Redacted

REGIA: Brian de Palma

CAST: Kel O’Neal, Ty Jones, Izzy Dias, Rob Devaney, Patrick Carroll, Mike Figueroa
ANNO: 2007

TRAMA:

Un gruppo di soldati americani di istanza in un villaggio iraqueno, dopo settimane e settimane di posti di blocco snervanti ed estenuanti e dopo la perdita di un loro commilitone ucciso da una mina, decidono di stuprare una ragazzina quindicenne e subito dopo, in preda a ad una malvagità costernante e sotto l’effetto dell’alcool, le danno fuoco uccidendo anche i suoi famigliari, tra cui una bambina di sei anni.

 



ANALISI PERSONALE

Una storia vera? Si, ma de Palma ce la mostra rendendola quasi finta, anzi togliamo il quasi. Traendo spunto da una vicenda realmente accaduta, Brian de Palma trova l’occasione per ribadire un concetto a lui caro: non sempre, anzi quasi mai, quello che vediamo, quello che ci viene mostrato è accaduto così come ci viene mostrato. Non sempre quello che ci viene presentato come la verità, è realmente la verità. E, soprattutto, non sempre esiste una verità assoluta, dato che di una stessa vicenda possiamo cogliere diversi punti di vista a seconda che questa venga vista tramite occhi diversi. In questo caso gli occhi sono i vari mezzi di informazione: i tg, i documentari, i video su youtube, i blog, i giornali, i documenti, e infine, ma soprattutto, il cinema. Il regista si serve della finzione per dimostrarci il suo punto di vista. Egli stesso ci consiglia di non fidarci ad occhi chiusi di tutto quello che ci viene detto e soprattutto mostrato e quindi, prima di tutto, di cominciare a non fidarsi soprattutto di quello che vediamo sullo schermo, nel suo film. Insomma, con un ragionamento contorto da esprimere (ma semplice da intuire a fine visione), de Palma usa le stesse armi da lui condannate, per dimostrare la negatività e l’inaffidabilità delle medesime. Non a caso durante la visione della pellicola appare lampante che quelli che stiamo guardando non sono dei veri soldati, che quelli che stiamo osservando non sono davvero dei villaggi iraqueni, che i discorsi che ascoltiamo sono assolutamente e volutamente fittizi. Redacted (termine che sta ad indicare proprio la manipolazione e la censura di qualsiasi verità, censura della quale lo stesso film è stato vittima, dato che nel nostro bel paese non uscirà mai al cinema: della serie Redacted è stato redacted…), non è un film sulla guerra, ma è un film “nella guerra” e più precisamente riguardante la guerra delle immagini, la guerra così come noi la conosciamo, ma così come non è realmente.
Se narrativamente è altamente lineare e quasi didascalico, registicamente cambia tono numerose
volte. Lo stesso avvenimento ci viene mostrato prima tramite la telecamera di uno dei soldati che aspira ad entrare nel mondo del cinema e che quindi si “diverte” a filmare la sua esperienza militare, poi da un fittizio documentario francese, poi da un servizio televisivo giornalistico, poi da un video suestremamente esplicativo e dimostrativo degli intenti e del messaggio contenuto nella pellicola: una didascalia ci avverte che stiamo per guardare delle vere foto di vittime della guerra e subito dopo queste ci vengono mostrate con un sottofondo musicale che sfiora il melodrammatico (ovviamente volutamente) e con i volti e soprattutto gli occhi delle persone ritratte oscurati da un pennarello (così come oscurate dal pennarello erano certe parti dei documenti attestanti il “fattaccio” avvenuto in questo villaggio iraqueno).

