L'uccello dalle piume di cristallo

REGIA: Dario Argento
CAST: Tony Musante, Enrico Maria Salerno, Suzy Kendall, Umberto Raho, Eva Renzi, Mario Adorf, Reggie Nalder
ANNO: 1970
 
Sam Dalmas, scrittore americano, si trova a Roma per riacquistare po’ di calma e serenità. Una notte, passeggiando da solo, scorge all’’interno di una galleria d’arte qualcosa di agghiacciante. Un uomo sta aggredendo una donna con un pugnale. Sam cerca in tutti i modi di entrare, ma rimane bloccato in una doppia porta di vetro, mentre osserva la donna agonizzante che si avvicina a lui, dopo essere stata ferita dallo sconosciuto che è fuggito da una porta laterale. Ad indagare arriva un ispettore che subito gli si mette alle calcagna per costringerlo a ricordare perfettamente ciò che ha visto. I due, insieme, cercheranno allora di pervenire alla soluzione del mistero, anche perché l’assassino continua a colpire…
 
Prima pellicola per l’allora trentenne Dario Argento, autore anche del soggetto e della sceneggiatura, che veniva già da una forte esperienza nel campo, avendo collaborato con Bernardo Bertolucci per il soggetto del capolavoro “C’era una volta in America” di Sergio Leone, “L’uccello dalle piume di cristallo” è un’avvincente giallo-thriller con venature horror. Precedentemente Argento aveva scritto copioni di molti b-movie, ma il vero e proprio debutto cinematografico è dovuto proprio a questa pellicola, che ha dato il via alla carriera del regista specializzato in film di genere e ispirato sicuramente dal grande maestro Alfred Hitchcock di cui in qualche modo riprende lo stile e, soprattutto, il modo di giostrare le due componenti essenziali di questo tipo di pellicole: il cosiddetto whodunit, cioè il dubbio sull’identità dell’assassino lasciato in sospeso fino alla fine del film, e l’immancabile suspense. Anche Mario Bava, sicuramente, ha influenzato il giovane Argento, come dimostrano le atmosfere di questo film, accompagnate da un bellissimo gioco di luci e di ombre e da una focalizzazione sui particolari più inquietanti come le mani dell’assassino o le lame da lui accuratamente scelte per far fuori la vittima di turno. Siamo in presenza, infatti, del classico serial killer con tanto di impermeabile scuro, guanti neri di pelle, lame affilatissime, passo lento e inesorabile e volto sempre coperto dal cappello. Una figura entrata ovviamente nell’immaginario collettivo che Argento fa camminare tra le strade di Roma all’inseguimento di giovani donne uccise brutalmente, tant’è che l’altro valore aggiunto della pellicola, ovviamente per gli appassionati del genere, è proprio l’insistenza, prima quasi inedita, sulla particolare efferatezza dei crimini commessi.
Primo capitolo della nota trilogia degli animali, completata da “Il gatto a nove code” e “Quattro mosche di velluto grigio”, “L’uccello dalle piume di cristallo”, oltre ad essere un ottimo esordio alla regia, è anche un consistente esempio di cinema di genere, arricchito non solo dalle atmosfere coinvolgenti, risultato ottenuto con l’ausilio dell’ottima fotografia di Vittorio Storaro, ma anche dalle inquietanti e indicatissime note di Ennio Morricone, elementi che sicuramente hanno contribuito al successo che il film ebbe anche fuori d’Italia, tralasciando una prima fase in cui ebbe una gelida accoglienza.
Già con questa sua opera prima, siamo in presenza, comunque, di tutte le ossessioni cinematografiche di Dario Argento, poi riproposte ciclicamente all’interno delle sue pellicole successive, sempre contraddistinte da un senso di angoscia e dalla presenza del perturbante, reso cinematograficamente grazie ad un abile gioco di primi piani e di soggettive, tra le quali, al di là di quelle che riguardano l’assassino, rimane impressa quella della caduta dalla finestra di un personaggio chiave all’interno della narrazione.
Chi sarà allora il terribile assassino che si ispira ad un quadro macabro per l’esecuzione dei suoi delitti? Sam, lo scrittore (interpretato da un giovane Tony Musante) e Morosini, il commissario (il grande Enrico Maria Salerno), cercheranno di unire le loro menti per stanare il colpevole, rintracciabile tra le varie pedine che si avvicendano sulla scacchiera di questo mistero intricato e intrigante. La soluzione arriverà grazie al suono registrato del verso di un particolare uccello, da cui il titolo di questo notevole e affascinante giallo italiano.

