Leoni per agnelli

REGIA: Robert Redford

CAST: Tom Cruise, Meryl Streep, Robert Redford, Michael Pena, Derek Luke, Peter Berg, Andrew Garfield
ANNO: 2007

TRAMA:

Le vite e le storie di tre personaggi si intrecciano in un giorno cruciale. Sono il senatore Irving, la giornalista che ha avuto l’esclusivissima occasione di intervistarlo per un’ora intera e un professore attivista che cerca di convincere un suo studente ad interessarsi maggiormente a ciò che avviene nel mondo e nel proprio paese.

 



ANALISI PERSONALE

Leoni per agnelli: mai titolo fu più azzeccato. Ringraziamo la produzione italiana che una volta tanto non ha stravolto quella che era l’idea iniziale del regista, dando un titolo completamente fuorviante e inadeguato. Più che un film di guerra è un film sulla guerra ma non solo. È un film su qualunque evento (comprensivo dei propri effetti) che può verificarsi nella nostra società e su come questo viene affrontato dai suoi vari componenti. Chi sono i leoni se non coloro che si mettono in gioco rischiando a volte anche la propria vita per portare avanti un ideale, per difendere i propri valori, per lasciare un segno su questa terra? E chi sono gli agnelli se non coloro che si nascondono dietro false ideologie a cui non credono fino a quando non servono ad ottenere ciò che vogliono, che fanno rischiare la vita agli altri piuttosto che occuparsi attivamente, che non sanno fare altro che dare ordini (giusti o sbagliati che siano) senza preoccuparsi delle conseguenze su coloro che dovranno eseguirli? La differenza tra le due categorie di “animali” è abnorme, ma molto spesso i leoni passano per agnelli e gli agnelli per leoni. Ed è proprio qui che entra in scena l’impegnato Robert Redorfd che ci fa riflettere su questo argomento attualissimo e ci fa giungere diplomaticamente e democraticamente ad una soluzione.

Il senatore Irving (un Tom Cruise più graffiante e scoppiettante che mai, che da ampio sfoggio della sua bravura con una mimica facciale impareggiabile) rilascia una succosa intervista a quella giornalista che lo rese famoso ad inizio carriera: la quasi sessantenne Jannie Roth (una superba Meryl Streep che rende perfettamente tutta l’angoscia di una donna giunta ad un bivio sia nella sua vita privata che professionale). E’ forse il tira e molla tra questi due personaggi interessantissimi e molto ben caratterizzati, a contrassegnare la parte più succosa e interessante dell’intera pellicola. Ma non è da meno il “dibattito” che il professore universitario di belle speranze Malley (un apparentemente coriaceo Robert Redford che ci regala anche una regia pulita e quasi invisibile ricca di supergi e affascinanti primi piani) ingaggia con un suo studente che ha perso interesse per le Scienze politiche, ritenendo inutile impegnarsi per una società che non lo ripagherà mai, impegnandosi invece per riuscire ad arruffare quanto più può per vivere felicemente ed agiatamente.
Contemporaneamente a questi due dialoghi ricchi di spunti di riflessione l’America sta mettendo in atto una nuova strategia militare contro il Medio Oriente, strategia ideata proprio dal senatore Irving che ne sta parlando in esclusiva con la giornalista Roth. Protagonisti di questa missione sono due ragazzi, uno latino-americano e l’altro afro-americano, coraggiosi e valorosi che si scoprono essere due ex studenti di Malley, il quale li incitava ad impegnarsi per rendere il loro mondo un posto migliore.

Ma Malley è un pacifista e quando parla di impegno e di lotta per la pace non intende suggerire ai suoi studenti di arruolarsi volontari per combattere una guerra inutile. Lui suggerisce di “lavorare sul campo”, di impegnarsi per rendere il proprio paese un posto più vivibile, di comprendere appieno la politica e tutti i suoi meccanismi per evitare di essere governati da gente inadeguata.
Irving, invece, ritiene che la guerra sia l’unico vero mezzo adeguato per la sconfitta del terrorismo e attua una nuova strategia che manda praticamente allo sbaraglio i suoi uomini. Le sue argomentazioni sono quasi convincenti, dato che parla di pace, di libertà, di antiterrorismo, di raggiungere insomma risultati più che positivi. Ma mentre lo ascoltiamo parlare una domanda sorge spontanea: E’ sempre vero che il fine giustifica i mezzi? Ci sono altre vie percorribili per raggiungere un accordo? E’ il terrorismo il vero problema degli americani? Quali sono le vere ragioni nascoste dietro questa guerra che non ha mai cessato di spezzare vite innocenti dall’11 settembre 2001 in poi? Queste sono le stesse domande che si pone la Roth nel corso dell’intervista. Lei che è sempre stata una giornalista modello, ligia al dovere, pronta allo scoop e alla notizia succosa, questa volta si rifiuta di pubblicare l’intervista perché è contraria alla politica di Irving.
Ma numerose altre domande sorgono quando ascoltiamo il professore e lo studente che tentano di convincersi a vicenda delle proprie idee. Domande che vengono poste sulla bocca ora dell’uno ora dell’altro: E’ utile prodigarsi per un paese che preferisce accanirsi contro il “nemico” piuttosto che cercare di trovare un compromesso che risvolta parte dei problemi? E’ meglio restare a guardare quello che accade piuttosto che prendere parte attivamente agli avvenimenti? E’ necessario l’impegno di tutti per portare avanti una società?

