After Midnight (Something Else): Il monster movie con venature romantiche

Hank e Abby stanno insieme da dieci anni e gestiscono un bar. Un giorno, però, Abby va via senza preavviso, lasciando un biglietto e scomparendo senza più rispondere al telefono. Per Hank comincia un periodo fatto di depressione, ma soprattutto di attacchi notturni da parte di un mostro che non riesce ad individuare, ma che prova in tutti i modi a sconfiggere.

Un horror atipico, più che altro un ibrido tra una romantic dramedy e un vero e proprio monster movie, fatto di atmosfere, venature nascoste e, soprattutto, sottotesti.

After Midnight (Something Else), infatti, è un film che parla di crescita personale e di coppia, di solitudine, di “fantasmi” del passato, di formazione vera e propria. In questo caso a doversi formare è il protagonista, un trentenne che si ritrova a venire a patti con la solitudine che lo assale quando la fidanzata lo lascia e con il vuoto che si viene a creare nella sua vita in seguito a questo avvenimento.

Gli attacchi notturni del mostro lo costringono a svegliarsi dai suoi sogni, costituiti dai bei ricordi passati con la compagna e lo riportano ad una realtà terrena, fatta di sangue, dolore, paura e, prima di tutto, indeterminatezza.

Poco importa, allora, per lo spettatore, piuttosto che per il migliore amico “campagnolo” e credulone o per il cognato pragmatico e cinico, se il mostro sia reale o sia solo frutto della mente confusa e delirante di Hank. Ciò che importa è capire come affrontarlo e combatterlo per poi andare avanti, nonostante il “sangue” versato.

Sceneggiato e diretto dall’attore protagonista, Jeremy Gardner, insieme a Christian Stella, After Midnight (Something Else), riesce a colpire grazie all’intensità dei suoi contenuti e al magnetismo dei suoi interpreti, i due componenti della coppia che a un certo punto si ritrovano a parlare della loro storia e delle loro vite, immergendoci a viva forza nel racconto e impressionandoci ancor più delle apparizioni del temibile mostro, combattuto ogni notte a suon di fucilate o escursioni nei boschi.

Rimane impressa su tutte la sequenza finale in cui il vero e proprio terrore ha modo di palesarsi davanti agli occhi dei protagonisti e dello spettatore, senza per questo stonare col contesto romantico in cui si palesa e, anzi, arricchendolo con una metafora non indifferente: l’amore è soprattutto il superamento in due dell’“orrore” e dell’ignoto, una lotta contro un mostro solo apparentemente intangibile, ma in realtà più vivido e reale che mai.

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