Pubblicato su www.livecity.it

15 commenti su “L'uccello dalle piume di cristallo

  1. Un grande esordio per Dario Argento grazie a questo film. All'epoca sì che sapeva girare film che mi scatenavano forti emozioni. Peccato che da anni non sia più all'altezza.

  2. Argento secondo me era più figlio diretto di Bava,che di Hitchcock.Ha diretto tanti ottimi film e almeno due capolavori- profondo rosso e suspiria-e persino una strana commedia storica come Le 5 giornate di Milano con Celentano.
    Dal cartaio in avanti non è nemmeno più capace di essere alto e nobile nella messainscena.Appare assai piatto,stanco
    Ma ricordiamoci il grande regista,poi il resto capita

  3. Si primo buon film di Argento……
    per la cronaca, per quanto concerne il genere thriller, non è male "Lo strano vizio della signora Wardh", uscito grosso modo in contemporanea con "Il gatto a nove code", diretto dal (per me) grande Sergio Martino nonchè regista del mitico cult "L'allenatore nel pallone"……
    Per quanto riguarda "Suspiria", il film non mi dice niente, non c'è trama, le scene si sa già come vanno a finire, insomma un anno e mezzo fa rimasi deluso……e quasi addormentato!
    Buonanotte e buon weekend! 

  4. Suspiria è la versione horror delle classiche fiabe tipo cenerentola o biancaneve.Trattasi di capolavoro perchè ,magara non si è fatto caso,ma è del 77 e vorrei vedere se a quel tempo uno si aspettasse quelle scene e quelle dinamiche.
    Come dire:Callaghan non mi dice niente perchè ne ho visti di film con sbirri bastardi.

    Lo strano vizio della signora Ward è tra i migliori film di Martino,un buon artigiano che ha dato il meglio di sè  nei polizieschi e trhiller .
    L'allenatore nel pallone è carino,ma non è un cult per me,sicuramente fa molto ridere

  5. @ viga 
    perchè un film sia un capolavoro ci deve essere per lo meno una trama…
    in Suspiria la trama è quasi inesistente…….e certe cose le aveva già fatte nei film precedenti come Profondo Rosso, solo che qui vengono accentuate ma a mio avviso non nel migliore dei modi…….delusione quasi bestiale!
    s
    Per me l'Allenatore nel pallone è un cult perchè appunto mi fa ridere……

  6. la montagna sacra di jodorwsky ha trama?Il cinema è anche immagini e per quanto io sia concorde con te sul fatto che la storia sia importante,è anche vero che molti film eccezionali non hanno trame particolarmente ben scritte.
    Che poi ripeto:trattasi di variazione sul tema fiabesco. Quali scene sono prese da profondo rosso ?

    Per quanto riguarda Sergio Martino ieri ho rivisto Milano Trema è un ottimo poliziesco della serie golpisti in città

  7. @ viga
    Non dico che le scene siano prese da Profondo Rosso, ma avendo già visto Profondo Rosso, sai già come andranno finire alcune scene (ovvero sai già all'inizio che quella ragazza morirà…….)…io lo trovo prevedibile, tutto qui….. 
    (in questo caso sono contro corrente, la critica la vedo abbastanza positiva nei confronti di Suspiria)….e poi come al solito, anche qui i Goblin hanno azzeccato le musiche giuste……
    la montagna sacra di jodorwsky non l'ho visto, proverò a guardarlo…..
    Ciao!

  8. …da parte mia posso commentare solo con "capolavoro" !!!
    Con "Profondo rosso" il miglior film del genere thriller-horror
    Vivamente consigliato !!!

    …e visto che adoro i thriller italiani anni '70, ecco l'eccellente


  9. film che ho sempre amato molto, perchè rappresentativo del miglior argento di sempre: artigianale, genuino, sperimentale. In assoluto, il milgiore dei 3 film che costituiscono la trilogia degli animali. Bellissima la colonna sonora di Morricone, e anche il colpo di scena che fa capire allo spettatore quale era il particolare che nn andava nel ricordo del protagonista.

  10. Insomma ho aperto una bella discussione! Mi fa molto piacere, perché così si scoprono non solo le opinioni altrui, ma anche film che magari si pensava di non recuperare per qualche motivo e che invece, così, cominciano a destare curiosità.

  11. cmq io sono del partito che dice che suspiria è davvero un gioiello…credo anche io sia uno dei capolavori di argento, insieme a phenomena e alla trilogia degli animali…profondo rosso è a un livello addirittura superiore, e davvero è inspiegabile l'involuzione che argento ha avuto da trauma in poi…

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