Brothers

REGIA: Jim Sheridan

CAST: Tobey McGuire, Natalie Portman, Jake Gyllenhaal, Sam Shepard, Carey Mulligan, Mare Winningham, Bailee Madison

ANNO: 2009

 

Sam è un giovane trentenne che ha già molte responsabilità, come una moglie e due bellissime bambine, oltre alla missione in Afghanistan che sta per intraprendere. Suo fratello minore Tommy, invece, è una sorta di scapestrato che si mantiene ad alcool, donne e soste più o meno lunghe in galera. Quando un elicottero di Sam si schianterà al suolo, per Grace, sua moglie, e la sua famiglia verrà creduto morto, rompendo tutti gli equilibri esistenti e costringendo Tommy a prendersi cura della sua famiglia. Al suo ritorno a casa, però, darà segni di cedimento psicologico, sospettando di un inesistente tradimento di sua moglie e suo fratello.

 

Remake della pellicola danese “Non desiderare la donna d’altri” di Susanne Bier (che con le vedove da consolare ha una specie di fissa come dimostra l’altra sua pellicola “Noi due sconosciuti”), questo “Brothers” pur ricalcando quasi pedissequamente e convenzionalmente tutti i topoi e i clichè del melodramma americano e dei film sul reducismo (non raggiungendo le vette di pellicole del genere come ad esempio “Il cacciatore”), riesce a colpire lo spettatore con piccoli gesti, con sguardi, con dialoghi che tagliano lo schermo e si imprimono fortemente nella coscienza degli spettatori, oltre che con le grandi interpretazioni dei tre giovani ma ormai affermati attori protagonisti. Poco importa, allora, se siamo messi di fronte al solito binomio fratello buono/fratello cattivo (Caino e Abele ovviamente sono dietro l’angolo), con uno che è un perfetto padre di famiglia e un onorevole marines, e l’altro che, invece, si è dato ad una vita dissoluta e sregolata molto probabilmente a causa di un padre, veterano del Vietnam (interpretato da un coriaceo Sam Shepard), che gli ha sempre negato quell’amore e quell’approvazione che ha completamente dedicato all’altro. Così come poco importa se sono molti gli elementi alquanto stucchevoli e retorici che accompagnano di quando in quando la narrazione del ritorno dagli inferi di questo ragazzo (come la lettera che scrive alla moglie e consegna al collega per fargliela spedire in caso di sua morte, lettera che ovviamente la moglie terrà chiusa in un cassetto per aprirla in un pre-finale da lacrimoni), che ha dovuto compiere un’azione a dir poco riprorevole e pesantissima da sopportare pur di rivedere la moglie e le figlie. Ecco che allora, al di là di qualche semplicismo nel tratteggiare la situazione in Afghanistan (con una caratterizzazione un po’ stereotipata dei crudeli afghani che si ammazzano anche tra di loro se qualcuno “sgarra”, che sottopongono a terribili torture e pressioni psicologiche i loro prigionieri e via di questo passo, sottolineando solo la crudeltà estrema di questa fazione, esistente per carità, ma facendo emergere solo gli eroismi e le involontarie “cattiverie” degli americani, che non sono esenti da colpe), “Brothers” si concentra sull’enorme senso di colpa e di inadeguatezza al ritorno in “vita” di Sam, mostrandoci quali possono essere gli effetti devastanti della partecipazione ad una guerra soprattutto se a sopportarli è un giovane ragazzo come il protagonista. Il tutto mostrato attraverso le inizialmente impercettibili e poi via via sempre più visibili strane reazioni del ragazzo nei confronti della moglie, delle figlie, del fratello di tutti coloro che lo amano, ma dai quali si sente tradito, sospettando di una cosa mai veramente accaduta, o costringendosi inconsciamente a dubitare della loro fedeltà per giungere ad una punizione per ciò ce ha fatto (la scena a tavola per il compleanno della figlia più piccola è l’esempio più lampante di quanto appena descritto). Il fratello “cattivo”, allora, prende il posto di quello “buono”, visto che stando a contatto con la cognata e le piccole nipotine ha assaporato quel lato della vita che non aveva mai conosciuto, mentre quello “buono” si trasforma in quello “cattivo” fino a giungere ad una deflagrazione emotiva finale che lo conduce verso la soglia del suicidio e poi della “pazzia”. “Brothers”, pur essendo a tratti banale, vive di isolati momenti estremamente coinvolgenti grazie alla telecamera di Sheridan che penetra totalmente nel disagio e nel dolore di Sam, Tommy e Grace, e anche delle due piccole bambine, restituendoci delle forti emozioni, presenti nelle sfumature e nelle pieghe di questo racconto semplice ma al tempo stesso molto complesso.

