Non lasciarmi

REGIA: Mark Romanek
CAST: Keira Knightley, Carey Mulligan, Andrew Garfield, Sally Hawkins, Charlotte Rampling
ANNO: 2011
 
Kathie, Ruth e Tommy sono tre ragazzini che crescono insieme in un college inglese. Presto però scoprono che le loro vite sono state programmate e che vanno incontro ad un destino comune. Una volta divenuti maggiorenni, infatti, vengono mandati in alcuni cottage a prepararsi per il loro compito primario. Gli amori e le gelosie che da sempre intercorrono tra i tre, saranno alla base di alcune scelte di vita che compiranno, ma non ci sarà niente da fare per impedire che il suddetto destino si compia.
 
“Non lasciarmi” è un film che può lasciare interdetti per varie motivazioni. Può stupire per la particolarità della tematica trattata e per il modo di raccontarla, può lasciare lo spettatore agghiacciato per le implicazioni etiche che sottostanno al tema di fondo, può soprattutto emozionare e colpire forte allo stomaco per i toni del racconto. Trattasi, infatti, di una storia molto triste e angosciante che corre costantemente sul binario del dramma e costringe chi guarda ad uno sforzo deciso per non commuoversi, non solo al procedere della narrazione sempre più crudele nel mostrare la tragedia di fondo, ma soprattutto alla vista di paesaggi immobili, plumbei, a tratti desolanti che fanno da contraltare ad interni altrettanto claustrofobici e deprimenti. Il risultato però non è di quelli fastidiosi e nemmeno ruffiani, anche se bisogna dire che forse nell’utilizzo della colonna sonora si è premuto un po’ sul tasto della pietà, con note sempre più struggenti e soprattutto sempre più presenti ad accompagnare il racconto.
Al di là di questo, però, bisogna dire che la pellicola è contrassegnata da una delicatezza e da un equilibrio non indifferente, dato anche dalla rigorosa regia, dalla suddetta fotografia dai toni freddi, e dalla misurata interpretazione dei tre giovani attori protagonisti, sui cui svetta una coinvolgente Carey Mulligan che con l’opacità e la rassegnazione del suo sguardo ci restituisce molto del significato dell’intera pellicola.
“Non lasciarmi” è infatti un film che parla di accettazione del proprio ruolo sociale, di ineluttabilità del proprio destino e soprattutto dell’inesorabilità del tempo che scorre, molto più velocemente di come vorremmo, e dell’inevitabilità della morte. Ma anche se è la morte ad incombere fatale sui tre protagonisti, il film riesce a parlare magnificamente anche di vita, analizzando due elementi che la rendono degna di questo nome come l’amore e l’arte. Sono questi due elementi che in qualche modo riescono a scuotere l’impassibilità e la passività delle figure prese in esame, figure sulle quali viene posta l’attenzione mirando al particolare, ma comunicando un intero universo. E anche se l’intrecciarsi delle loro storie, dei loro sentimenti, dei loro rapporti, per certi versi appare prevedibile e poco originale, ciò che sta sotto e dentro questo triangolo di amori e amicizie, riesce a sollevare di parecchio la qualità del contenuto, laddove la forma si fa già apprezzare di per sé.
Lo spettatore, così come gli stessi protagonisti, sin dall’incipit sa che non c’è nessuna possibilità di salvezza e così prosegue nella visione della pellicola senza aspettarsi grossi colpi di scena, ma assaporando tutte le implicazioni che sottostanno al percorso formativo e sentimentale dei tre. Grazie alla metafora dell’arte come specchio dell’anima e dell’illusione che l’amore possa cambiare le cose, il film guadagna anche una patina emozionale non indifferente, capace di suggerire, piuttosto che gridare, la forza dell’anima che scalcia per farsi ascoltare e la resa della stessa di fronte alla storia già scritta, alla messa in atto di un percorso prestabilito.
Si rimane a volte di stucco di fronte all’estrema accettazione che caratterizza i tre giovani protagonisti, cresciuti nella ferma convinzione di avere un unico scopo, quello di terminare le proprie esistenze quasi prima che possano realmente iniziare. Ma si rimane altrettanto di stucco di fronte all’insensibilità altrui nei confronti delle palesi grida di aiuto che loro sembrano lanciare, nel tentativo di manifestare la propria umanità e dimostrare la loro capacità di amare. Ciò che si evince, però, alla fine di questa storia struggente e uggiosa è che l’amore non si può dimostrare, si può solo provare.

VOTO:

Pubblicato su www.livecity.it

17 commenti su “Non lasciarmi

  1. Molto interessante, mi ispira parecchio… è una delle prime recensioni che vedo e sono contento di leggerne bene. ciao, c

  2. curiositizen, grazie mille per essere passato qui da me. Poi magari mi fai sapere cosa ne pensi del film quando l'avrai visto. Ho notato il tuo blog un po' di tempo fa e l'ho inserito tra i miei link preferiti. Al più presto lo inserirò anche tra i link del blog. A presto!

  3. Bene Ale55andra in questo film abbiamo visto cose diverse ma è un supporto notevole quello che ho letto qua. Soprattutto per via della sceneggiatura, questo film l'ho preso al cuore e di là (itasa) lo stavano massacrando.

    Dai che ogni tanto andiamo d'accordo 🙂
    House B

  4. era molto tempo che non sbadigliavo così tanto al cinema… stavolta non siamo d'accordo, non si regge assolutamente in piedi neanche per 5 minuti…

  5. sarà che ho letto il libro…a me il film è piaciuto molto.si respira la stessa angoscia,il senso di ineluttabilità. è lento sicuramente ma questo non lo trovo un difetto.
    gli attori emaciati lunari e condannati recitano al meglio, la mulligan su tutte!

    alessia

  6. Unico film uscito in questi giorni nelle sale che mi incuriosisce molto e la tua recensione mi è stata utilissima per capire il genere di film. Spero di poterlo vedere presto.

  7. bella recensione, che rispecchia anche la mia visione. credo che la colonna sonora troppo presente e a tratti effettivamente melodrammatica sia l'unica pecca del film, mentre romanek si conferma regista estremamente interessante, freddo come piace a me.

  8. Si, infatti al di là della colonna sonora, il film è alquanto asciutto e rigoroso, cosa che è piaciuta molto anche a me.

  9. Concordo con la tua analisi. Una trama sicuramente molto originale (qualità che di per sè basterebbe per un giudizio positivo, visto la diffusa convenzionalità delle storie oggigiorno) che fa da spunto per una bella riflessione sul significato della vita.

  10. Ho visto ieri sera questo film e mi sono venuti in mente tre specifici riferimenti: 1982 di Orwell, il Panopticon di Bentham e The Truman show di Weir.
    Per il resto si tratta di un film gradevole. Non so se sia un capolavoro. Di certo è un'interessante speculazione di 144'.

    Francès

  11. Bè, infatti capolavoro forse è una parola troppo grande. Di sicuro però, secondo la mia opinione ovviamente, è un film molto coinvolgente.

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