Il tutto sembrerebbe un appello rivolto ai giovani che non si interessano di politica, della società, del proprio paese. Ma il film è rivolto a tutti coloro che potrebbero fare qualcosa, ma se ne stanno seduti a guardare e, anzi, il più delle volte neanche guardano. Tralasciando sprazzi di patriottismo e di sentimentalismo che sarebbe stato meglio evitare, questo film è un’intelligente e lucidissima analisi della società americana (ma non solo) e di come questa viene vissuta da varie persone, di varie etnie, nazionalità, età e sessi.
A tutti è dato modo di esprimere la propria opinione: il senatore combattivo, la giornalista curiosa e interrogativa, il professore impegnato e attivista, lo studente che ha perso le speranze e che non crede più all’utilità della politica e di tutto ciò che essa comprende e significa. Alla fine spetta a noi decidere chi ha ragione o chi ha torto, chi sono gli agnelli e chi i leoni.

Ma la ragione o il torto sono sempre e solo da una stessa ed unica parte?

 

Regia: 8
Recitazione: 9
Sceneggiatura: 9
Fotografia: 8
Colonna sonora: 8
Ambientazione: 8,5
Voto finale: 8,5

 

 Meglio provare e non riuscire che non riuscire a provare…


CITAZIONE DEL GIORNO

La mia regola di vita? Volare basso! (da "Eroe per caso")


LOCANDINA


30 commenti su “Leoni per agnelli

  1. Meglio provare e non riuscire che non riuscire a provare…

    In cosa? A quanti irako-afgani riesci ad ‘annichilire’ al giorno?

    Fuffa ideologica, per prossime e future guerre dell’impero hollywoodiano.

    saluti

    Trotzkij -http://sitoaurora.altervista.org/Hollywar/Hollywar.htm

  2. Questo film non l’ho ancora visto e non ero molto interessanto. Ma dopo aver letto la tua bellissima e condivisibile recensione cercherò di recuperarlo il prima possibile. ^_-

  3. film che spero di riuscire a vedere, ne ho solo letto finora, redford è americano non sarà mai un rivoluzionario… perciò anche film come questi per gli americani dovrebbero servire a capire… (come nella valle di elah…)

  4. Al di là del messaggio contenuto nel film, la pellicola è girata, interpretata, sceneggiata e musicata ottimamente che poi la maggior parte delle volte è quello che mi interessa di più ^^

  5. Non solo è brutto ma mi ha lasciato indifferente: ciò che voleva dire o mostrare al sottoscritto non è arrivato minimamente.La parte di Redford che centrava con il resto?E i flashback dei soldati ormai agonizzanti faceva molto Haggis.Neanche la Meryl si salva stavolta (vabbè lei si..però avete capito cosa intendo..no^^?)

    Ciao.

  6. beh andando oltre al fatto che erano suoi ex studenti, tutto il colloquio aveva solo il pretesto di raccontare la sua storia ma il significato quale è: non andate in guerra giovani ragazzi??mah…

    davvero un gran brutto film.

  7. Va bé al di là dei gusti personali il ruolo di Redoford non è quello che dice non andate in guerra giovani ragazzi: è quello che esorta ad interessarsi realmente a ciò che avviene intorno a noi, non restando ai margini senza occuparsi minimamente di quello che succede e questo non necessariamente andando in guerra…

  8. Leggo i commenti e resto spiazzato. Il film secondo me non è un capolavoro, ma l’ho trovato molto acuto e riflessivo. Niente retorica o patriottismo (o anche le lacrime della Streep che passa davanti alle croci sono troppo? Per me no), ma un punto di vista preciso e dialettico su cosa è veramente morale: fare una guerra o meditare sugli errori già commessi? Film di testa, volutamente non spettacolare, recitato bene con la giusta sobrietà.

    Sono le critiche preconcette che ho trovato “retoriche” e “ideologiche”, non il contrario.

    Saluti.