A fare male sono le cose non dette per Grace, che non riesce a comprendere lo stato d’animo del marito e non ottiene risposte alle sue domande; le cose fatte per Sam che deve sopportare il peso di un’azione ignobile compiuta per il bene della famiglia; le cose fatte e non fatte per Tommy che aveva saggiato una fetta di felicità in realtà mai appartenutagli davvero. Ma alla fine, nell’ultimo istante che chiude la pellicola, le parole pronunciate con molto sforzo e dolore da Sam sembrano un’enorme liberazione che tocca le corde più profonde della sensibilità dello spettatore, lasciato nel dubbio e nell’incertezza sull’effettivo e reale ritorno alla vita di Sam, quesito volutamente irrisolto perché una vera risposta o soluzione non c’è.

 

VOTO:

 


10 commenti su “Brothers

  1. tra torroni e mangiate sto cercando di comporre anch’io il mio post. secondo me sheridan si è perso in alcuni punti, innanzitutto per l’inadeguatezza tecnica di alcuni momenti (l’attacco all’elicottero di sam, la scena clou tra sam e la moglie, in cui risalta la differenza di illuminazione dei due volti). poi la scena dello sbrocco della bambina, che l’ho trovata involontariamente ilare. Mi sono ritrovato così, con un film che per lunghi tratti mi è piaciuto e coinvolto nella misura esatta di quello che tu hai raccontato benissimo ma, poi, alla resa di conti, alcuni limiti a me rimasti indigesti faranno sicuramente scendere la mia valutazione. Cmq, sei perfetta come sempre! A proposito: auguroni di buon anno

  2. steutd, la scena a tavola per il compleanno della bambina secondo me è molto bella, soprattutto per quello che avviene prima dello scoppio della sorella maggiore. Per il resto, non hai tutti i torti, anzi sicuramente il film è pieno di difetti, però ripeto io sono riuscita ad emozionarmi con alcune sfumature, alcuni movimenti, alcuni sguardi, ecc…Non ti nascondo che quando alla fine Sam dice quello che dice alla moglie a me è scappata na lacrimuccia…
    Ti ringrazio comunque dei complimenti  e buonissimo anno anche a te!!!

  3. Gran bel film. A me è piaciuto tantissimo per intensità e bravura degli interpreti. Alcune scene mi hanno messo a disagio per quanto fossero cariche di tensione emotiva.
    Non perfetto per le stesse ragioni che tu hai ben scritto, ma lo stesso coinvolgente. Alla fine il magone era d’obbligo.
    Ciao, Ale

  4. Si, sono d’accordo. Sicuramente non perfetto, e con molti difetti qui e lì. Però emotivamente in più di un momento mi ha veramente coinvolta.

  5. Sono d’accordo, il film ha tratti è retorico è banale, ma poi in alcune scene è riuscito a coinvolgermi completamente, come in tutta la parte finale o nella bellissima scena davanti al caminetto. La recitazione di tutti gli attori è eccezionale, ma il migliore secondo me è Tobey Mc Guire che alternando momenti in cui pare sognante ad altri in cui è concentratissimo, magari inutilmente per la situazione, comunica tutto il suo disagio psichico. Forse molto più chiaramente che nelle scene urlate.
    Ciao

  6. D’accordissimo, non sono gli urli che comunicano l’interiorità del personaggio da lui interpretato, bensì gli sguardi, le impercettibili espressioni, i gesti, i movimenti. Una bella interpretazione, non c’è che dire.

  7. Onore al merito agli attori (veramente bravi) ma il film non mi ha convinto: il falso, lo schematico, il retorico affiorano più volte.

  8. Schematico forse si, retorico neanche tanto, falso non l’ho notato. Comunque non un grandissimo film, ma una piccola occasione per emozionarsi con le sfumature.

  9. Ancora una volta Tobey Maguire ci offre le ragnatele, in questo caso della noia.
    Però quando ho visto questo film non ho pensato "ecco qualcosa che piacerà ad Alessandra"; infatti mi son stupito.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.