Questa scelta finale sta a dimostrare, se ancora ce ne fosse stato bisogno dopo un film che mostra con evidenza il suo intento, che la verità non sta mai negli occhi di chi la guarda, ma in quelli di chi la vive in prima persona. E quindi, neanche questo film ce la potrà mai mostrare (ecco il perché dell’oscuramento dei volti e del voler caricare emotivamente e quindi quasi in maniera fittizia il passaggio di queste foto con quella musica strappalacrime). A voler rendere ancora più lampante questo fortissimo messaggio che porta con sé delle riflessioni talmente profonde da non potersi contenere in una sola recensione, de Palma avrebbe potuto scegliere come protagonisti di questa sua pellicola attori famosissimi (che chiunque avrebbe faticato a credere dei veri soldati), a rimarcare la sua “simulazione della simulazione della simulazione…della verità”. Ma anche senza questo accorgimento, de Palma riesce a colpire nel segno, e il colpo è davvero molto potente, rischia di farci rimanere secchi.
Evitando quel didascalismo di cui sopra (molto probabilmente inevitabile, dato che si stenta a credere che sia stato pensato con questo fine), il film sarebbe stato un vero e proprio capolavoro dato che riesce a mostrare la contrarietà ad una determinata pratica, proprio utilizzando la stessa, cosa che sembra quasi impossibile ed inconcepibile, ma come si suol dire “vedere per credere”. La cosa importante non è lo stupro della ragazza, non è la testa mozzata di uno dei soldati (che si è “meritato” questa fine proprio per lo stupro da lui effettuato con i suoi compagni), non è la denuncia dell’atto da parte di uno dei soldati che si era tirato indietro e che non era riuscito a fermare lo scempio che si stava per svolgere davanti ai suoi occhi, scappando perché minacciato da una pistola e denunciando poi il tutto anonimamente con un video su youtube; ma è proprio la rappresentazione e la comunicazione di tutto ciò, che diventa via via più artefatta, più lontana dalla verità, più ingannevole man mano che passa da un mezzo d’informazione all’altro.
Accompagnando le vicende dei giovani soldati con la musica utilizzata anche da Kubrick nel suo capolavoro Barry Lyndon (un riferimento cinematografico che contribuis
ce a sottolineare l’artificiosità di ciò che stiamo guardando?), il film è una vera mina che scoppia nei nostri cervelli e li costringe a relazionarsi con quello che si è appena finito di vedere e soprattutto ci spinge, anzi quasi ci costringe, a riflettere su ciò che avviene sotto (anzi davanti) ai nostri occhi ogni giorno (ma si potrebbe anche dire ogni ora, ogni minuto, ogni secondo…). Più che un film contro la guerra (certo gli americani non ci fanno proprio una bella figura) è un film che non pretende di avere una netta posizione politica, ma che forse desidera affermare la propria visione di un fenomeno moderno e quanto mai vivo e reale, pur nella sua lampante irrealtà.

VOTO: 8,5

 



CITAZIONE DEL GIORNO

"Mi ucciderai, adesso, Jena?". "Ora sono troppo stanco, forse più tardi…". (Jena Plissken in "1997 – Fuga da New York")


LOCANDINA


 

38 commenti su “Redacted

  1. Però che tristezza questa cosa…lo danno solo su Sky…avrei voluto vederlo anche io il nuovo De Palma dopo Black Dahlia

  2. lo devo vede per forza, adoro de palma a priori; il pelato nella foto sembra moltissimo billy corgan (leader degli smashing pumpkins) ma in realtà non è lui!!

  3. Un vero peccato che non sia arrivato al cinema. Inoltre non ho sky e non ho potuto vederlo. La tua recensione mi incuriosisce perché sembra (ne ho letto anche su altri blog) che De Palma abbia girato un buon film.

  4. per la serie, ci facciamo sempre la solita (magra) figura.

    Sono piuttosto incuriosito dall’approccio ai fatti e all’informazione di cui mi hai parlato. E’ intrigante…

    Ale, ma il blog ha compiuto un anno, stappa lo champagne!

  5. Lost ma uscirà in dvd Black dahlia dici?

    Alè, ma lo sai che ero convinta che fosse lui?!?!?

    Luciano, credo che sia un film più che buono, sono sicura che ti darebbe moltissimo da riflettere.

    Moke, poi lo stappiamo insieme!!!

    Dome, sei soddisfatto!? 😛

  6. Non è il migliore film di De Palma Black Dahlia, non quanto l’irrangiungibile Gli Intoccabili (ma ci sasrà presto un sequel sempre diretto da De Palma ed immagino farà pena) ma devo dire questo film riesce appieno a farci tornare alle atmosfere di un vero film noir..e ciò è molto apprezzabile..

  7. Uff… vorrei proprio vederlo (grande recensione! Sono ancora più curioso), ma non ho Sky e le “altre vie” non mi aiutano. Sigh 🙁

    Ciao,

    Lorenzo

  8. bene, de palma tornato alla grande, dunque. alcune sue recenti prove sono state a dir poco deludenti, ma questo sembra interessante da come ne parli. peccato per gli intoppi di distribuzione che ha incontrato.

    mario

  9. il ritorno di de palma si dice…io ci spero, nonostante il tuo voto e la tua analisi (molto buona!) son ancora un po dubbioso..non so perchè..però son contento di averne finalmente letto in modo chiaro..non mi aspettavo praticamente nulla di quello che hai detto, ora so a che film andrò incontro…

  10. mario, chiamarli intoppi è un eufemismo…

    deneil, ti ringrazio io ho solo espresso quello che il film mi ha comunicato, ma non tutti sono d’accordo, da quello che ho letto altrove…

  11. Ottimo Ale, otttttimo…come puoi immaginare sono d’accordissimo con te 😉

    Interessante il riferimento musicale a “Barry Lyndon”…chissà se la ripresa del tema di Handel è voluta, me lo sono chiesto anch’io…

