrontata quella storia d’amore ad essere straordinario. Anche la storia d’amore di Fino all’ultimo respiro è straordinaria, o magari quella raccontata da Cassavetes in Volti o quella di Noodles per Deborah in C’era una volta in America e potrei continuare a lungo. Quindi non è che se c’è la storia d’amore il film mi fa schifo…ma se c’è la storia d’amore “telefonata” (per riassumere in un unico aggettivo), allora un pò mi irrito…le sdolcinerie e le stucchevolezze non fanno proprio per me.

  3. Noooo!!! Pensavo fosse un bel film questo qui con Jim Carrey….uff…vabbò vorrà dire che impiegherò la “visita” al cinema per un film più meritevole.

    Spettacolare l’header Ale!!

  4. Ma il film tutto sommato non è poi così male. Jim Carrey è sempre Jim Carrey, solo che speravo in qualcosina in più e in qualche altra in meno a dire il vero. Volendosi accontentare e passare un pò di tempo in leggerezza e semplicità, si può anche tranquillamente guardare.

  5. ok, chiaro. ma si tratta di una commedia romantica. non ti puoi lamentare se in una commedia romantica c’è una storia d’amore “telefonata”, come non ti puoi lamentare se un film dell’orrore fa paura!

  6. Mi posso lamentare se il film dell’orrore fa paura in maniera per me non adeguata, così come mi posso lamentare se una commedia romantica, è romantica in una maniera per me non adeguata ^^

  7. Nell’insieme una pellicola un po’ deludente insomma. Più o meno come mi era parso guardando il trailer.

    Peccato, perché il primo film diretto da Reed (Abbasso l’amore, con la Zelwegger e McGregor) era gradevolissimo.

    A proposito del trailer, ho avuto le traveggole io o tra gli interpreti figura anche Terence Stamp?

    Un saluto,

    Mr. Hamlin

  8. Si, c’è Terrence Stamp in un piccolo ruolo, ma davvero significativo all’interno della pellicola. Abbasso l’amore non l’ho visto, ma quasi quasi me lo recupero.

  9. ma quanto è bella Zooey Deschanel?!? 🙂

    A parte questo hai ragione, il film non è niente di eccezionale. Io l’ho trovato abbastanza noiosetto e oltremodo somigliante a Bugiardo Bugiardo.

    Jim Carrey è stato dio per una settimana, successivamente non ha potuto dire bugie, ora ha dovuto dire sempre si.

    Mi chiedo cosa gli faranno fare la prossima volta…

  10. La prossima volta dovrà mangiare fino a scoppiare oppure dovrà parlare ininterrottamente senza mai fermarsi, neanche di notte 😛

    A parte questo Jim è sempre un grande dai!!

  11. Io devo dire non l’ho trovato totalmente cattivo, anzi l’idea, semplice e ricca di potenzialità, mi ha incuriosito e forse attraverso il gioco della commedia si possono scovare spunti interessanti…

    in fondo molti di noi sono dei NO MEN, perchè non provare a riflettere sulle potenzialità dell’affermativo?

    Certo non si tratta di un gran pellicola, ma di una commedia che non mi è affatto dispiaciuta…

  12. A me per certi versi è dispiaciuta, per altri no. Avrei gradito perlomeno che fosse meno banale e più graffiante. E poi è praticamente una fotocopia di Bugiardo bugiardo…

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