  9. Lascio il mio commento al film, visto che l’utente anonimo precedente ero io, e mi sono registrato perchè se no sembravo uno che lanciava il sasso e tirava indietro la mano

    Opinione che esternai mesi fa, quindi del film ricordo poco o niente, a parte il fatto che non mi piacque (e alcune cose che mi sono venute in mente rileggendo il commento).. Quindi se ci sono repliche potrei non riuscire a rispondere.. xD

    “Mah… Ormai mi sembra che si cerchi il capolavoro esternando completamente l’obettivo iniziale, ed è la scelta più sbagliata secondo me.

    Trovo il film troppo patriottico, propagandistico, si parla si parla.. Non voglio la soluzione ovviamente, altrimenti sai quanto sarebbe facile… Ma non si arriva neppure al punto..

    Tutte quello analizzato (pure troppo) secondo me le sappiamo già da tempo, non arriva nulla di nuovo.

    chi non sa che la stampa viene usata dai politici come mezzo propagandistico?

    Credo sostengano di offrire una visione obiettiva del tutto, ma quello che ho recepito io sono dei fatti citati, analizzati velocemente, ancora più velocemente lasciati perdere se non vanno d’accordo con la visione Repubblicani cattivi e democratici buoni.

    L’unico punto a cui forse si arriva è che nessuna persona sana di mente sarebbe d’accordo con la guerra in Afghanistan e Iraq se non quelli che si fanno fregare dalle parole dei repubblicani (che non è poi neanche vero)..

    Non c’è sentimento, non c’è sensibilità; è subdolo e per niente provocante; i temi sono trattati, ma non bene. E per questo preferisco film che non dicono niente di innovativo, ma perchè non pretendono di farlo. Si è semplicemente falliti nell’intento, l’ho vista come un’occasione sprecata.

    Tecnicamente parlando, sono in effetti più interessanti le due sottotrame “parlate” rispetto a quella di azione, che trovo scadente e noiosa.. capisco che si dovesse ricollegare a quella del professore e dell’alunno, ma non mi ha interessato per niente..

    Ho Detestato la performance di Meryl streep, che ho trovato davvero innaturale.. Mi piacevano solo le battute sussurrate quando cruise parlava sopra, per il resto mi sembrava una alle prime armi.

    Cruise non male anche se ho una repulsione per l’attore…

    Pessime le esplosioni, si vedevano a 10 miglia che erano petardi…

    Il giudizio sulla scena finale per me è un’ossimoro pazzesco: Mi è piaciuto vedere come si desse importanza al gossip e per nulla a notizie vere, e pure che da lì il ragazzo capisse quale fosse la “missione”.. D’altro canto però ho trovato l’ultimo quarto d’ora affrettato come non mai. Sono rimasto a dir poco basito a vedere l’espressione del ragazzo (mai mi ricorderò il nome) e capire che era la fine, anche prima che la scena scomparisse..

    Come molti blasonati film ultimamente (blasonati prima di uscire, ma forse anche dopo) si cerca tanto, si richiede di più, si pubblicizza troppo e non si raggiunge niente…”

  10. Davvero un bel film ke nn è un pretesto come scritto in precedenti commenti x dire ragazzi andatei n guerra ma è un acuta analisi sulla società odierna analizzata da più pensieri quello strategico del presidente quello curioso e investigativo del giornalista quello ideealista del professore e quello ragionato di uno studente.Secondo me è un bel film girato con pochi mezzi ma che si basa sulla recitazione ottima dei 4 protagonisti.

    Luca

  11. Grande lezione di regia, grande lezione di recitazione, assenza di azione e di spettacolarità per privilegiare idee e concetti: sono i caratteri salienti di questo lavoro controcorrente.

    “Leoni per agnelli” ha il coraggio di affrontare tematiche e argomenti che gli Americani poco gradiscono…

  12. Un film che è doveroso vedere sia per dibattere su uno dei temi attualmente più vitali sia per dimostrare che un cinema “impegnato” e “impegnativo” è bene accetto.

    Robert Redford conferma di essere una delle più profonde personalità del cinema americano, ottimo regista con idee chiare e anticonformiste.

    Meryl Streep e Tom Cruise sono da applauso in una performance dalle mille sottigliezze e sfaccettature: una delle prove migliori della loro prestigiosa carriera

  13. Ciao!!!

    Prima di tutto ti faccio i complimenti per questo bellissimo blog, sia per i contenuti, sia per la veste grafica. Le tue recensioni sono sempre accuratissime e ben scritte.

    Concordo pienamente con quanto hai scritto sul film: anch’io l’ho trovato molto bello e ricco di spunti. Le parole sono le protagoniste assolute di questa pellicola.

    Ho fatto anch’io una recensione sul mio blog (aperto da poco). Mi farebbe immenso piacere se lo volessi visitare.

    A presto!

  14. Afush grazie mille dei complimenti, mi fanno molto piacere. Al più presto verrò sicuramente a visitare il tuo blog ^^

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