    “Redacted è stato redacted”…che infamia. Un salutone, a presto

  12. L’ho letteralmente odiato… Recitato e diretto anche non benissimo direi.. (Ci sono un sacco di errori registici).. Dialoghi poveri, personaggi per nulla interessanti, direi abbastanza stereotipati

  13. La recitazione l’ho trovata pessima. E’ vero che ci sono attori inesperti, che magari sono a disagio davanti alla telecamera come dovrebbero essere, ma in scene in cui servirebbe essenzialmente un recitazione decente, lascia di sasso la loro incompetenza…

    (Non commento la scena dello stupro perchè è quasi ridicola)

    In alcune scene le armi che hanno i soldati cambiano da inquadratura a inquadratura ripetutamente.

    I dettagli tecnici su come funzionano le cose nella fanteria sono praticamente nulli, anzi, forse era meglio informarsi di più…

    Poi tutte le scene catturate da diverse fonti (documentario francese, il telegiornale medio-orientale, youtube) sono falsissimi da lontano un miglio, filmati ovviamente dalla stessa telecamera senza alcuna differenza

    I personaggi sono degli stereotipi assurdi, mancano di umanità.. Sono esattamente degli attori messi a recitare e non è questo che dovrebbe passare attraverso lo schermo..

    Non è tanto il messaggio del film, ma come è stato girato. Un prodotto può trasmettere o meno qualcosa, ma almeno mi aspetto che venga confezionato decentemente

    Cmq, giusto per non sentirmi solo, ho visto che per una volta i critici concordano (“Rotten Tomatoes, the film was rated “rotten”, with 56% of the 91 reviews negative” // “On Metacritic, the film had an average score of 52 out of 100, based on 30 reviews, and a user rating of 4.0/10”)… non è un assolutismo imposto, è solo per dire che alcuni erroracci nello svolgimento mi sembravano quasi ovvi…

  14. Per Eraser: Ma che stai dicendo?!

    Beh un film contro la guerra in Iraq che viene stroncato da siti di critica americani: SAI CHE SORPRESA!

    Non a caso ha vinto il leone d’argento proprio per la regia a Venezia.

    Ma lasciamo stare i premi, ma ti rendi conto dell’importanza storica che ha questo film?

    Per la guerra del Vietnam i primi film di denuncia arrivarono anni e anni dopo, questo invece arriva a guerra non ancora finita, e sfrutta tutti i mezzi moderni creando uno stile che non si era mai visto.

    Come viene giustamente detto nel film si sono già fatti 2-3 film sull’11 settembre e nessuno sulla guerra in Iraq: De Palma si è caricato di una responsabilità importante e necessaria!

    Per Alessandra: la musica “strappalacrime” è “Lucean le stelle” dalla Tosca di Puccini e l’ho trovata una delle scelte più azzaccate del film, quando è partita ho rischiato davvero la lacrimuccia.

    Idem per la “Sarabanda in re” di Haendel.

    Io poi nei personaggi (il ciccione, il drogato, il ragazzo intellettuale) ci ho visto un omaggio a Full Metal Jacket sempre di Kubrick.

    Gran film!

  15. Il film contiene vari omaggi, e sono sicura che tutto quello che è stato fatto è stato fatto in maniera strumentale, proprio per dimostrare la tesi che de Palma voleva dimostrare. Da qui la recitaizone-non recitazione, i falsi filamti, i falsi documentari, gli omaggi cinefili e via dicendo.

  16. Io personalmente ho preferito Battle for Haditha, che consiglio.. L’ho trovato molto più intelligente e ben girato..

  17. si, ok.. ma redacted non è semplicemente un film di guerra.

    se ci fermiamo qua, alla superficie, abbiamo capito poco o nulla del film e di tutta l’opera di de palma 🙂

  18. Ma infatti Redacted non è semplicemente un film sulla guerra. Mi pareva anche di averlo ben esposto nella mia analisi. Poi ovviamente rimangono ferme le opinioni personali di ciascuno.

  19. Da un celebrato regista quasi settantenne ci si aspetterebbe “un vivere di rendita” e un abuso di manierismo, e invece Brian De Palma sposa la moderna tecnica del digitale e crea qualcosa di completamente innovativo e originale: mescolando vero e falso, documenti reali e ricostruzioni soggettive, you tube e blog, videodiari e telecamere a circuito chiuso, telegiornali e riprese amatoriali, reportage e programmi delle televisioni locali… realizza un’opera sorprendentemente coesa e unitaria, di forte impatto emotivo.

    “Redacted” è, contemporaneamente, freddo e scioccante, commovente e agghiacciante. Uno sconvolgente pugno nello stomaco per ogni spettatore.

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