Silent Night: soccombere all’inevitabile o combattere senza mai arrendersi?

Per la notte di natale Nell, suo marito Simon e i loro tre figli, Art e i gemelli Hardy e Thomas, ospitano nella loro villa in campagna gli amici di sempre, una vera e propria famiglia allargata. Ma una cena che sembra essere giusto un po’ tesa solo per varie incomprensioni che da sempre intercorrono tra i commensali, ben presto si rivela essere stata organizzata per ben altri motivi che ricordare i vecchi tempi, punzecchiandosi e rinfacciandosi torti e tradimenti, seppur con affetto e col sorriso stampato sul volto. Si tratta, in realtà, di un’occasione definitiva per passare insieme alle persone più importanti della propria vita un momento cruciale e inevitabile.

È molto difficile parlare di questo film senza fare spoiler su quella che è la rivelazione che viene fatta quasi subito e che sta alla base del significato stesso dell’opera. È difficile riuscire a guardarlo fino alla fine senza lasciarsi trasportare nella disperazione di queste persone, ma anche nel forte legame che le unisce, fondamentale in momenti indescrivibili come quello che si ritrovano a vivere. È difficile non lasciarsi coinvolgere totalmente in questa storia che a un certo punto diventa completamente trascinante, oltre che volutamente deprimente. È difficile scrollarsi di dosso la sensazione di tristezza anche molto dopo la visione, perché si tratta di un film che, pur facendo ricorso a una lucidità e un’ironia impareggiabili, trasmette un senso di ineluttabilità non indifferente, oltre a confarsi in maniera impressionante ai tempi che stiamo vivendo, nonostante la sceneggiatura sia precedente all’espansione della pandemia che ha colpito il nostro pianeta da due anni a questa parte.

Provando a non palesare il reale motivo per il quale questi amici di una vita si riuniscono per passare insieme il giorno di Natale, possiamo sicuramente asserire che questo horror dalle venature apocalittiche, non manca di graffiare con un certo tipo di ironia, come anticipato, che stempera, laddove possibile, i toni estremamente cupi e tragici del racconto, né tantomeno di emozionare e turbare, non solo per il sentimento di amore e amicizia che lega i vari personaggi (reso estremamente vivido grazie a un cast in stato di grazia), ma anche e soprattutto per la figura del piccolo Art, il bambino che non ci sta ad accettare lo stato delle cose, seppur ineludibili, ma cerca di combattere per avere delle risposte, delle motivazioni, per non soccombere alla disperazione, non arrendendosi all’inevitabile, ma combattendo fino alla fine per le sue idee, per non rinunciare al suo attaccamento alla vita, per non pagare uno scotto troppo ingiusto, soprattutto considerando che si è trovato a nascere in un mondo già destinato alla distruzione.

Approcciarsi alla visione di Silent Night senza avere nessuna notizia in merito al film, porterà sicuramente a stupirsi per la reale natura di quest’opera che si presenta come commedia nera, ma che si dimostra un’opera in grado pietrificare lo spettatore, pur non essendo un “classico” horror, ma ricorrendo alla potenza del concetto di fondo, da solo in grado di terrorizzare e di esprimere tutto l’orrore che si nasconde nei nervi tesi e nei sorrisi a denti stretti di ogni singolo protagonista di questa sorta di “dramma da camera”, che ci imprigiona in una morsa di angoscia e malinconia, ma anche di grande tenerezza da un lato e umorismo tipicamente inglese dall’altro.

6 commenti su “Silent Night: soccombere all’inevitabile o combattere senza mai arrendersi?

  1. Bentornata! Che bello rivedere un tuo post… e su un film che tra l’altro è davvero bellissimo! Sono sincero, l’unico motivo che mi ha spinto a vederlo è perchè c’era Keira Knightley (che adoro) ma non avrei mai immaginato di trovarmi davanti a un’opera di questa portata: quello che hai scritto lo condivido pienamente, i film che più mi piacciono sono quelli che stimolano riflessioni profondi e “Silent night” sicuramente ci riesce. Spero che non venga bollato come un’opera “no vax” (come qualcuno ha già scritto) perchè, davvero, non ha senso ricondurlo su questi toni. Il suo significato è davvero alto e convincente.

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